Il Messaggero, 24 novembre 2021
Intervista a Elisa Di Francisca. Parla di quanto è difficile smettere di gareggiare
Campionesse pigliatutto, certo. Ma anche personaggi televisivi, in qualche modo influencer nell’universo social e highlander dello sport azzurro. Elisa Di Francisca e Federica Pellegrini, almeno nei loro percorsi, non sono poi così diverse. Unica differenza: la pluri-iridata del fioretto, a 38 anni, ha avuto la forza di dire basta.
Elisa, quanto è difficile smettere?
«Difficilissimo. Significa prendere le distanze non dico dall’unica cosa che sai fare, ma sicuramente da quella che sai fare meglio. Vivi in un mondo ovattato dove fai solo quello e sei lontano dalle preoccupazioni della vita reale, come andare in banca, pagare le bollette, eccetera. Quando ho smesso ho sentito moltissimo questa differenza».
Quando si capisce che è arrivato quel momento?
«È soggettivo. Io sono molto orgogliosa e ho sempre avuto un forte ricordo della me vincente: se sei così, quando vedi che inizi a perdere con le più giovani, rosichi. E io, comunque, credo di avere smesso anche presto: ero numero 2 al mondo anche se avevo 37 anni ed ero ancora competitiva. Ma non volevo fare la fine di quei cantanti che non ce la fanno più con la voce ma si ostinano ad andare in tv».
Un po’ come Flavia Pennetta, che lasciò all’apice dopo aver vinto gli Us Open...
«Io e Flavia la pensiamo nello stesso modo. Che poi non è mica facile ritirarsi quando sei al top. Pensi sempre di averne ancora per andare avanti...».
Più Pennettiana che Rossiana, dunque. Valentino si è ritirato dopo anni in cui non è riuscito a duellare con i giovani.
«Ma ha visto com’era felice? Per questo dico che è soggettivo. Tanto di cappello per loro, ammiro chi ce la fa ad andare avanti semplicemente divertendosi. Continuare solo per divertimento o perché si ha paura di affrontare la vita reale non è da me. Io ogni giorno penso dai, ricomincio perché mi manca da morire tutto: la pedana, l’adrenalina, viaggiare, pure estraniarmi da quei due mostriciattoli dei miei figli che amo alla follia. Però poi mi dico: No Elisa, tu adesso sei nella vita vera».
Quindi nessun colpo di teatro?
«Le rivelo una cosa: quando nelle giornate più dure vado in depressione casalinga penso ora ricomincio. Lo dico subito a mio marito e quell’idea mi serve per darmi la carica almeno per un’oretta. Poi cambio idea di nuovo. Rientrare sarebbe la strada più facile e a me non piace seguire le strade facili».
Che consiglio darebbe alla Pellegrini per il post carriera?
«Sicuramente a lei fa un po’ paura, come a tutti. Quando gareggiamo siamo abituati a sentirci qualcuno e fa paura spegnere le luci e pensare che devi crearti un’altra vita. Ma quando hai raggiunto obiettivi importanti come quelli di Federica sei testarda, caparbia e la modalità per uscire dalle situazioni buie la conosci già».
Se non avessero rinviato le Olimpiadi di Tokyo come sarebbe finita la sua carriera?
«Sarei andata in Giappone per prendermi due medaglie e poi forse avrei smesso lo stesso».
Per com’è andata, una Di Francisca a Tokyo sarebbe servita.
«Mi stavo allenando bene, sono certa che qualcosa di buono avrei combinato. Ma non puoi parlare se non hai vissuto le situazioni».
Dal fioretto ai pannolini è uno choc? Potrebbe essere un altro messaggio utile per Federica...
«Bellissimo e faticoso. Ma l’amore può tutto. Quando passi la giornata a occuparti di due bambini, a cucinare, a lavare due sederini contemporaneamente preparare un’Olimpiade è una passeggiata».