Il Messaggero, 24 novembre 2021
La busta paga degli statali cresce del 4%
Si alza il velo sugli aumenti per gli statali del comparto delle Funzioni centrali, quello che al suo interno contiene i ministeri, le agenzie fiscali e gli enti pubblici non economici come Inps e Inail. L’Aran, l’agenzia che siede al tavolo della trattativa per il governo, ha consegnato ai sindacati le cifre dei cosiddetti «aumenti tabellari», quelli che non appena il contratto sarà firmato, arriveranno nelle buste paga di tutti i dipendenti del comparto. Gli aumenti saranno del 4,15 per cento. Si andrà dai 59,60 euro lordi mensili di un dipendente della prima area, quella che per esempio comprende i messi, gli uscieri, e tutto il personale ausiliario, fino ai 114,70 euro lordi mensili di un ispettore generale di un ministero. Un funzionario apicale della terza area, invece, avrà un aumento lordo mensile di poco più di 111 euro. Nella seconda area, quella dove sono collocati quelli che il nuovo contratto definisce assistenti e che in genere ricomprende anche tutto il personale di sportello, gli aumenti andranno da 62 a 79,50 euro. Gli aumenti (si veda anche la tabella pubblicata in pagina), sono identici per i ministeri, le agenzie fiscali e gli enti pubblici non economici. Ma all’interno delle Funzioni centrali ci sono anche altre amministrazioni. C’è, per esempio, il Cnel. Per i dipendenti dell’ente gli aumenti andranno dai 59,60 euro degli uscieri, ai 104,90 euro dei funzionari di grado più elevato. Sempre del comparto delle Funzioni centrali, fanno parte anche Enav, l’ente nazionale per l’assistenza di volo, l’Ansfisa, ossia l’Agenzia Nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, e l’Ansv, l’Agenzia Nazionale per la sicurezza del volo. Per questi enti glu aumenti tabellari andranno dai 62,30 euro del profilo più basso (A1) fino ai 133,3 euro dei professionisti di terzo livello. Nel comparto, infine, c’è anche l’Agid, l’Agenzia per l’Italia digitale. Qui gli aumenti andranno sempre dai 59,60 euro per gli operatori della prima fascia, fino ai 146,10 euro per i professional, i professionisti della terza area.
Quando arriveranno concretamente gli aumenti in busta paga? Dipenderà da quando arriverà la firma al contratto tra sindacati e Aran. Dopo l’accordo il contratto dovrà passare diversi esami, da quello della Ragioneria alla Corte dei Conti, per poi tornare sul tavolo del Consiglio dei ministri. Un giro che, in media, dura un paio di mesi. I sindacati e l’Aran si rivedranno lunedì prossimo per proseguire le trattative che, comunque, sembrano essere arrivate a un buon punto. Se l’accordo sarà trovato entro dicembre, gli aumenti potrebbero arrivare nelle buste paga di febbraio.
L’ORDINAMENTOInsieme agli aumenti arriveranno anche gli arretrati. Il contratto che Aran e sindacati stanno per firmare è quello che copre il triennio 2019-2021. All’interno del nuovo accordo è previsto anche un nuovo ordinamento professionale. A cambiare saranno le cosiddette «progressioni economiche orizzontali». Questi scatti saranno legati per il 40 per cento alla valutazione individuale dei dipendenti da parte dei propri dirigenti. Per un altro 40 per cento saranno legati all’esperienza professionale (ossia l’anzianità di servizio) e, per il restante 20%, a dei parametri che dovranno essere stabiliti con la contrattazione integrativa. Un funzionario di terza area, in base al nuovo ordinamento professionale, potrà avere al massimo cinque scatti, ognuno del valore di 2.150 euro lordi annui. Un assistente di seconda area, invece, potrà avere durante l’arco della sua carriera lavorativa, cinque scatti da 1.170 euro. Infine, un usciere o un altro ausiliario, potranno avere al massimo due scatti del valore di 800 euro lordi annui.
Il contratto interviene anche sulla regolamentazione dello smart working, introducendo due modalità per la prestazione lavorativa fuori dall’ufficio: una per obiettivi e una più vicina al classico telelavoro. Nel primo caso i dipendenti, che lavoreranno per obiettivi, potranno essere contattati dagli uffici per un massimo di nove ore giornaliere. Nel secondo caso, invece, dovranno rispettare i normali orari di ufficio e avranno diritto ai buoni pasto, ai permessi e agli straordinari.