Corriere della Sera, 24 novembre 2021
L’eterna giovinezza di Sophia Loren
È stata la prima attrice a vincere un Oscar per un film non in lingua inglese, interpretando la giovane vedova ne La ciociara. È stata la pizzaiola ne L’oro di Napoli, la bella ballerina di Miseria e nobiltà, la compagna di Mastroianni in Una giornata particolare. Bob Dylan la incastonò in I shall be Free. È l’italiana più amata e premiata avendo vinto un secondo Oscar alla carriera, un Golden Globe e trionfato nelle rassegne più prestigiose da Cannes a Venezia passando per Berlino e Taormina. Le sue «rivali»? Da Audrey Hepburn a Liz Taylor.
Sophia Loren, 87 anni portati con grande eleganza, resta l’icona del cinema moderno. Eppure prima di sottoporsi al «fuoco» di domande, ha la spontaneità di riflettere con l’assistente su quale paio di occhiali indossare con la sua mise: tailleur, camicia e stivaletti bianchi. Poi, la scelta: rossi. Quindi «dirige» la posizione ottimale per sedersi accanto a lei: «Più a destra, così prende una luce migliore». Sul suo volto non c’è traccia delle ultime 24 ore: un volo da Ginevra, dove vive, a Miami; un imbarco e la navigazione, lunga tutta una notte, per attraccare a Ocean Cay. Un’isola privata di Msc, nell’arcipelago delle Bahamas, dove è stata la madrina di Seashore, l’ammiraglia della flotta di Gianluigi Aponte. Un 81enne campano il cui gruppo, con sede a Ginevra, è primo al mondo nei cargo e terzo nelle crociere.
Per Sophia non è un ruolo inedito quello di madrina: è la sedicesima volta. «Di solito, l’armatore dice che gli porto fortuna e io sono contenta di vedere crescere la flotta», racconta al Corriere . Per questo, un altro aereo da Miami l’ha già condotta a Dubai dove sabato sarà la madrina di Msc Virtuosa. Una leonessa che dimostra di non temere gli affanni dell’età. Anzi: «Nei prossimi giorni ho davvero tante cose da fare per il mio ultimo film». È, infatti, tornata a recitare ne La vita davanti a sé , diretta dal figlio Edoardo Ponti. Ma come sta il nostro cinema? «È di successo, e anche se non sempre è vero diciamolo: perché quando un nostro regista pensa al soggetto giusto, il film ha un successo internazionale». Dal 2014, una nostra pellicola non vince l’Oscar. «Ogni tanto bisogna avere pazienza e aspettare che arrivi, ma funziona così nel mondo del cinema».
Un mondo dove un momento può cambiare la carriera. «Se dovessi sceglierne due direi che il primo è stato proprio quando ci sono entrata per la prima volta – spiega – perché è stato fondamentale per me e per la mia famiglia. L’altro, senza fare torto a nessuno, è stato l’incontro con mio marito Carlo Ponti. Mi ha illuminato l’esistenza, in tutti i sensi. Purtroppo, l’ho perso nel 2007, troppo presto».
Una carriera vissuta intensamente: «È stata meravigliosa ma i due momenti più belli della mia vita, in assoluto, sono stati quelli in cui ho annunciato la nascita dei miei figli. Perché per una donna sono indimenticabili». Scolpiti nel cuore come il suo passato italiano. Durante le riprese dell’ultimo film, per dirla con il filosofo Manlio Sgalambro, è stata richiamata dalla legge dell’appartenenza. Così ha voluto rivedere luoghi come Via Solfatara, dove è cresciuta a Pozzuoli: «È stato meraviglioso perché le fasi più significative della mia vita sono sigillate nella mia mente – conclude – e ritornare in quelle vie per me vuole dire risentire il profumo della giovinezza, ricordare i miei amati nonni, le prime amiche, la scuola dove ho vissuto attimi bellissimi e che ha contribuito a farmi crescere umanamente. Basti pensare che con le mie compagne di classe, ancora oggi, facciamo delle lunghe telefonate per sapere come stiamo, come va la vita. Per questo Pozzuoli è stata, è e sarà per sempre nel mio cuore e lì mi sentirò sempre a casa».