il Fatto Quotidiano, 23 novembre 2021
Nuove rivelazioni sull’inventore del Bitcoin
Ai bitcoiner piace sognare, rivangare sui misteri attorno alla criptomoneta e apparentemente vivono in un paradosso: mentre cercano di sottrarsi ai poteri forti che tra istituzioni e finanza ritengono controllino l’economia, si votano alla causa e a un mercato di fatto fondato da qualcuno la cui identità è sconosciuta (così come, di conseguenza, le reali intenzioni).
Uno dei più grandi misteri dell’universo cripto è l’identità di Satoshi Nakamoto, lo pseudonimo utilizzato da chi – singolo o gruppo di persone – per primo ha scritto il white paper di Bitcoin ormai un decennio fa. A Nakamoto è stato attribuito il merito di aver ideato il primo database blockchain ed è stato attivamente coinvolto nello sviluppo di Bitcoin fino al 2010. Nessuno però ha mai saputo chi fosse davvero e le voci che si sono susseguite negli anni non hanno mai avuto alcuna valida conferma.
In questi giorni, però, se n’è aggiunta una nuova che appare rilevante per la sua origine. Arriva infatti da Peter Thiel, co-fondatore di PayPal e venture capitalist miliardario.
Secondo Thiel, Nakamoto potrebbe essere stato presente di persona in un primo incontro dei fondatori di E-Gold nel febbraio 2000. Su una spiaggia dell’isola caraibica di Anguilla si erano riunite al tempo almeno 200 persone. Come racconta Cnbc, il movimento E-Gold mirava a costruire un nuovo sistema di valute che sfidasse il primato delle banche centrali sulle politiche monetarie. È stato uno dei primi casi di finanza decentralizzata in discussione. E-Gold, la valuta digitale dell’oro, è fallita nel 2007 dopo che molti dei suoi fondatori sono stati incriminati dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
“Li ho incontrati (i fondatori di E-Gold, ndr) sulla spiaggia di Anguilla nel febbraio del 2000″, ha detto Thiel durante una conferenza sulla criptovaluta a Miami. “Stavamo iniziando la rivoluzione contro le banche centrali sulla spiaggia di Anguilla. Stavamo per rendere PayPal interoperabile con E-Gold e far saltare in aria tutte le banche centrali”. Una serie di concetti molto familiari almeno ai bitcoiner della prima ora.
Insomma, Thiel ipotizza che non solo Nakamoto fosse su quella spiaggia durante l’incontro ma anche che il crollo di E-Gold potrebbe aver spinto Nakamoto a rimanere anonimo mentre sviluppavano la prima criptovaluta al mondo. “La mia sorta di teoria sull’identità di Satoshi era che Satoshi fosse su quella spiaggia ad Anguilla – ha aggiunto – Bitcoin era la risposta a E-Gold e Satoshi ha imparato che dovevi essere anonimo e non dovevi avere una società”, ha detto Thiel.
Intanto, in Florida è in corso un processo che spera di rivelare una volta per tutte il mistero: tra le ipotesi formulate negli anni – ma sempre respinta dalla comunità – quella che dietro Bitcoin ci siano due programmatori, David Kleiman, morto nel 2013, e Craig Wright che vive a Londra.
In pratica, la famiglia di Kleiman sta chiedendo metà del patrimonio in criptomoneta che sarebbe stato creato dai due, e che ammonterebbe complessivamente a un milione di Bitcoin, cioè circa 64 miliardi di dollari. La teoria è che i due abbiano fondato Bitcoin e anche scritto il celebre documento che lo annunciò nel 2008. “Siamo convinti – ha spiegato Vel Freedman, avvocato della famiglia, al Wall Street Journal – che ci fu una stretta collaborazione per creare il primo milione di Bitcoin e lo dimostreremo”. Ha presentato anche dei documenti che suffragano questa teoria, mentre invece i legali di Wright sostengono che i due non siano mai stati collaboratori. Di fatto, solo la chiave privata d’accesso che controlla l’account dove si trova il milione di Bitcoin potrebbe dimostrare in modo inequivocabile il collegamento e il giudice potrebbe chiederla come prova.