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 2021  novembre 22 Lunedì calendario

Il libretto di Forza Italia ovvero un guazzabuglio di erroracci storico-filosofici

Quasi tre lustri fa, un anno prima della magnifica estate degli scandali sessuali, Silvio Berlusconi rivelò a cena un suo progetto segreto, mai attuato sinora: “Voglio scrivere la mia autobiografia, ci sto pensando da tempo. E sapete come la intitolerò? Mi piacerebbe chiamarla Il Santo Puttaniere”.
Era il 2008 e alla ricca mensa dell’ex Cavaliere era seduta anche l’ex ministra salmonata azzurra di cui B. era seriamente infatuato, come ha rivelato successivamente Fabrizio Cicchitto. Santo e puttaniere. Due vocazioni opposte a formare un divertito ossimoro. In ogni caso, a dispetto della presunta santità, l’anziano leader di FI non ha mai curato la sua satiriasi (lo constatò l’ex moglie Veronica Lario). Ma il tempo passa, l’oblio avanza e oggi a 85 anni l’ex premier si ricicla come capo di un partito cristiano di destra, erede di Sturzo e De Gasperi e persino del Giolitti prebellico che nel 1913 promosse il Patto Gentiloni tra cattolici e liberali.
Insomma, più santo che puttaniere a leggere il libretto che B. ha spedito a tutti i parlamentari nella sua campagna elettorale per diventare presidente della Repubblica. Il manoscritto s’intitola sobriamente Io sono Forza Italia ed è un guazzabuglio di erroracci storico-filosofici nonché una summa di quel clericalismo di destra avversario di ogni libertà e di ogni liberalismo possibile. Con sprezzo speculativo del ridicolo, l’anonimo ghost writer di Berlusconi arruola innanzitutto Benedetto Croce tra i teocon anti-abortisti. Colpa ovviamente di quel famoso saggio del filosofo Perché non possiamo non dirci cristiani. Uno dei titoli più abusati di sempre. Hai voglia a dire che don Benedetto lo scrisse nell’agosto 1942 per contrapporre la “rivoluzione cristiana” (in senso storicista non metafisico) all’orrido paganesimo nazista. Non solo.
Come conciliare poi (e questo è il nodo mai sciolto dai sedicenti liberalcattolici) i valori non negoziabili con quella “religione della libertà” crociana che negava la trascendenza della sapienza e osteggiava il matrimonio tra verità e potere dei regimi totalitari e teocratici? Il libretto della Forza Italia “liberale, cristiana, europeista e garantista” sancisce infatti che “la vita è sacra dal momento del concepimento fino alla morte biologica”. Convinzione, ovviamente legittima, di ogni credente. Ma l’individualismo liberale che c’entra? Senza dimenticare che nel 1994 Forza Italia nacque come partito laico. Non è il caso di ricordare tutto il dibattito sull’identità azzurra all’epoca dei “professori” (Colletti, Vertone, eccetera) ma vale la pena riportare quello che disse l’allora liberale Marcello Pera (oggi teocon ratzingeriano) nel 1998 contro l’ipotesi di una Forza Italia “popolare”: “FI al centro non diventerà forse democristiana, o clericale, o bigotta, ma ne avrà certo un contraccolpo sulla propria identità”.
Del resto “il popolarismo” del citato De Gasperi non fu mai liberale e in teoria era un centro che guardava a sinistra. Figuriamoci immaginarlo alleato di Meloni e Salvini. Quanti errori, appunto, nell’ansia di rincorrere il Colle. B. vuole essere un presidente “cattolico” conservatore. E l’unico con queste caratteristiche fu Oscar Luigi Scalfaro. Che nemesi per Silvio aspirante capo dello Stato!