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 2021  novembre 21 Domenica calendario

CHE MI VENGA UN COLPO (DI FULMINE) -  NEL MONDO LA CONTA ANNUALE DEI MORTI FOLGORATI STA AUMENTANDO: SE QUALCHE ANNO FA SI REGISTRAVA UN MIGLIAIO DI VITTIME, NEL PRIMO TRIMESTRE DEL 2021 SE NE CONTANO GIÀ 4.000 – UN TEAM DI SCIENZIATI HA SCOPERTO CHE QUESTO AUMENTO È CAUSATO DAL RISCALDAMENTO GLOBALE: PER OGNI GRADO DI RIALZO DELLA TEMPERATURA SI REGISTRA UN AUMENTO DEL 12% DEI FULMINI – L’80-90% DELLE PERSONE COLPITE SOPRAVVIVE, MA… -

Negli ultimi mesi tempeste di fulmini si sono abbattute su tutt'Italia, dalla Liguria alla Sicilia. Un fulmine ha danneggiato un campanile di Palermo, un altro ha mandato in tilt dei citofoni a Napoli e un altro, sulle montagne di Massa Carrara, ha sterminato un intero gregge di pecore - 47 capi morti in una manciata di secondi - e, più di recente, a Verona ha folgorato un operaio che stava lavorando su un traliccio. 

Secondo le statistiche mondiali, le probabilità per una persona di essere colpita da un fulmine sono remote. Nel 2020 si sono contati 441.211.344 lampi, di questi però 409.645.512 si sono sviluppati tra nuvola e nuvola e solo 31.549.740 si sono scaricati al suolo. Tuttavia, stando a uno studio dell'Università di Washington, questi numeri tra un secolo saranno raddoppiati. 

Gli scienziati hanno rilevato un aumento del 12% per ogni grado di rialzo della temperatura. L'esperimento è stato condotto nell'Artico che nell'ultimo decennio ha visto i termometri salire di ben 0,9 gradi centigradi e il numero di fulmini crescere da 35.000 nel 2010 a 240.000 nel 2020. 

Numeri impressionati che riportano a un pensiero di Seneca: «Noi riteniamo che i fulmini siano emessi perché le nubi entrano in collisione. Gli etruschi pensano che le nubi entrino in collisione apposta per emettere i fulmini. Poiché tutto quello che accade ha un significato, si tratta di interpretare i segni che il dio ci manda e adeguare il proprio comportamento».

In Italia si contano in media un milione e 600.000 lampi che provocano ogni anno una quindicina di morti. Nel mondo la conta annuale dei morti folgorati sta aumentando. Se qualche anno fa si registravano un migliaio di vittime, nel primo trimestre del 2021 se ne contano già 4.000. A morire per un colpo di fulmine sono per la maggior parte contadini venezuelani, brasiliani e indiani che lavorano in mezzo a campi sterminati ma anche qualche sprovveduto turista in cerca del selfie perfetto. 

Fortunatamente, secondo il National Weather Service degli Stati Uniti, l'80-90% delle vittime di fulmini sopravvive. Alcuni però possono riportare danni a breve o a lungo termine, come aritmie cardiache, confusione, convulsioni, capogiri, dolori muscolari, sordità, mal di testa, perdite di memoria, problemi di attenzione, cambi di personalità, dolore cronico o ustioni. Lo sa bene Lucia Annunziata che ancora oggi ne paga le conseguenze. 

Aveva un anno appena quando un fulmine ha colpito la casa in cui abitava in Irpinia: «S' è propagato attraverso tutti i locali e una scheggia di fulmine mi ha colpito un occhio, bruciandolo per sempre. Vivere con un solo occhio ti abitua a un controllo delle tue risorse. Si è più attenti a quello che si fa». 

Anche l'attrice Sharon Stone ha vissuto quest' esperienza. Anche lei era in casa, stava riempiendo il serbatoio del ferro con l'acqua del rubinetto per stirare alcuni panni, «quando il pozzo è stato colpito da una saetta. La scarica è passata attraverso l'acqua con una potenza tale da sollevarmi da terra e sbalzarmi metri più in là, contro il frigorifero. Svenni». A soccorrerla per fortuna c'era la madre: «Mi ha schiaffeggiato per farmi rinvenire, poi mi ha portato in ospedale, dove i medici mi hanno praticato un elettrocardiogramma per valutare quanta elettricità avessi accumulato». 

Il record di uomo più colpito da saette appartiene a Roy Cleveland Sullivan, ranger forestale di Waynesboro, in Virginia, fulminato sette volte, tra il 1942 e il 1977. La prima volta, sorpreso sulla torre di guardia antincendio, perse un'unghia del piede sinistro. La seconda, nel 1969, venne colpito mentre guidava su una strada di montagna: svenne ma se la cavò con qualche ustione e la perdita delle sopracciglia. 

Il terzo fulmine gli danneggiò la spalla sinistra mentre stava nel suo giardino, il quarto gli bruciò i capelli, il quinto il cappello. La sesta volta, durante un picnic lo centrò all'anca. L'ultima, il 25 giugno 1977, fu costretto al ricovero. La saetta lo aveva colpito al bacino mentre era a pesca provocandogli forti bruciori allo stomaco. 

Morì suicida nel 1983, a 71 anni, per una delusione amorosa si sparò un colpo di pistola dritto nella tempia. Paradossalmente andata meglio a Melvin Roberts, un 68enne del Sud Carolina che sostiene di essere stato colpito da 11 fulmini: «È come sentirsi cotti, dentro e fuori. Non puoi mangiare nulla per 3 giorni, hai diverse ferite e problemi alla memoria e nel linguaggio, ma tutte le volte sono riuscito a sopravvivere e a ricominciare la mia vita di tutti i giorni». 

Tuttavia qualche anno fa il Guinness dei primati ha rifiutato la sua iscrizione nell'albo dei record per insufficienza di prove. Non avrà la gloria ma, almeno lui, la moglie ce l'ha ancora al suo fianco. È entrato invece di pieno diritto nel Guinness il fulmine che il 31 ottobre del 2018 s' è esteso per 709 chilometri - più o meno la distanza tra Milano e Napoli - tra il sud del Brasile e il nord-est dell'Argentina. 

Sempre in Argentina ma nel 2019, secondo la World Meteorological Organization, è scoccato il fulmine più lungo in termini di tempo: è durato 16,7 secondi. In entrambi i casi i lampi si sono verificati tra una nuvola e l'altra.La scarica elettrica sprigionata da un fulmine può arrivare a 1 milione di volt. Per capire la potenza basti pensare che i volt che passano nelle nostre prese sono 220 volt. 

Un lampo può originare una temperatura fino a 30.000 gradi celsius, cinque volte più calda della superficie del Sole. Con la sua energia una sola saetta potrebbe alimentare una lampadina da 100 watt per 3 mesi. La luce di lampo viaggia a 300.000 km/s, ovvero a una velocità 900.000 maggiore rispetto al suono che non percorre più di 330 m/s. Sin dalla notte dei tempi la potenza dei fulmini ha spaventato l'uomo. 

Gli antichi greci ritenevano che fossero il simbolo dell'ira di Zeus, nel medioevo si credeva che fossero un elemento della malasorte, tanto che per allontanarli ci si affidava a pozioni e pietre magiche. D'altronde pare che fu un lampo a convincere Martin Lutero a prendere i voti. Era il 2 luglio del 1505 quando, ritornando ad Erfurt dopo una visita ai genitori, incappò in un temporale e un fulmine s' abbatté a pochi metri da lui. In quel momento fece voto a Sant' Anna che se fosse sopravvissuto si sarebbe fatto monaco.

 Chissà che ne sarebbe stato del protestantesimo se fosse nato due secoli e mezzo dopo, quando a sfatare la spiritualità di un fulmine bastò un aquilone, o meglio, un cervo volante. Infatti nel giugno del 1752, qualche decennio prima di farsi padre fondatore dell'America, un giovane Benjamin Franklin scienziato, convinto i fulmini fossero «fuochi elettrici», decise di fare un esperimento durante un temporale a Philadelphia. 

Con l'aiuto del figlio, unì due bastoncini di legno, li ricoprì con un fazzoletto di seta e, all'estremità del suo cervo volante, pose una punta di ferro. A questa legò una fune di canapa - conduttrice - che terminava poi con un cordone di seta - non conduttore - lì dove si congiungevano i due cordoni pose una chiave metallica che legò, tramite un sottile filo di metallo, a una Bottiglia di Leida, il primo condensatore elettrico, inventato qualche anno prima dal fisico olandese Pieter van Musschenbroek. 

Dopo aver fatto volare il suo aquilone, la chiave iniziò a scintillare. Affascinato, tese la mano fino a toccarla e ne rimase folgorato. Senza danni, una scarica elettrica gli attraversò letteralmente il corpo. In un sol colpo aveva dimostrato la reale natura di un fulmine, trovato il modo per attirarlo e condurlo a terra. 

Inventò il parafulmine, una lunga asta di metallo a punta da porre sui tetti delle abitazioni, collegata a terra mediante un conduttore. Pochi mesi dopo a Torino, Gianni Battista Beccaria, un prete considerato da molti stregone per via dei suoi esperimenti scientifici, ripeté la prova del collega americano. Installò un parafulmine sopra il suo appartamento al civico 1 di via Po e, al primo temporale, lo strumento funzionò benissimo. 

Da allora intrattenne una fitta corrispondenza con lo scienziato americano e, dopo una lunga battaglia per far capire che non si trattava di magia ma di fisica, i parafulmini vennero montati sulla Basilica di San Marco a Venezia e sul Duomo di Milano. L'esperimento andò bene anche in Francia: fu il naturalista Georges-Louis Leclerc de Buffon a posizionarne uno sulla torre di Montbar. 

Andò peggio al collega russo Georg Wilhelm Richmann, che morì a San Pietroburgo «mentre cercava di quantificare la risposta di un'asta a una tempesta vicina» durante un esperimento sui fulmini globulari. La saetta lo colpì dritto in testa.