Corriere della Sera, 21 novembre 2021
Storia e valore del fondo Kkr
Oltre 400 miliardi di dollari in gestione, quasi 1.500 fra impiegati e consulenti, affiancati da un esercito di 470 analisti che operano in 20 città di 16 diverse nazioni e producono quasi 200 miliardi di dollari di entrate l’anno. Kohlberg Kravis Roberts & Co., meglio noto come Kkr, è uno degli snodi strategici della grande finanza a stelle e strisce. Per dire, il presidente del Kkr Global Institute, l’istituto che fornisce analisi di rischio e geopolitiche agli investitori del fondo, è David Petreus, leggendario generale dei Marines a capo delle truppe in Iraq, Afghanistan e Pakistan, prima di diventare direttore della Cia. Girò anche voce che prima di essere eletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump chiese a Kravis se voleva essere il suo segretario al Tesoro.
Il fondo Usa non ha uffici in Italia ma da tempo ha acceso un faro sul nostro Paese e, a quanto pare, Tim è adesso l’obiettivo prescelto. Sull’Italia, Kkr muove da Londra. Lo ha fatto per l’operazione FiberCop, gestita da Alberto Signori, managing director di Kkr responsabile del business infrastrutture per Europa, Medio Oriente e Africa. Un anno fa il fondo Usa ha rilevato il 37,5% della società a cui Tim ha conferito l’ultimo miglio della rete, con l’obiettivo di procedere alla sostituzione del rame con la fibra ottica, e da allora ha continuato a dialogare con il gruppo telefonico. Le scorse settimane qualcuno ha parlato di un interesse a salire in FiberCop. Il dossier in realtà era più corposo e riguardava il perimetro ben più ampio di Tim, tanto che in questo caso non sarebbe stata la divisione infrastrutture a imbastire l’operazione, ma un team trasversale di superesperti guidato dal tedesco Johannes Hutz, numero uno di Kkr in Europa.
Il fondo Usa non ha le caratteristiche dei fondi avvoltoio né dei private equity tradizionali, attività da cui sono partiti i fondatori Jerome Kohlberg, Henry Kravis e George Roberts. Il primo è scomparso nel 2015 all’età di 90 anni mentre gli altri due giusto un mese fa hanno annunciato che dopo 45 anni faranno un passo indietro lasciando il ruolo di manager per restare copresidenti. In Europa Kkr ha decine di investimenti: dai cosmetici Wella all’operatore telefonico spagnolo MasMovil fino all’editore tedesco Axel Springer, di cui Kkr è il maggiore azionista. In portafoglio ha inoltre società di software, provider di Reti in fibra, aziende di It, a sottolineare il focus per il settore digitale e delle tlc. FiberCop è l’investimento più importante in Italia: 1,8 miliardi di euro per il 37,5% della società di cui Tim ha mantenuto il 58%, che si è aggiunto alla Cmc Machinery di Città di Castello, l’altro investimento italiano del fondo. Adesso con la mossa su Tim, Kkr fa un passo importante, entrando in una partita molto complessa in cui la rete, di cui ha già un pezzo, rappresenta lo snodo chiave.