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 2021  novembre 20 Sabato calendario

VERGOGNA CAPITALE – L’AMA, CON IN CONTI IN DISSESTO, È L’UNICO POSTO AL MONDO IN CUI TI REGALANO I SOLDI SE TI PRESENTI A LAVORO: STA CREANDO IL PANICO LA DECISIONE DEL MANAGEMENT SCELTO DA GUALTIERI CHE RICONOSCERA' AI DIPENDENTI CHE NON SI ASSENTERANNO UN BONUS DI 360 EURO (AMMETENDO SOSTANZIALMENTE DI NON ESSERE IN GRADO DI CONTROLLARE I MALATI IMMAGINARI) – NELLA MUNICIPALIZZATA REGNA IL CAOS: FUNZIONANO SOLO 4 MEZZI SU 10,  NON CI SONO MECCANISMI DI CONTROLLO SULLE SQUADRE E IL TASSO DI ASSENTEISMO HA… -

Giuseppe Salvaggiulo per “La Stampa” Primo guaio per il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Proprio sul principale impegno preso all'indomani dell'elezione: «la pulizia straordinaria» della città entro Natale. L'accordo con i sindacati dell'Azienda Municipale Rifiuti, sbandierato come «nuovo corso delle relazioni industriali», si è rivelato un boomerang. Il nuovo management scelto da Gualtieri ha deciso di riconoscere ai dipendenti che fino al 9 gennaio non si assenteranno (se non per festività e riposi previsti da leggi e contratti) un bonus di 360 euro lordi.

Con tre giorni di assenza il bonus cala a 260 euro, con cinque giorni a 200 euro. Cifre in ogni caso ragguardevoli, a fronte di stipendi mensili medi di 1400 euro. «Bonus agli assenteisti», strepita il centrodestra segnando un rigore a porta vuota. Le polemiche per un premio (costo totale 3 milioni di euro) legato non a un lavoro supplementare o migliore, ma al solo fatto di non assentarsi (fraudolentemente?) hanno costretto Gualtieri a una imbarazzata difesa.

Al di là del rituale richiamo alle «fake news» (ma il comunicato ufficiale sull'accordo era dell'Ama!), il sindaco ha derubricato il bonus a «normalissimo premio di produttività», specificando che incentiva solo il rinvio di ferie e altri permessi. La maldestra confezione e comunicazione dell'accordo non toglie che fosse inevitabile, per rendere anche solo titanica un'impresa altrimenti impossibile: far ripulire Roma - nel mese in cui la produzione di rifiuti aumenta ciclicamente del 30-40% - a una struttura aziendale che non riesce a tenerla pulita nemmeno in tempi normali. L'Ama, azienda rifiuti più grande d'Europa, è una malata cronica e con diverse patologie. Ma il management che si è appena insediato su nomina di Gualtieri l'ha trovata «disastrata oltre le attese».

Non c'è aspetto dell'attività aziendale che si salvi. Una raccolta regolare della spazzatura richiederebbe almeno 1000 mezzi operativi sui 1200 in dotazione. Qualche anno fa, il tasso di mezzi funzionanti era appena del 45%. Ma poi ne erano stati acquistati di nuovi, a centinaia. Tanto che l'Ama, nei documenti ufficiali, dichiara di utilizzare regolarmente quasi il 60% del parco mezzi. Ma le verifiche per approntare la pulizia di Natale hanno dimostrato che in realtà funzionano solo 4 mezzi su 10 (e nemmeno a pieno regime). Il resto è fermo nelle officine. Per riparazioni che in media raggiungono i 231 giorni nelle officine esterne e i 400 giorni in quelle interne. Non veritieri anche i report sui servizi (spazzamento, raccolta, svuotamento cassonetti) svolti nelle strade.

L'azienda non ha meccanismi interni di controllo (né tecnologico, né umano) sulle attività delle squadre che operano nei quartieri. È bastata una verifica a campione per scoprire che, dei servizi comunicati come effettuati perfettamente, circa il 50% non sono stati realizzati. Quanto alle risorse umane, su 4000 netturbini quasi 1500 hanno un'idoneità parziale. Tra gli autisti, quasi 200 su 900. Nel secondo trimestre di quest' anno, il tasso di assenteismo ha sfiorato il 15%, per oltre la metà dovuto a certificati di malattia.

Quanto allo smaltimento dei rifiuti (quelli raccolti, almeno), Roma ha solo un paio di impianti, e a regime ridotto. I proprietari (in gran parte privati) degli impianti dettano le condizioni. Inoltre basta un piccolo guasto (come ieri a Frosinone) e salta tutto. Nei cinque anni di giunta Raggi, al di là del retorico ping pong con la Regione, non un solo progetto impiantistico è stato seriamente avviato. La programmazione dei flussi è bloccata, creando un inesorabile «effetto tappo» nella raccolta. Per togliere i rifiuti dalla Capitale, il nuovo vertice Ama ha stretto accordi con diverse città e Regioni. In primis Mantova, la cui azienda rifiuti è guidata da una vecchia conoscenza: Lorenzo Bagnacani.

Manager chiamato da Torino a Roma per volere di Beppe Grillo, ma poi ostracizzato fino al licenziamento in tronco, proprio mentre approntava un piano industriale con nuovi impianti. Bagnacani denunciò pressioni di Raggi e del suo «cerchio magico» per mandare in rosso il bilancio dell'azienda. Sospettando manovre affaristiche (Ama ben gestita è una gallina dalle uova d'oro), andò in Procura. Per due volte i pm hanno chiesto l'archiviazione, ma il gip l'ha respinta ordinando nuove indagini: una perizia contabile da ampliare, venti testimoni da sentire. Proprio mentre, in campagna elettorale, Raggi rivendicava di aver «risanato l'Ama» dopo anni di malaffare e «bilanci falsi». Dunque non è solo per Gualtieri che suona la campana dei rifiuti romani.

2. E ORA ASSUMETE TUTTI I CINGHIALI Alessandro De Nicola per “La Stampa”

Se non sembrasse una barzelletta ci sarebbe di che preoccuparsi. O forse c'è veramente da rimanere interdetti alla notizia dell'accordo raggiunto tra Ama, la municipalizzata romana per la raccolta dei rifiuti, e i sindacati interni. L'azienda, spaventata dalla massa di rifiuti che continua a ingombrare Roma e dall'approssimarsi delle festività natalizie, ha concesso un premio di produttività a chi non si ammala, visti gli inspiegabili tassi di assenteismo degli anni scorsi. Nel periodo compreso tra il 22 novembre e il 9 gennaio chi sarà sempre al lavoro avrà un bonus di 360 euro lordi.

Se non sembrasse una barzelletta ci sarebbe dì che preoccuparsi. O forse c'è veramente da rimanere interdetti alla notizia dell'accordo raggiunto tra Ama, la municipalizzata romana per la raccolta dei rifiuti, e i sindacati interni. L'azienda, spaventata dalla massa dì rifiuti che continua ad ingombrare Roma e dall'approssimarsi delle festività natalizie, ha infatti concesso un premio di produttività a chi non si ammala, o meglio, a chi, visti gli inspiegabili tassi di assenteismo nei giorni festivi, quantomeno non pretenderà di essersi ammalato.

Nel periodo compreso tra il 22 novembre e il 9 gennaio infatti, esclusi i riposi e i giorni festivi, chi sarà sempre al lavoro avrà un bonus di 360 euro lordi, chi rimarrà assente 3 giorni, 260 e per quelli che non supereranno i 5 giorni (che su un totale di poco più di 30 giorni lavorativi sono comunque il 15% del totale), 200 euro. Società e rappresentanti dei lavoratori hanno concordato un premio aggiuntivo in caso di totale pulizia delle strade dell'Urbe (si, ciao core, e chi decide quando sono totalmente pulite?) o quanto meno di diminuzione del tasso di assenteismo del 10% rispetto ai mesi di settembre ed ottobre 2021.

E qui siamo veramente al surreale, perché implicitamente si ammette che anche rispetto a mesi dove ci si ammala di meno, in inverno si può essere più presenti al lavoro, basta un piccolo sforzo (remunerato). Orbene, è probabile che i datori di lavoro che hanno sottoscritto l'accordo non se ne siano resi ben conto, ma hanno messo in piedi un sistema di incentivi mostruosamente distorto. Le maestranze, difatti, hanno capito che per l'azienda è praticamente impossibile accertare chi è sul serio malato e chi ci marcia e dunque per assicurarsi una presenza regolare si deve pagare di più. Cosa farebbe un homo oeconomicus razionale?

Semplicemente, finito il primo periodo di bonus, comincerebbe a marcar visita anche quando non ce n'è bisogno non solo perché fiducioso dell'impunità ma anche giacché sa che, di fronte al ricorrente disastro di montagne di immondizia, condito da gabbiani in picchiata in cerca di sorci e di famigliole di cinghiali che fanno il picnic a Villa Borghese, la dirigenza di Ama, il cui proprietario è il Comune che ha come azionisti gli elettori inferociti, molto probabilmente riproporrebbe un'altra tornata dì bonus, magari con l'avvicinarsi di Pasqua.

Inoltre, con che credibilità si potranno proporre accordi che premiano la produttività individuale o gli straordinari quando i dipendenti volenterosi che lavorano meglio diventerebbero dei fastidiosi granelli nel meraviglioso ingranaggio e perciò sarebbero malvisti dai colleghi? In altre parole, si è creato un meccanismo che incentiva quello che la letteratura economica chiama skirting, ovvero «l'arte de scansarse». La via maestra sarebbe una sola: concorrenza.

Gare pubbliche in cui ci si misura su qualità del servizio e prezzi, senza monopoli o rendite di posizione e con penalità (tipiche di un qualsiasi contratto che si rispetti) per chi promette e non mantiene. Altrimenti almeno si assumano i cinghiali: sono in grado dì fare dei bei repulisti e non si ammalano mai.