Corriere della Sera, 20 novembre 2021
Il pm chiede 30 anni per il fidanzato di Carlotta Benusiglio
Non può che essere stato lui-non ci sono prove sufficienti per dire che sia stato lui. È colpevole-è innocente. Da quando, più di 5 anni fa, Carlotta Benusiglio fu trovata impiccata ad un albero in un giardino pubblico di Milano, la giustizia si muove come se fosse salita su un ottovolante che va su e giù, dalla tesi dell’omicidio a quella del suicidio. Ora si arriva ad un primo punto, decisamente fermo, con la Procura della Repubblica di Milano che chiede la condanna a 30 anni dell’ex fidanzato della stilista per omicidio volontario.
La richiesta arriva al termine dell’udienza di ieri del processo che si sta svolgendo con il rito abbreviato di fronte al gup Raffaella Mascarino e che vede imputato Marco Venturi, 45 anni, accusato di aver strangolato nella notte del 31 maggio 2016, al culmine dell’ennesima lite, l’allora 37enne Carlotta Benusiglio e di aver poi allestito con fredda determinazione la macabra messinscena del suicidio, facendo ritrovare il corpo dell’ex fidanzata impiccato all’albero con la sua sciarpa.
L’uomo, che oggi ha 45 anni, deve anche rispondere di stalking e di lesioni ai danni della donna per gli atti persecutori ai quali l’aveva sottoposta, inseguendola o facendosi trovare sotto casa, e per alcuni episodi di violenza.
Il pubblico ministero Francesca Crupi ha chiesto la condanna di Venturi rifacendosi anche alle conclusioni delle consulenze tecniche fatte eseguire dalla stessa Procura e dai familiari della vittima, che non hanno mai creduto all’ipotesi del suicidio. Accertamenti che proverebbero, per il pm, la presenza nel parco di Piazza Napoli di Venturi alle 3,41, l’ora della morte della donna. Richiesta pesante nonostante lo sconto di un terzo della pena garantito dal rito abbreviato (è stato cancellato per i reati da ergastolo commessi dopo il 20 aprile 2019) alla quale, però, si arriva dopo un percorso piuttosto tortuoso. Le prime indagini, infatti, si conclusero con il procuratore aggiunto Alberto Nobili e il pm di allora Antonio Cristillo che chiesero l’archiviazione dell’accusa di omicidio. Il fascicolo passò poi ad un altro pm, Gianfranco Gallo, il quale tornò alla tesi dell’omicidio in base a due perizie medico-legali, una sul corpo della donna riesumato nel dicembre del 2017, e ai risultati delle indagini fatte dai legali della famiglia Benusiglio. Gallo chiese che Marco Venturi fosse arrestato, ma questo non avvenne mai. Sia il giudice per le indagini preliminari, sia il tribunale del riesame, sia la Cassazione esclusero che a suo carico ci fossero i «gravi indizi di colpevolezza» necessari per metterlo in carcere.
«Stiamo andando avanti per arrivare alla giustizia e alla verità e per ridare dignità a mia sorella,
dato che non possiamo riportarla in vita», dice Giorgia Benusiglio, che ieri ha seguito l’udienza in aula con la madre, secondo la quale la richiesta di 30 anni di reclusione, «positiva, giusta», è «la cosa che aspettavamo da cinque anni». Si torna in aula il 14 gennaio del prossimo anno.