Il Messaggero, 20 novembre 2021
Intervista a Jeffrey Archer
I supermercati vuoti per colpa della Brexit? «Notizie spazzatura. Non è vero niente». Il Regno Unito a rischio di divisioni quando la regina Elisabetta non ci sarà più? «Non succederà niente. Carlo diventerà re e tutto procederà come prima».
Ci eravamo lasciati con una sua appassionata intervista arringa a favore di Remain e contro Brexit. Ci ritroviamo tre anni dopo con il Regno Unito ormai fuori dall’Unione Europea e la pandemia che ancora incombe.
Ma lord Jeffrey Archer, 81 anni e trecento milioni di copie, non è uomo che arretra né per una battaglia perduta (quella su Brexit) né per il Covid. Figuriamoci. La sua stessa vita è un romanzo. Figlio di una giornalista e di un padre col gusto dell’avventura, ha studiato a Oxford, ha avuto una prima parte della vita come semplice scrittore di successo, poi è stato vicepresidente dei Tory per volontà di Margaret Thatcher e infine detenuto nelle carceri di Sua Maestà per decisione dei magistrati che lo ritennero colpevole di aver indotto un amico a rendere falsa testimonianza. Anche dal carcere (e sul carcere) ha naturalmente scritto un best seller.
Ora esce in Italia, come sempre pubblicato da HarperCollins, Chi nulla rischia, protagonista il giovane detective di Scotland Yard William Warwick. William è un figlio della buona borghesia londinese, padre avvocato, ottimi studi. Invece di difendere i ladri e diventare ricco, sceglie di arrestarli, accontentandosi dello stipendio di Scotland Yard. Il romanzo, percorso da quel certo secco humour britannico che appartiene anche al suo autore, si snoda nella Londra delle gallerie d’arte e dei musei, ma anche nelle stanze molto meno glamorous di Scotland Yard.
Esistono ancora uomini così, lord Archer? Uomini che preferiscono servire lo Stato rinunciando a una vita comoda e già preparata da papà?
«Il personaggio è ispirato a una storia vera, un poliziotto, che ha veramente lavorato con lo spirito e la dedizione di William Warwick. Uno delle persone migliori che ho conosciuto nella mia vita, quasi un uomo fuori dal suo tempo. Comunque non sono d’accordo con lei, non siamo circondati soltanto da cinici e narcisi. Ci sono molti uomini e donne che sono un vero esempio di generosità. Sono i media a proporci soltanto storie tremende, il lato oscuro, il peggio dell’animo umano. La realtà è diversa, migliore. Le sembrerò naif ma ne sono davvero convinto. Per abitudine coltivo sempre il beneficio del dubbio».
Stiamo diventando troppo cinici lord Archer?
«Ah io no. Ma forse un po’ cinica è lei. Almeno a giudicare dalle sue domande».
C’è una particolare categoria che in questo momento è assai sospettata di farsi solo gli affari suoi: la categoria di chi fa politica. La pubblica opinione è molto diffidente nei confronti di chi sceglie questa professione. Non è stato sempre così. Lei lo sa bene, ha frequentato il Parlamento anche da Vice Presidente dei Tories con Margaret Thatcher. Cosa è cambiato rispetto a ieri?
«L’opinione pubblica oggi è più disillusa, è vero, ma in questi anni ci sono state personalità politiche di grandissimo spessore. E anche molto rispettate. Penso ad Angela Merkel, una donna che ha servito il suo paese nel migliore dei modi, a Indira Gandhi, o a Margaret Thatcher con la quale ho avuto l’onore di collaborare».
I leader di oggi sono invece soggetti a repentini cali di popolarità. Boris Johnson per esempio è stato prima esaltato e poi molto criticato per come sta affrontando la battaglia contro la pandemia
«Battaglia, ha detto bene. Siamo stati e siamo in battaglia. Non ne siamo fuori, non è ancora back to normal ma qualcosa va meglio. Negli ultimi tempi sono stato a teatro ben 5 volte e c’era la sala piena. Sono stato al ristorante Non siamo ancora fuori ma spero che il peggio sia passato».
Il presente è anche il post Brexit. Come sta andando?
«Come sa io ho votato Remain, gliel’ho detto nella nostra ultima intervista. Sono tuttora molto dispiaciuto per la vittoria della Brexit ma credo nella democrazia e dunque penso che sapremo gestire la situazione. Ormai siamo nel post Brexit, la Gran Bretagna sta andando avanti verso il futuro e Brexit è il passato».
Ma abbiamo letto di gravi disagi dovuti alla Brexit, personale che manca, addirittura scaffali vuoti nei supermercati perché non arrivano i camion dal continente
(Jeffrey Archer qui perde la sua britannica flemma, ndr). «Spazzatura. Queste notizie sono spazzatura. Non è vero niente. Senta, mi chiami quando legge cose di questo genere e io le dirò quel che succede veramente. I supermercati sono pieni di cibo e questo è un fatto, non un’invenzione».
Sta dicendo che c’è stata una manipolazione delle notizie?
«Sono storie gonfiate ad arte».
Una preoccupazione reale invece riguarda la salute della regina Elisabetta. Ha 94 anni, è stata il perno della monarchia per sessanta anni. Cosa succederà quando, prima o poi, i britannici dovranno fare a meno di lei?
«Niente. Non succederà niente. King Charles salirà al trono come è normale che sia in una naturale successione. La regina Elisabetta ha regnato per 60 anni, ha servito il suo Paese nel modo migliore È una grande donna, molto amata dal suo popolo ma non vedo rischi per la monarchia dopo di lei e non vedo rischi per il Paese».
Lei è uno scrittore di grandissimo successo, un uomo ricco. Dove trova lo stimolo per scrivere ancora?
«Non lo faccio per soldi, questo no. Ho 81 anni, che cosa vuole che me ne faccia del denaro? Per me è un grande privilegio raccontare storie e lo farò fino a quando avrò storie che mi sembrerà giusto raccontare. Non sono un musicista, non sono un fotografo, sono un uomo che racconta storie. Lo faccio per quei milioni di lettori che si appassionano ai miei libri. E sì, posso dirglielo: sono un uomo fortunato».