Il Messaggero, 20 novembre 2021
Sarah Fergusson ha scritto un Harmony
Sarah Ferguson, la duchessa di York, è sempre stata una ribelle. Ma a quanto pare, era (anche) una questione di sangue. Lo dimostra la storia al centro del suo romanzo rosa, La bussola del cuore (Harmony, in edicola ed e-book, a 6,90), il suo primo romanzo per adulti, in cui racconta la storia di Lady Margaret Montagu Douglas Scott, una sua lontana discendente.
Margaret nacque nel 1846, fu damigella d’onore della figlia della regina Vittoria – la principessa Elena – nel 1866, e si sposò nel 1875, quando aveva ben 29 anni, un’età che a quel tempo, fece scalpore negli ambienti della nobiltà inglese. Ferguson (nell’arco di quindici anni di ricerche e con l’aiuto della sua co-sceneggiatrice Marguerite Kaye) si muove in uno spazio pieno di lacune storiche che lei stessa dichiara d’aver riempito romanzando, spostando la scena fra l’Inghilterra e la Scozia.
ECO FAMILIARE
Ma leggendo c’è una eco familiare, una sovrapposizione di imposizioni e rigide norme d’etichetta che generano immediata empatia con le lettrici. Produttrice cinematografica, benefattrice e già autrice per bambini mai amata dai tabloid inglesi che l’aveva brutalmente ribattezzata Duchessa di Pork, sottolineandone gli eccessi e le cadute di stile, nonché la passione per il denaro Ferguson racconta una storia di ribellione: quando il sipario sale, Margaret sta correndo con le balze della gonna fra le mani nella sporcizia della Londra vittoriana epoca di assassini, prostitute e grandi sfarzi via dalla promessa di matrimonio. Un gran rifiuto che infliggerà una pubblica umiliazione alla propria famiglia e l’autrice che nella realtà andò in sposa al principe Andrea nel 1986 per poi divorziare nel 1996 mentre, oggi, il suo ex-consorte regale è al centro di scandali sessuali calca la mano per far capire al lettore le ricadute di un gesto simile nell’alta società.
Qualcuno rammenterà le parole che le riservò la principessa Margaret «hai fatto di tutto per portare vergogna sulla nostra famiglia» ma resterà deluso chi spererà di leggere travolgenti amplessi con stallieri muscolosi o passioni galeotte nel cuore di notti roventi. Insomma, sembra Bridgerton ma non lo è. Certo, gli uomini la notano eccome, dal clero ai finanzieri, Margaret con i suoi capelli rosso Tiziano e una spruzzata di lentiggini sul viso proprio come l’autrice fa gola a tanti ma lei, bandita dalla famiglia, aspira alla libertà e si concede poco e malvolentieri. Femminista ante-litteram («Ahimè! Non posso negare che viviamo in un mondo di uomini») con una intelligenza brillante che conquista tutti, quando i giornali la diffamano per aver rotto il fidanzamento, Ferguson le fa dichiarare: «La stampa era davvero bestiale quando aveva nel mirino qualche povera anima», togliendosi anche qualche sassolino dalla scarpa.