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 2021  novembre 20 Sabato calendario

I 70 anni di Cicciolina

Tra pochi giorni Elena Anna (Ilona) Staller, in arte Cicciolina, compie settant’anni. La singolarità del suo lavoro e la futilità del suo soprannome non devono trarre in inganno. L’abile imprenditrice seppe fare del corpo, che Shakespeare definiva fangosa veste di decadenza il simbolo di una rivoluzione di costume e persino di giurisprudenza. Anche per questo nel 1987 fu eletta alla Camera dei deputati nella lista dei radicali, seconda solo a Marco Pannella. A torto o a ragione riteneva che la liberazione delle menti dai pregiudizi presupponesse quella della pelle dai veli.
LA CARRIERA
È nata a Budapest il 26 novembre 1951. Dopo qualche lavoretto in patria, nel 1970 si trasferì in Italia e in breve divenne la diva più nota nel controverso settore dell’erotismo. Girò oltre 50 film, e squadernò molte delle variazioni che un tempo i manuali di psicopatologia forense definivano depravate. Si esibì in pubblico, rievocando quelle tendenze parazoofile che Voltaire attribuiva a Oolla e Ooliba, le due sorelle maledette dal profeta Ezechiele. E infine sposò Jeff Koons, un artista postmoderno le cui opere costano più di un quadro di Rembrandt. Divorziò e ritentò senza successo, la carriera politica. Oggi lamenta una riduzione del vitalizio dei parlamentari che tocca i deputati e non i senatori.
I BACCHETTONI
Per capire il suo ruolo nel cambiamento della morale bisogna fare un passo indietro. Alla fine degli Anni 60 il costume sessuale degli italiani era ancora condizionato dalla pudicizia burbera di alcuni predicatori, dal perbenismo bacchettone di molti politici e dal magistero arcigno di tutta la magistratura. I primi fulminavano dai pulpiti l’arditezza degli abbigliamenti femminili, il consueto tramonto dei valori, la scapigliatura irriverente dei giovani e l’incontrollata diffusione delle pubblicazioni licenziose. I secondi, sia pure a titolo diverso, esibivano una compostezza formale di plumbeo grigiore, come se la mortificazione del corpo esaltasse la purezza dello spirito.
Quanto alla magistratura, era continuamente alla ricerca di formule asettiche per definire le manifestazioni di quelle fantasie proibite che finivano in tribunale. Generalmente, per evitare imbarazzanti terminologie, si rifugiava nel latino: il che era fonte di equivoci nei dibattimenti e negli interrogatori, dove gli interlocutori, spesso di educazione insufficiente e di temperamento silvestre, non comprendevano quelle espressioni tratte dal XVI carme di Catullo. A parte ciò, fioccavano le condanne per oltraggio al comune senso del pudore, con sequestri di pellicole e riviste anche per immagini che oggi susciterebbero tenerezza. Nondimeno la certezza del diritto cominciava a vacillare tra i giudici. Alcuni, ad esempio, ammettevano il topless in spiaggia, mentre altri arrestavano l’imprudente bagnante. Cosicché tra il lido di Venezia e quello di Jesolo, contigui ma sotto diverse preture, esisteva una sorta di concorrenza sleale, perché da una parte si poteva stare seminudi, e dall’altra no.
LA TRANSIZIONE
La contestazione giovanile del 68 aveva in parte cambiato questa mentalità rigorosa. Ma gli effetti erano rimasti circoscritti agli ambienti studenteschi, quasi sempre assorbiti da quelli, ben più rilevanti e perniciosi, della protesta violenta. Le liceali che sfilavano con gesti provocatori venivano spesso insultate dai loro compagni per aver strumentalizzato il simbolo dell’organo procreativo offendendo la sacralità della rivoluzione proletaria. Mancava, in definitiva, una transizione dolce ed ironica da una visione bigotta della sessualità a una più liberale tolleranza delle capricciose tendenze individuali. Cicciolina non fu certo la causa esclusiva di questo mutamento, ma ne fu una protagonista attiva e quasi geniale.
A metà degli Anni 70 le cose infatti iniziarono a cambiare. La Francia aveva, sull’esempio degli Stati Uniti, abolito di fatto la censura cinematografica. Seguendo l’aureo principio di Bernard Mandeville che i vizi privati vanno convertiti in pubbliche utilità, e quindi non vanno puniti ma tassati, Giscard D’Estaing aveva imposto sui film a luce rossa imposte aggiuntive, i cui proventi finanziavano il cinema d’autore, che, come la virtù, era economicamente improduttivo. L’Italia esitò con il cinema, ma tollerò la stampa. Le edicole furono invase di riviste di ogni tipo, creando una disparità di trattamento con il destino riservato alle pellicole, spesso sequestrate e talvolta, come accadde al film Ultimo Tango a Parigi, mandate al rogo.
Intanto Ilona Staller avanzava in carriera e astuzia, aumentando progressivamente l’arditezza delle sue esibizioni. Diventata l’icona della trasgressione, fu invitata da Maurizio Costanzo a un confronto con un giudice noto per il suo moralismo. Il poveretto ne usci massacrato, e quella penosa sortita costò alle toghe conservatrici quanto alla Dc l’eccessiva salivazione di Arnaldo Forlani sotto l’interrogatorio di Di Pietro nel più famoso processo di tangentopoli.
I PROVVEDIMENTI
In effetti l’intera argomentazione giuridica del comune senso del pudore era illogica. Non perché questa sensibilità non esista: al contrario è importante e va tutelata. Tuttavia essa non è assoluta, ma è correlata al destinatario del messaggio. E benché sia odioso, come insegna il filosofo, citare sé stessi, nel lontano 1982 fui il primo ad assolvere il gestore di un cinema hard, motivando che – se vi è un rigoroso controllo sui minori – non può sentirsi offeso da certe immagini chi entra pagando in una sala proprio per potersele godere. Il mio quasi contemporaneo provvedimento che chiudeva l’indagine sulle Brigate Rosse Venete ebbe un breve (e assai prudente, visti i tempi) trafiletto. Quello sui film a luce rossa un’intera pagina, finì sulle riviste giuridiche e fece giurisprudenza.
I RAPPORTI VIRTUALI
Cicciolina dunque aveva vinto. Ma fu una vittoria di Pirro. Oggi i vincoli che allora tutelavano i ragazzi sono venuti meno, e con l’avvento di Internet anche i bambini possono accedere, facilmente e gratuitamente, ai contenuti più spaventosi. Per gli adulti pare che, complice il Covid e la diffusione dei social, lo spettacolo erotico sia stato sostituito dai rapporti virtuali sui siti specializzati. E quanto alla capacità seduttiva del nudo, ci permettiamo di citare quello che l’epicureo abate Jerome Coignard disse alla bella Catherine in un romanzo di Anatole France. Quello che vedo in voi m’est sensible; E quello che non vedo m’est plus sensible encore.