Ferdinando Camon per "la Verità", 19 novembre 2021
TORNA SUPERMARIO, E' TUTTO PERDONATO! “LA VERITA’” SPINGE BALOTELLI IN NAZIONALE: "MANCINI SI TURI IL NASO E LO RICHIAMI. SIAMO A SECCO DI GOL. È INDISCIPLINATO E INAFFIDABILE? SÌ, MA NOI NON DOBBIAMO "DARE UNA LEZIONE" A BALOTELLI, O "RIEDUCARLO", QUESTO NON C'INTERESSA. NOI DOBBIAMO SEGNARE. E PER ANDARE IN QATAR DOBBIAMO PROVARLE TUTTE" (A QUESTO PUNTO PERCHE’ NON RICHIAMARE PURE TOTTI?) -
Per Mario Balotelli provo i sentimenti che provava Catullo per Lesbia, e cioè: «Odi et amo», che significa: «La odio e la amo». Catullo amava e odiava Lesbia perché Lesbia lo ingannava, andava con tutti, prometteva e non manteneva. Impossibile non amarla, era così bella! Ma impossibile non odiarla, era così bugiarda e sgualdrina! Bene, son questi i sentimenti che suscita Balotelli.
È bravo? Bravissimo, possente e agile. Si può fidarsi di lui? Purtroppo no, fa quel che vuole. Si allena come vuole, e in campo gioca dove vuole. Ricordo un grande allenatore, di lingua spagnola, che mandandolo in campo a partita inoltrata, gli fa cenno di andare a destra, a destra, lui risponde di sì con la testa, ha capito, andrà a destra, ma appena entrato lo vediamo tutti che va a sinistra, mentre l'allenatore lo chiama: «Mario!» e lo insulta: «Hijo de puta!».
Balotelli ha una solenne robustezza d'impianto, e la ostenta: famosa l'inquadratura che lo mostra a petto nudo, senza maglia, dopo che ha appena segnato un gol da molto lontano, e mostra alle televisioni il suo torace armonioso (però con le spalle un po' arcuate, non squadrate).Balotelli vive con una madre adottiva, che ogni volta quando lo vede uscire di casa per una partita gli fa due raccomandazioni: comportati bene, non farti male. Non gli dice: segna tre gol, o: ritorna vincitor.
L'allenatore che in assoluto è il più grande estimatore di Balotelli è Mancini. Mancini lo schiererebbe sempre. E invece non lo schiera mai. Perché? Non è una domanda a cui Mancini si sottrae, a questa domanda lui risponde, e dice: «Dipende da lui». Se entra in squadra, Balotelli deve giocare con e per la squadra, ma lui intende che, se entra in campo, lui gioca per sé e la squadra deve giocare per lui. Il problemaccio è qui.
È un problema che dev' essere affrontato impostandolo bene. Noi non dobbiamo «dare una lezione» a Balotelli, o «rieducarlo», questo non c'interessa. Noi dobbiamo vincere, cosa che senza di lui dopo gli Europei non sappiamo più fare. E allora dobbiamo riconciliarci con lui e rimetterlo in campo. Achille aveva ragione ad arrabbiarsi con Agamennone e a non combattere più per lui, ma quando capì che così faceva il male suo e dei suoi compagni e del suo amico più caro, si riconciliò e riprese a combattere e vinse. Si fanno tante petizioni in Italia, facciamone una per Balotelli in nazionale: deve tornare subito, fin dalla prossima partita, non possiamo restar fuori dai Mondiali.
È soltanto calcio, d'accordo, ma appunto, non dimentichiamo l'osservazione di Churchill, quando diceva: «Gli italiani perdono una partita di calcio come una guerra, e una guerra come una partita di calcio». Riconosciamolo: è vero, e significa anche che adesso non abbiamo guerre da combattere, per fortuna, abbiamo soltanto partite di calcio da vincere. Possiamo anche perdere, se siamo più deboli dell'avversario. Ma dobbiamo almeno evitare di indebolirci da soli.