Il Sole 24 Ore, 19 novembre 2021
Patrizio Bertelli lascia la guida di Prada al figlio
La pandemia ha spazzato via fatturati e margini, ma è stata anche l’occasione per riorganizzarsi, tagliare costi e collezioni, investire e progettare il cambiamento. Il Gruppo Prada lo ha fatto in modo radicale e ora, forte di nuovi strumenti e di nuove conoscenze, è pronto ad accelerare, spinto dai risultati di quest’anno che saranno migliori del 2019 (quando i ricavi netti erano stati 3,2 miliardi di euro con ebit a 307 milioni), hanno spiegato ieri i vertici dell’azienda incontrando analisti e stampa nel Capital Markets Day organizzato alla Fondazione Prada di Milano. «Il Covid ha accelerato alcuni trend del mercato del lusso – ha detto l’ad Patrizio Bertelli, che controlla il marchio con la moglie Miuccia Prada, direttore creativo, e il figlio Lorenzo, direttore marketing e corporate social responsibility – come l’importanza delle generazioni Y e Z, la spinta al mercato locale, la crescita delle vendite online, l’integrazione tra fisico e digitale, e noi li abbiamo saputi cogliere tanto che quest’anno raggiungeremo risultati significativamente superiori al 2019».
Già nel primo trimestre 2021 il Gruppo Prada aveva recuperato i livelli pre-Covid. Nei primi nove mesi (resi noti ieri perché la quotazione del gruppo a Hong Kong non richiede trimestrali) le vendite retail, che pesano per l’88% sui ricavi totali, sono cresciute del 12% rispetto allo stesso periodo 2019, con una forte accelerazione nel terzo trimestre (+18%). L’ebit era all’11,1% nel primo semestre. L’Asia continua a essere il principale driver della crescita, ma anche Usa e Medio Oriente hanno fatto meglio del 2019.
Gli obiettivi a medio termine (tre-cinque anni) indicati ieri dal gruppo sono arrivare a 4,5 miliardi di euro di ricavi con gross margin al 78% e risultato operativo (ebit) al 20%, il doppio dell’attuale. «Negli ultimi anni abbiamo investito in molte direzioni e forse abbiamo penalizzato l’ebit – ha detto Bertelli – ma noi lavoriamo pensando ai prossimi 20 anni. La storia non si compra e noi abbiamo costruito l’identità di brand meglio di tutti gli altri concorrenti».
Tutte le affermazioni di Prada vanno nel segno di mostrare il cambio di passo. La posizione finanziaria netta di gruppo, che era negativa per 102 milioni a fine giugno 2021, si è azzerata a fine settembre. Le vendite online, che pesavano il 2% nel 2019 e ora sono al 7%, saliranno al 15%. La produttività al metro quadrato dei negozi aumenterà del 30-40%. L’integrazione verticale di filiera, uno degli atout del Gruppo che possiede 23 fabbriche, proseguirà: dopo gli 80 milioni investiti negli ultimi tre anni, nel 2022 saranno investiti altri 70 milioni con l’assunzione di 200 persone, in gran parte in Toscana e nelle Marche. La crescita sarà interna ma anche per acquisizioni, se e quando si presenterà l’occasione.
La sostenibilità resta uno dei pilastri della crescita del Gruppo Prada, che vuol qualificarsi come modello sia sul fronte ambientale, che economico-sociale. Per questo nel consiglio di amministrazione faranno ingresso due esperte di Esg (environmental, social, governance), Pamela Culpepper e Anna Maria Rugarli, che porteranno a 11 il numero dei componenti e permetteranno di centrare l’obiettivo della parità di genere.
A sovrintendere al settore è Lorenzo Bertelli: «Non escludiamo di diventare società benefit e di certificarci BCorp – ha detto – ma le certificazioni stanno spuntando come funghi sul mercato e noi stiamo lavorando per creare ordine». «In ogni caso la nostra direzione non cambia», ha aggiunto elencando gli obiettivi del Gruppo: carbon neutral entro il 2022 (scope 1 e 2), emissioni di gas serra tagliate del 29% (scope 1 e 2) entro il 2026. Il passaggio di testimone alla guida del gruppo Prada tra lui e il padre ci sarà tra qualche anno, ma resta senza data. «Lui ha detto che avverrà fra tre anni? Non ci credo», ha sorriso Lorenzo rivolto al padre e confermando che comunque «l’argomento è sul tavolo in famiglia perché il passaggio va preparato bene». Il futuro è comunque delineato: «Prada come marchio è più grande di Prada come business, e questo ci dà grosse opportunità», ha detto il presidente del Gruppo, Paolo Zannoni.