Il Sole 24 Ore, 19 novembre 2021
Il problema del falso aceto balsamico sloveno
I tre consorzi di tutela dell’aceto balsamico chiedono al Governo di avviare la procedura di infrazione contro la Slovenia, che con una legge del luglio scorso ha dato l’ok alla produzione e alla commercializzazione di un suo “aceto balsamico”, aggirando le norme europee per la tutela della Denominazione di origine. La richiesta è stata avanzata ieri, nel corso di un’audizione informale alla commissione Agricoltura della Camera. A rischio, dicono i consorzi, c’è un mercato da 1,2 miliardi di euro, di cui l’export genera oltre il 90%.
Le difficoltà per l’aceto balsamico tradizionale Dop e per quello Igp erano già cominciate nel 2019, quando una sentenza della Corte di Giustizia – sollecitata dalla Germania – stabilì che le parole “aceto” e “balsamico”, essendo nomi comuni, non hanno tutela come Igp nel loro complesso. La sentenza europea non aveva però escluso che i nomi non avessero valore evocativo, dunque ingannevole. Poi, a luglio scorso, è stato il turno della norma introdotta nell’ordinamento sloveno: secondo l’Italia, si tratta di una legge in violazione di quanto dettato dall’articolo 24 del Regolamento europeo 1151/12, che impegna tutti gli Stati membri a non adottare denominazioni di vendita ambigue, ingannevoli o confondibili con le Dop e le Igp riconosciute nella Ue. Il nostro Paese aveva già fatto presente a Bruxelles le proprie rimostranze sul caso sloveno, ma poiché la Commissione Ue non si è mai espressa sul documento inviato – ha ricordato il direttore del Consorzio di tutela Aceto balsamico di Modena Igp, Federico Desimoni – la procedura si è chiusa determinando, di fatto, l’entrata in produzione del prodotto commercializzato in Slovenia e venduto con la stessa dicitura italiana.
La diatriba sull’aceto balsamico si va ad aggiungere a quella sul Prosecco, che sempre in questi giorni vede l’Italia impegnata a Bruxelles per difendere la produzione di bollicine nazionali dagli attacchi del Prosek croato. «Sono mesi che si stanno verificando attacchi al sistema delle Dop e delle Igp, minandone la stabilità – ha detto la presidente del Consorzio di tutela dell’Aceto balsamico di Modena Igp, Mariangela Grosoli – la Commissione europea per ora non ha preso posizione, ma ci auguriamo che intervenga quanto prima per riportare ordine e ribadire la priorità della tutela dei prodotti a denominazione tutelata».
La battaglia dei Consorzi del Balsamico ha già raccolto il sostegno della Conferenza delle Regioni e quello di OriGin Italia, l’associazione che riunisce il 95% delle produzioni italiane a Indicazione geografica: «La decisione della Slovenia di emanare una legge nazionale che autorizza la produzione di un aceto definito balsamico è in pieno contrasto con i principi e i regolamenti europei ha detto il suo presidente, Cesare Baldrighi – è necessario contrastare l’ennesimo attacco al sistema di tutela delle Dop e delle Igp».