Il Messaggero, 18 novembre 2021
Pure Capitan Findus è diventato vegano
Svolta verde per Capitan Findus, il pescatore di merluzzi più famoso al mondo, che ai classici bastoncini impanati a base animale aggiunge da oggi la versione vegana: i bastoncini impanati vegetali, con il sapore dell’oceano ma a base di fiocchi di riso. Destinati a diventare la punta di diamante della linea Green Cuisine, lanciata da Findus poco più di un anno fa, i bastoncini vegani sono il primo caso di pesce surgelato alternativo in Italia (sul web esistono tuttavia alcune variazioni sul tema, tra cui la versione vegan degli anelli di calamaro).
Un’operazione nel solco della rivoluzione animalista inaugurata dal gruppo inglese Nomad Foods, dal 2015 proprietario del marchio Findus, che ha portato l’azienda a conquistare con Green Cuisine il 26% del mercato dei prodotti vegetariani nel nostro paese, puntando entro il 2025 a un giro d’affari di oltre 200 milioni. Ma la conversione vegetale del bastoncino è solo l’ultima delle trasformazioni subite dalla Findus, acronimo dall’inglese Food Industries, industria di cibo, nata nel 1903 a Bjov, un paesino di 6000 abitanti della Svezia meridionale, e cresciuta fino a diventare leader di mercato nel settore del pesce prefritto surgelato.
Passata in mani inglesi, oggi la società ha abbandonato gli stabilimenti di Bjov (riconvertiti alla produzione di barbabietola precotta), ha trasferito la sua sede nelle Isole Vergini, e alla celebre linea di bastoncini, nata nel 1967, ha aggiunto molto altro, riuscendo a compiere, negli anni Novanta, anche l’eresia su cui nessuno avrebbe mai scommesso: il lancio di una linea di primi piatti precongelati, da riscaldare in padella, diventati popolari anche nel nostro paese. Ad accompagnare il trionfo universale del bastoncino, parallelepipedo industriale subentrato alla sogliola sul podio del pesce facile per i bambini, c’è sempre stato lui, il Capitano Findus, il personaggio lanciato dai primi anni Settanta negli spot tv. Interpretato per vent’anni dall’inglese John Hewer, un attore di teatro che non si sarebbe mai più liberato del personaggio (dopo averci a lungo provato, morì nel 2008 in un ospizio), il barbuto lupo di mare, capelli bianchi e cappello da marinaio in testa, ha cambiato aspetto più volte.
A inizio del 2000 la svolta giovanile, con la barba incolta, l’uniforme moderna e il volto dell’attore Stefano Seno, incaricato di interpretare il personaggio sul solo territorio italiano. Poi, nel 2003, il ritorno alla rassicurante terza età, con un Findus nuovamente a barba e capelli bianchi, ma privo di parola nell’interpretazione muta dell’irlandese Martyn Reid. Giovane o anziano, silenzioso o parlante (il suo motto: «Parola di Capitan Findus!»), nella versione originale o in quella tarocca del tedesco Signor Appel, al centro di una disputa finita in tribunale, Capitan Findus ha mantenuto per cinquant’anni una sola costante: la caccia al merluzzo.
Ma i tempi cambiano e la tavola degli italiani anche, come dimostrano le ultime rilevazioni secondo cui il 22% di tutte le proteine assunte nel nostro paese sarebbe ormai di origine vegetale, con una spesa per prodotti vegani arrivata nel 2021 a 312 milioni di euro (+14,7% sul 2020). Al pescatore più famoso dei mari del Nord resta un’ultima missione: convincere i bambini che il pesce è sempre buono, anche se è fatto di riso.