Il Messaggero, 16 novembre 2021
A lezione di virilità da Mansfield
D a troppi ricercata senza conoscerne l’essenza più profonda, da molti altri ancora osteggiata e messa al bando come qualcosa di cui vergognarsi e di cui liberarsi al più presto, la virilità è un personaggio scomodo nel film colorato e sconquassato della nostra società. A fare luce su questa parola e sul suo significato reale – con un saggio importante e di largo respiro, ci ha pensato Harvey C. Mansfield, con il suo Virilità (tornato in libreria grazie a Liberilibri, pagg. 420, euro 20).
Mansfield affronta lo scottante tema con un’arguzia, una capacità di analisi e un gusto letterario, in grado di disinnescare ogni polemica su una tematica che oggi potrebbe sembrare, togliamo il potrebbe, obsoleta per non dire offensiva. Basta dunque con punti di riferimento come Humphrey Bogart e simili, si deve cercare un punto di smaltimento per questo olio esausto che sta sullo stomaco di scienza (biologia evoluzionistica) e psicologia (sociale). Secondo l’autore del saggio, «la virilità riguarda tutti noi da vicino, è qualcosa che chiunque può riconoscere», con le sue sfumature, completamente diverse a seconda dei casi. Scrive Mansfield: «La virilità conosce gradazioni diverse. Non è un caso se gli uomini virili sono portati a esprimere giudizi avversi non soltanto verso le donne, ma anche verso quei maschi che non corrispondono ai loro standard. A un certo livello, la virilità è probabilmente comune a tutti i maschi; a un livello superiore, invece è propria soltanto del circolo ristretto degli uomini più virili, di cui potrebbero fare parte anche alcune donne. A un livello ancora più alto, poi, la virilità diventa una virtù: la virtù dei coraggiosi. E, salendo ancora, può addirittura assurgere ad attributo del pensiero, come coraggio di opporsi all’opinione convenzionale».
Quindi una disamina che si tiene alla larga dal far coincidere la virilità con la mascolinità, occupandosi soltanto della manifestazione più rozza dell’uomo virile: l’aggressività.
La virilità spinge l’uomo a voler far valere la giustizia, a tal punto da entrare nel campo del thumos, cioè della messa a rischio della propria vita per salvarsi la vita (tematica splendidamente trattata nell’opera di Mansfield).
Come dice l’autore stesso, nel libro non viene spiegato ogni aspetto della virilità. Sicuramente se ne svela il fuoco più puro, lasciando così il lettore alle prese con una nuova coscienza, e conoscenza, di questo valore, che non è in contrasto con le attuali tendenze culturali. Al contrario le arricchisce di un quid critico e auto critico che, attraverso esempi letterari e filosofici, offrono qualcosa in più e dimostrano come il confronto sia necessario per mostrare una vera apertura verso l’altro.
Troppo virile?!