Corriere della Sera, 13 novembre 2021
Valentino Rossi racontato dalla mamma
«Sto cercando di capire quando Draghi mi farà andare in pensione». Stefania Palma è «la Stefy», è la madre di Valentino Rossi. Pausa pranzo in ufficio, Comune di Tavullia. Lavori Pubblici. «È bello qui. Mi occupo di cose concrete, aiutano le persone a vivere meglio». Il sorriso è freschissimo. Occhi chiari, un candore che il tempo non muta.
Ultima gara in moto per Valentino. Un sollievo, una malinconia o un ennesimo passaggio?
«Un cambio di abitudini che muove cose intime, importanti. Mi dispiace di non essere a Valencia, non me la sono sentita, troppa emozione, perché un figlio resta un figlio. Ormai Valentino porta i segni della sua età nel viso, ma il mio istinto è rimasto quello di una mamma. Mi trattengo perché è adulto, anche se adulto non riesco ancora a vederlo».
«Mamma ho deciso di smettere». L’ha saputo così?
«Ricordo perfettamente il momento, avevamo appena finito di pranzare, a casa. Mi ha guardata e ha detto: domani annuncio che smetto. Sono rimasta senza parole, anche se avevo una risposta pronta. Ho solo detto: ah. Nient’altro. Me lo aspettavo, era un’idea che viveva dentro di lui».
Una lunga avventura. Quando ricorda, cosa trova?
«Il momento in cui mi accorsi che Valentino era diventato un campione. Fu quando vinse il titolo nel 2001, ero presente, in Australia. Sin lì, ero convinta si trattasse di una cosa meno importante, ma sì, la velocità, le corse… succede a tanti ragazzi. Invece, vederlo da vicino, in gara, fu una rivelazione. Pensai, per la prima volta: mamma mia Valentino com’è bravo».
Eppure, era nato in mezzo alle moto...
«Il suo babbo correva, vivevamo in pista tutte le domeniche. Quando è arrivato, si è adattato senza un capriccio. È stato un bravo bambino».
Anche se quella pagella di terza media con scritto «sufficiente» la fece arrabbiare…
«Certo. Ma come, uno come Valentino, brillante, entusiasta, pronto in tutto, mi prende sufficiente? Non si era applicato granché».
C’è una porta che collega casa sua con casa di Valentino. Come funziona?
«Dalla mia parte è sempre aperta. Penso sia aperta anche la serratura di Valentino. Non sono una ficcanaso, uso il passaggio solo quando è necessario, ma sapere che quella porta esiste mi fa molto piacere».
Chiama il babbo di Valentino, Graziano, per cognome: Rossi. La vostra separazione sino a che punto ferì Valentino?
«Riuscì a superarla. Comprese che può capitare. A proposito di porte, tra noi non ci sono mai state, mai fissato quelle regole da genitori separati, un weekend qui, un altro là. E il Natale lo trascorriamo insieme da sempre».
Valentino e poi Luca Marini. Due figli piloti. Tensioni e timori da pista. Riesce sempre a controllare l’istinto materno?
«Eh, non proprio. Vedendoli correre entrambi, la tensione è aumentata. Però la fiducia alla fine prevale sempre, lascio spazio ai pensieri positivi».
Oltre alle gioie, sono emersi dolori, fratture, fastidi, quel contrasto con il fisco… Com’è Vale nei giorni cupi?
«Talmente razionale da trovare una soluzione di fronte ad ogni nodo. Riflette, pensa cosa fare. Ha imparato a guardarsi dentro. Ragiona, chiede consiglio, poi decide. E non sbaglia. Penso sia una persona capace di prepararsi per essere pronto ad affrontare ciò che ha di fronte».
La morte di Marco Simoncelli è un dolore che non va via?
«È un tema difficile, un fatto tragico. Credo che una cosa così grave non fosse mai comparsa nei suoi pensieri. Marco, ciò che accadde… sono immagini e sentimenti chiusi nel suo cuore. Qualcosa che, a differenza di un problema, non può risolvere. Penso che Valentino sia stato costretto ad accettarlo e a tenerlo dentro di sé».
Francesca Sofia. Perché è la donna giusta?
«Perché ha un carattere simile a quello di Valentino. Quando si tratta di essere precisi, seri, accurati, lei c’è. Quando è il momento di giocare, di assecondare una serenità, lei c’è».
Un campione e un comunicatore straordinario. Sarà un padre come tanti?
«Se lo confronto con mio padre o con il suo, credo di no. Lo immagino più attento. Sogno questa bambina in arrivo, sento che avrà un bellissimo rapporto con il suo babbo. Pronto ad adeguarsi a ciò che una figlia porterà nella sua vita».