La Stampa, 14 novembre 2021
La Fenice riparte da Fidelio
Tante novità, qualche classico, grandi interpreti e prestigiose bacchette. Dopo il periodo buio la Fondazione Teatro La Fenice di Venezia presenta quella che è la stagione della ripartenza. «Possiamo definirla della rinascita, com’è scritto nel mito della fenice - dice il sovrintendente e direttore artistico Fortunato Ortombrina -. Finalmente possiamo presentare un cartellone sviluppato su 12 mesi».
Quali sono le linee progettuali?
«Inaugureremo con Fidelio di Beethoven diretto da Myung-Whun Chung che è l’opera della libertà per eccellenza, una libertà che sta al di sopra del comune senso politico, è dell’intera umanità e acquisisce un valore simbolico per il fatto che sarà la prima opera che si potrà vedere con la sala a capienza completa. Da qui ci si muoverà attraverso una sequenza di titoli in puro stile Fenice. Come abbiamo sempre fatto, proponiamo una stagione multiforme in cui è presente la maggiore varietà possibile di stili, al suo interno devono essere presenti tutti e quattrocento gli anni della storia del teatro d’opera. Da Beethoven a Verdi, passando da Vivaldi, Mozart e anche autori contemporanei».
Quali sono le novità?
«Presenteremo la prima assoluta di Baruffe da Goldoni, con la musica di Giorgio Battistelli con libretto e regia di Damiano Michieletto, e di Peter Grimes di Britten, opera incentrata sull’uomo e sul suo rapporto con il mare. Toccheremo poi tematiche importanti come il rapporto tra Occidente e Oriente con I lombardi alla prima crociata di Verdi, mai rappresentato nel Novecento a Venezia, che avrà un cast stellare e che delineerà il compimento di un percorso».
Ci saranno momenti di approfondimento?
«Non dobbiamo pensare al teatro d’opera come qualcosa che inizia e finisce con lo spettacolo. Quello deve essere il culmine di un cammino di discussione e di confronto che si allarga al di fuori della musica, per questo abbiamo la sezione Education, ricca di proposte».
Ci sarà la consueta parte dedicata al barocco?
«Debutteranno i nuovi allestimenti della Griselda di Vivaldi e di Scipione nelle Spagne di Caldara, entrambi accolti al Teatro Malibran».
La rinnovata sala della metà del Seicento...
«Abbiamo utilizzato il periodo di chiusura forzata per realizzare un ammodernamento tecnologico e questo spazio ospiterà anche alcuni appuntamenti del cartellone sinfonico».
Quali altri titoli proporrete?
«Un nuovo Faust di Gounod con la regia di Joan Anton Rechi e La Fille du régiment di Donizetti. Inoltre, un gioiello dal catalogo mozartiano, Apollo et Hyacinthus che il compositore scrisse all’età di 11 anni e che facciamo in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti».
Che ruolo hanno le collaborazioni?
«Da sempre intessiamo relazioni con istituzioni e con il territorio, per noi è fondamentale».
Ci sarà spazio per il grande repertorio degli allestimenti fenicei?
«Saranno due: Madama Butterfly di Puccini e Il trovatore di Verdi».
Per quanto riguarda il balletto?
«Ospiteremo la compagnia con cui abbiamo una certa familiarità, Les Ballets de Monte-Carlo che presenterà Lac di Maillot dal Lago dei cigni di ?ajkovskij. In aggiunta, in prima ed esclusiva italiana, Marie-Antoinette di Malandain con il Malandain Ballet Biarritz».
Passiamo alla stagione sinfonica.
«Abbiamo ampliato l’offerta con l’apertura e la chiusura affidate a Myung-Whun Chung che proporrà rispettivamente la Nona di Beethoven e la Terza di Mahler. Saliranno sul podio dell’Orchestra del Teatro La Fenice, Charles Dutoit, Robert Trevino, Louis Lortie, Joana Carneiro, Markus Stenz, John Axelrod e altri ancora».
Se dovesse indicare due concerti, quali suggerirebbe?
«Non è facile rispondere. Tuttavia, segnalo l’evento prima della pausa estiva con Fabio Luisi che dirigerà i Carmina Burana di Orff in piazza San Marco. Per la Fenice tornare in piazza è significativo e commovente, in particolare in questa stagione della ripartenza. Poi, indico il concerto di Capodanno, nuovamente con la direzione musicale di Luisi, solisti il soprano Pretty Yende e il tenore Brian Jagde, che sarà trasmesso in diretta tv su Rai 1».
In occasione dei settecento anni dalla morte di Dante ci sarà un progetto speciale.
«Si tratta di un mini-cartellone con quattro appuntamenti. Un convegno in collaborazione con l’Università, un concerto dell’ensemble Le Parnasse français e uno nato dalla collaborazione tra Manuela Custer e il pianista Raffaele Cortesi con il Quartetto Dafne. Ci sarà pure uno spettacolo tratto dal libro di Aldo Cazzullo con la partecipazione straordinaria di Piero Pelù. Questo evento rappresenta un’occasione per ampliare lo sguardo, essendo Alighieri il poeta di tutti, abbiamo provato a vedere come si colloca nell’universo artistico contemporaneo».