la Repubblica, 14 novembre 2021
I risparmi alla prova dell’inflazione
L’allarme inflazione, dopo anni passati a contrastare la decrescita (non felice) dei prezzi, sta sconvolgendo il percorso virtuoso che sembrava essersi innescato grazie agli interventi di sostegno all’economia su scala mondiale. Negli Usa il caro-prezzi è ai massimi da 30 anni, in Italia è al 2,9%, valori che non si vedevano dal 2012. Per questo, nonostante le rassicurazioni delle Banche centrali – e in particolare della Bce – sta crescendo il timore che l’inflazione possa sfuggire di mano e tener compagnia al carrello della spesa così come ai rendimenti delle obbligazioni per un tempo prolungato e magari a livelli più alti di quando si immagini. Una “nuova normalità” che si porterebbe dietro un rialzo dei tassi, dopo anni di valori negativi, con impatti sul risparmiatore. A partire dall’investimento più diffuso: la casa e quindi il mutuo, ma anche i bond e le azioni.
Mutui in (lieve) rialzo
«Da inizio anno c’è stata una salita molto lenta e progressiva dei mutui a tasso fisso, ma siamo ancora a livelli eccezionalmente bassi – spiega Alessio Santarelli, direttore generale divisione broking di MutuiOnline – e anche per il prossimo anno non mi aspetto shock sui tassi. Certo, a questo punto aspettare a fare un mutuo è una scelta che costa, viste le condizioni attuali che, ripeto, sono particolarmente favorevoli». Solo dieci anni fa il tasso fisso era sopra il 5% mentre ora supera di poco l’1% (valori medi sui finanziamenti a 20 e 30 anni); il tasso variabile è passato da 3,16 allo 0,74% di ottobre.In questo momento il tasso fisso assorbe oltre il 90% delle erogazioni, anche perché la differenza di tasso è così ridotta che non è conveniente rischiare – a 20 o 30 anni – di subire forti rialzi. Va comunque considerato che i mutui variabili sono agganciati all’Euribor, cioè a un tasso saldamente legato al costo ufficiale del denaro fissato dalla Bce. Per cui fino a quando la Banca centrale non cambia rotta, anche il mutuo variabile resterà sostanzialmente poco mosso, mentre il mutuo fisso è legato al tasso Irs, che si muove molto più liberamente. Inoltre, occorre considerare che variazioni anche ridotte, per esempio 25 centesimi di punto, possono avere un impatto significativo sulle rate, se il tasso di partenza è dell’1%, perché significa che l’importo da pagare aumenta di un quarto.
I bond soffrono
I titoli a tasso fisso rischiano di essere i veri sconfitti in caso di inflazione alta e duratura, che si trasmetta ai tassi di interesse. Lo stesso Mef, due giorni fa, ha alzato la cedola intermedia del Btp Futura, per adeguarla ai nuovi livelli di mercato. E da qualche tempo i prezzi dei titoli di Stato viaggiano sull’ottovolante proprio per il grande nervosismo che caratterizza il livello dei tassi, ancora alla ricerca di un equilibrio in questa fase. Ovviamente questo vale molto meno per i titoli a tasso variabile, che adeguano la cedola periodicamente. Ad esempio i titoli indicizzati all’inflazione (come il Btp Italia, oppure la variante legata all’inflazione europea) offrono un buono scudo, anche se non totale, perché i tassi potrebbero salire anche più velocemente del dato ufficiale sul costo della vita, in quanto si muovono sulle aspettative.
La festa delle Borse
I mercati azionari sono ai massimi in parecchie aree del mondo, e già questo è un fattore di attenzione. La forte crescita economica, che si sta già riflettendo sui conti trimestrali, però fa sì che in termini relativi le Borse non siano care. E, tradizionalmente, l’inflazione ha fatto bene alle aziende, che scaricano i rincari sui prezzi finali. «Le Borse continueranno a crescere, non ci sono alternative – sostiene Giovanni Tamburi, amministratore delegato di Tip, una società che si muove come una sorta di private equity – con i tassi a questi livelli le azioni di qualità sono la scelta migliore. Certo, i tassi stanno già salendo ma non a livelli tali da minare questo trend». In generale, tassi molto alti danneggiano le società indebitate (devono pagare più interessi) così come la selezione dei titoli deve essere molto accurata dopo un lungo periodo di rialzi di Borsa. Sulla carta i titoli “value”, che hanno una crescita più lenta ma costante, sono più difensivi nel caso di correzione.