Corriere della Sera, 13 novembre 2021
Assange può sposarsi
Dispiace per i «bravi» d’oltremanica. Ma finalmente, questo matrimonio s’ha da fare. Julian Assange potrà sposare la compagna, l’avvocata Stella Moris, madre dei suoi due figli, Gabriel e Max. Non da uomo libero, però. Il fondatore di WikiLeaks potrà dire sì tra le mura del carcere di massima sicurezza di Belmarsh, dove è detenuto dal 2019.
A dare l’annuncio, la stessa Stella Moris, che su Twitter ha commentato: «Buone notizie: il governo del Regno Unito si è ritirato 24 ore prima della scadenza. Julian e io ora abbiamo il permesso di sposarci. Sono sollevata ma ancora arrabbiata perché è stata necessaria un’azione legale per porre fine all’interferenza illegale con il nostro diritto fondamentale al matrimonio». Come d’obbligo, sono arrivate le felicitazioni dal padre e del fratello dell’hacker australiano, John e Gabriel Shipton. E come da tradizione è rimasta in silenzio l’«ex», l’attrice Pamela Anderson, da sempre molto vicina ad Assange, e dipinta dalla stampa scandalistica come suo flirt. Un intermezzo a lieto fine, dunque in una storia fatta di hackeraggi, accuse di spionaggio e colpi di scena in tribunale. La coppia, che si è incontrata mentre il fondatore di WikiLeaks era rinchiuso nell’ambasciata ecuadoriana, ha ottenuto il via libera direttamente dal direttore del carcere di Belmarsh. Ma il nulla osta alle nozze non è stato certo facile da ottenere. Moris, ex legale di Assange, ha dovuto minacciare di intraprendere un’azione legale contro il dirigente del penitenziario e contro il segretario alla Giustizia, Dominic Raab. Lasciando stare gli «Azzeccagarbugli» e i «Don Abbondi» di manzoniana memoria, a Downing Street devono aver deciso di scendere a più miti consigli e di rispettare la legge, fosse anche solo per evitare ulteriori accuse di trattamento disumano nei confronti del detenuto più scomodo del Regno Unito. Assange, cittadino australiano, è stato arrestato dopo aver trascorso più di sei anni nell’ambasciata ecuadoriana, Dopo essere stato detenuto 12 mesi per aver non presenziato ad un’udienza sulla cauzione di un procedimento ormai archiviato (quello sulle accuse di stupro in Svezia), viene ora trattenuto a Belmarsh perché gli Usa ne hanno chiesto l’estradizione con l’accusa di aver violato l’Espionage Act.
A gennaio il giudice ha rifiutato la richiesta di Washington di estradare Assange, ma è stato presentato un ricorso su cui la Corte britannica dovrebbe deliberare nelle prossime settimane. Una tappa obbligata per l’hacker dai capelli bianchi che sogna di tornare ad essere un uomo libero. Nessuna data invece è ancora stata fissata per il matrimonio.