Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  novembre 13 Sabato calendario

Sergio Staino racconta la sua cecità

Quando ero piccino, tra le opere di beneficenza svolte dalla mia famiglia, c’era il sostegno a una particolare iniziativa: l’attività artistica di persone con grave disabilità. A promuovere laraccoltadeicontributi economici, provvedeva l’invio per posta di diverse serie di cartoline, che riproducevano a colori i quadrirealizzati— colpennellostrettotraidenti o sotto l’ascella o tra l’alluce e il secondo dito del piede – da persone afflitte da mutilazioni. Le immagini inducevano una qualche inquietudine in me e nelle mie sorelle perché accanto alle foto dei quadri si trovavano quelle dei pittori: e quei moncherini, quegli arti tronchi, quellemembra amputate producevano un notevole turbamento. E maggioredisponibilitàaunattogeneroso.Aquanto ricordo, nessun quadro mai venne indicato come realizzatodauncieco.Lacosamivieneinmente quandomitrovoaparlareconSergioStaino,come me non vedente, importante illustratore e disegnatore, inventore del personaggio di Bobo, rivoluzionario in acuta crisi di identità esistenziale epolitica.Pittorinonvedenti?Nontutti sannodella vicenda del quasi-cieco Claude Monet, del quale trovo traccia in un noir di Michel Bussi ( Ninfee nere, pubblicatoinaudiolibrodaEmons).Tomaso Montanari mi parla di uno scultore del Seicento, Giovanni Gonnelli (Firenze), e Marica Fantauzzi ha scovato, negli Stati Uniti, un pittore contemporaneo, John Bramblitt, anch’egli privo della vista. Ma qui non siamo storici dell’arte (per chi voglia approfondire: Lacecitàdeipittori diBarbaraAntonelli) e, a interessarci, è piuttosto il comprendere come diavolo faccia Staino a disegnare tutti i giorni le sue vignette.