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 2021  novembre 12 Venerdì calendario

Periscopio


Ma la destra al Quirinale non vuole Berlusconi? «Mi pare che, ormai, non ci pensi più nemmeno lui». Massimo d’Alema. (Aldo Cazzullo). Corsera.

Lupi avrà la sua buona dose di ragioni per stupirsi, sentendo i leader di partito prendere tempo sul tema che più appassiona il Palazzo: «Mancano di fatto poche settimane alla scelta del prossimo presidente della Repubblica. Quando dovremmo parlarne: durante le feste di Natale?». Francesco Verderami. Corsera.
Dai risultati del M5s non emergono effetti speciali. A Milano praticamente non esistiamo, perdiamo due grandi città dove abbiamo governato cinque anni, Roma e Torino, anche se va detto che Virginia Raggi ottiene una buona affermazione personale, da sola contro tutto e tutti. Vincenzo Spadafora, deputato M5s. Carlo Valentini. ItaliaOggi.
Salvini ha detto che di adesione al Partito popolare europeo non si parla, visto che esso è succube della sinistra. Questa presunta subordinazione è un falso. Semmai, sino all’altro ieri (ritiro della Merkel e sconfitta elettorale della Cdu-Csu) era vero il contrario con la socialdemocrazia tedesca costretta a collaborare con i partiti della Democrazia cristiana tedesca e a subire la decisa, incontestabile primazia della cancelliera. Domenico Cacopardo. ItaliaOggi.

Berlusconi (per storia e per età) si considera giustamente il federatore. Ma Salvini, a Palermo (dove si celebra il terzo processo a suo carico per sequestro di migranti) ha attribuito a sé stesso questo ruolo. Non a caso ha telefonato a due anime inquiete di Forza Italia come Gelmini e Brunetta che si sentono ignorate da Berlusconi e che non vanno via, ma hanno il soprabito pronto. E ha ritrattato le accuse di disfattismo alla Meloni. Dal 19 gennaio si elegge il tredicesimo presidente della Repubblica. Berlusconi si candida, magari per un biennio. Meloni accetterebbe Draghi purché si vada subito al voto. Salvini si è raffreddato e voterebbe Draghi purché non si vada alle elezioni anticipate. Qualunque sia la scelta, se vuole contare in modo decisivo il centrodestra deve blindarsi. Bruno Vespa. QN.
Berlusconi avrebbe detto che Salvini e Meloni non potrebbero mai essere premier in caso di vittoria. Pare però non lo abbia detto. E comunque Berlusconi è noto per le sue gaffe. Ma se fosse vero, sarebbe un autogol clamoroso, vorrebbe dire affossare gli unici due che tirano e portano voti. Magari lo pensi, ma non lo dici ora. Poi si tratterà di trovare un Draghi della situazione che faccia il presidente del consiglio. Giuliano Urbani, politologo, tra i fondatori di Forza Italia, più volte ministro nei governi Berlusconi. (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
Che si possano sciogliere anticipatamente le Camere è un pericolo che non esiste. Ma chi li vede i nostri onorevoli rinunciare al vitalizio? Con il taglio da mille a 600 parlamentari, molti non hanno più nessuna chance di mettere piede in Parlamento. Mi creda, il voto anticipato non sta proprio in piedi, qui si va avanti fino al 2023. Massimo Cacciari, filosofo e analista politico. (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
A Trieste è stato condotto un esperimento volontario di massa con le manifestazioni di protesta e si è visto cosa fa il virus avendo un assembramento di persone non protette: il numero di contagi si è decuplicato. Guido Rasi, consulente di Figliuolo e ex direttore dell’Ema (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
Dalle manifestazioni di portuali è nata l’idea che Trieste sia la capitale italiana dei no vax, dei no green pass e della cultura antiscientifica. Trieste non è questo. E vuole dirlo a gran voce. Trieste è la capitale italiana della scienza; e della scienza si fida. Mitja Gialuz, (Carlo Valentini). ItaliaOggi.
A Sassari la borghesia è sempre stata equamente suddivisa fra medici e avvocati. Ho preferito seguire le orme del nonno materno, Gavino Dore, otorinolaringoiatra. Era diventato assistente all’Umberto I di Roma. Socialista, condannò il delitto Matteotti e fu costretto dal fascismo a tornare nella sua città natale, dove fondò con quattro amici il Policlinico Sassarese. Fin da piccolo volevo fare il medico. La mia vocazione di medico è nata perché pensavo di dover curare mia madre Grazia, cardiopatica. Detto per inciso, a 92 anni è ancora viva. Anche lei avrebbe voluto diventare medico, come suo padre e suo fratello, ma mio nonno glielo impedì. Agli inizi del Novecento un fratello di mia nonna, studente di medicina, era morto a causa di un’infezione cadaverica contratta durante un’autopsia. La mamma dovette iscriversi a farmacia. Conseguì una seconda laurea in scienze biologiche, divenne insegnante e poi farmacista. Si sposò ed ebbe quattro figli. Giampietro Pinna, neurochirurgo azienda ospedaliera universitaria di Verona (Stefano Lorenzetto). l’Arena.
Tick tick tick: se i tuoi passi rimbombano, vuol dire che sei solo. Proprio solo. Non è un effetto ottico. Il Transatlantico di Montecitorio riaperto dopo 17 mesi di Covid e di morte: eccolo magnifico ai limiti del magico, dentro una luce bianca che filtra dai finestroni, enorme, e deserto. Da dietro una colonna del grande atrio liberty floreale, progettato alla fine dell’Ottocento dall’architetto palermitano Ernesto Basile, spunta fuori un addetto alle pulizie; spinge una grossa lucidatrice: «Guardi questo pavimento come luccica».L’uomo della lucidatrice: «Dottò, lo sa che hanno riaperto anche la buvette?». Attraversare allora questo Salone dei Passi Perduti (soprannome ricco di suggestioni). Tick tick tick. Con lo sguardo che scorre sui dispenser di gel disinfettante e sui divanetti di legno pregiato giustamente sfregiati dai cartelli No-Covid. Con il ricordo (tramandato da cronista a cronista) di memorabili e altissime battaglie politiche, di intrighi sublimi e volgari intrallazzi, di accordi bizantini e risate oscene, di sospetti crudeli e divertenti perfidie, solenni scenate, urla e sospiri. Fabrizio Roncone. Corsera.
Alda Merini, poetessa troppo a lungo incompresa. Gettata nella morsa dei manicomi perché considerata pazza in un’epoca che ancora non voleva vedere la profondità delle donne. L’unica sua colpa era la sensibilità, la troppa empatia, forse. Una capacità più profonda di sentire il dolore che l’ha resa matta agli occhi degli altri. Ma pazzo era solo il suo bisogno di scrivere, la sua arte poetica di cui oggi non potremmo fare a meno. È nata il 21 marzo 1931 Alda Merini, il primo giorno di primavera, e se ne è andata il 1° novembre del 2009, un fiore calpestato troppe volte che chiedeva solo un po’ d’amore. Cesare Lanza. Alle 5 della sera.
Il dolore ti fa scoprire tesori che il piacere non scoprirebbe mai. Roberto Gervaso.