La Stampa, 11 novembre 2021
Un paziente Covid in terapia intensiva costa 28 mila euro
Aumentano i contagi e i ricoveri. Un rilancio, quello del virus mai domato, che ha implicazioni non soltanto sanitarie, dirimenti, ma economiche. Vale per le degenze nelle terapie intensive, nelle subintensive e nelle Medicine di urgenza degli ospedali. Nessun confronto con le prime, devastanti ondate della pandemia: certo. Ma nelle rianimazioni e nei reparti tornano ad affluire i malati. Non pazienti «normali»: pazienti Covid, più e meno gravi, bisognosi di trattamenti sofisticati, con costi proporzionali.
Singapore – dove dall’8 dicembre chi non si vaccina per scelta, e si ammala, dovrà pagare di tasca propria le spese mediche – è lontana. Distanza culturale, più che geografica. Così pure la Turingia, dove il presidente, Bodo Ramelow, ha minacciato di non curare più chi non accetterà la somministrazione del vaccino, se dovesse salire eccessivamente la pressione sulle strutture sanitarie. Una scelta precisa, nel primo caso, una minaccia nel secondo. Nessun dubbio, invece, che i trattamenti per strappare alla morsa del Covid chi ne è stato colpito impattano in termini di spese, oltre che per la pressione sulle strutture sanitarie.
Una breve ricognizione sui costi delle degenze in terapia intensiva alla Città della Salute di Torino, tra le maggiori aziende ospedaliero-universitarie in Italia e in Europa, rende l’idea. Come riferimento per stimare il costo medio dei ricoveri è stato preso il periodo marzo–maggio 2020, quando le rianimazioni erano completamente assorbite dai pazienti Covid. Numeri validi anche oggi. La differenza sta nel quadro assai più favorevole, che sovente si sostanzia in degenze più brevi.
Maggioranza di non vaccinati
Restando al dato dell’anno scorso, e prendendo come base una degenza di 9-10 giorni, è stato calcolato un costo medio pari a circa 2.800 euro al giorno. La cifra, scorporata, rimanda al costo del personale (circa 1.108 euro), ai farmaci e al materiale sanitario (circa 624 euro), ad attività sanitarie di supporto (circa 724 euro), più 320 euro di altri costi. Tutto questo, al giorno. Complessivamente parliamo di poco più di 28 mila euro. Moltiplicate questa somma per i 24 pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive del Piemonte, 423 in Italia, e avrete una stima attendibile dell’impegno economico. «Naturalmente la durata del ricovero varia da paziente a paziente in base all’età, al quadro clinico e a un’altra serie di fattori – precisa il dottor Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute -. La durata della degenza può arrivare a 25 giorni, così come risolversi in meno di una settimana». Resta la sostanza. A maggior ragione, considerato che il costo delle terapie intensive, dove oggi approdano prevalentemente persone non vaccinate, si somma a quello delle subintensive e dei ricoveri nei reparti ordinari. «Ogni livello ha un costo, in proporzione – aggiunge La Valle -: anche nelle Medicine di urgenza». Personale, farmaci, apparecchiature.
Un altro capitolo, sempre per quanti hanno contratto il Covid, rimanda alla terapia con anticorpi monoclonali (a proposito: quelli di nuova generazione, in distribuzione nei centri di riferimento, sono stati testati in vitro per coprire anche le varianti). «Vanno somministrati in fase precoce, entro cinque-sei giorni al massimo dall’insorgenza dei sintomi, e in alcuni casi, ad esempio gli immunodepressi, a scopo preventivo – spiega il professor Giovanni Di Perri, primario di Malattie infettive all’ospedale Amedeo di Savoia di Torino -. Il fattore-tempo è imprescindibile. Si ricorre a questo genere di terapia proprio per evitare il ricovero: con una sola infusione il rischio si riduce dal 50 all’80 per cento». Il costo varia dai 1.500 ai 2 mila euro: 450 i pazienti già trattati in Piemonte, oltre 200 all’Amedeo.