Corriere della Sera, 11 novembre 2021
America Latina in retromarcia
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) rischia di uscire anche stavolta dall’Argentina con un occhio nero. Il governo peronista di Buenos Aires – presidente Alberto Fernández e sua vice, ma in realtà la vera numero uno, Cristina Fernández de Kirchner – deve rinegoziare entro il prossimo marzo i termini di un salvataggio da 57 miliardi di dollari con l’istituzione di Washington. La situazione finanziaria del Paese è pessima: inflazione al 50%, prezzi controllati, limitazione dei movimenti di capitale. Ma il governo ha già fatto intendere di non volere compromessi e di essere disposto ad arrivare a una rottura: molti commentatori sospettano che si stiano rafforzando le posizioni anti-Fmi della Kirchner. Sono 21 i salvataggi dell’Argentina organizzati finora dal Fondo e non sempre ne è uscito bene. L’ennesima crisi di una delle economie più importanti dell’America Latina accende un riflettore su un continente che spesso sembra dimenticato. E che è in arretramento accelerato. A causa della pandemia da Covid-19, nel cono Sud dell’America sono morte quasi 2,2 milioni di persone, il numero maggiore per un continente. La caduta dei Pil nel 2020 ha toccato il 7%, ora sta risalendo ma l’Fmi prevede che nel 2022 sarà la più bassa del mondo. E in un decennio i problemi politici sono cresciuti, persino la democrazia perde terreno. Oltre all’Argentina, l’altro grande Paese della regione, il Brasile, è in piena crisi, con la presidenza di Jair Bolsonaro screditata e la prospettiva di una prossima campagna elettorale estremamente polarizzata. Il Cile, modello economico negli anni scorsi, viaggia verso una crisi costituzionale. Il Venezuela è una catastrofe sociale prima ancora che politica ed economica. In Bolivia, il presidente di sinistra Luis Arce è accusato di persecuzione contro gli oppositori e di minare la democrazia. In America Centrale, il Nicaragua è di fatto una dittatura dopo le elezioni di domenica scorsa, definite fraudolente da Usa e Ue, che hanno confermato Daniel Ortega al potere. Un sondaggio di Latinobarometro, riferito al 2020, ha misurato che in America Latina solo il 25% della popolazione è soddisfatta della democrazia (dal 63% del 2010). Più del 50% dice che gli andrebbe anche bene un governo non democratico, basta che risolva i problemi. Si rischia di cadere un’altra volta in un buco nero.