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 2021  novembre 10 Mercoledì calendario

Così il cervello diventa schiavo della droga

Quella delle droghe è una tragedia che affligge l’Italia da tanti anni. I più recenti rilevamenti ci dicono che i dati stanno peggiorando, con una forte recrudescenza del consumo e delle morti per droga.
Un elemento importante nel fenomeno droghe, che coinvolge anche quelle cosiddette leggere, è la dipendenza, quella forte pulsione che porta a ripeterne l’assunzione. Le droghe, essendo sostanze chimiche, interferiscono con i neurotrasmettitori, elementi fondamentali per i processi cerebrali. Tra questi, la dopamina è il più importante nei processi emozionali che portano alla dipendenza.
Grazie alla dopamina noi percepiamo come piacevoli alcuni comportamenti utili, quali il mangiare, il bere, il riprodursi, ecc. e siamo spinti a ripeterli. In questo modo, la natura ha fatto in modo di farci piacere attività che sono fondamentali per la nostra vita e per la riproduzione della specie.
I RICORDI
Quello che succede è molto semplice: tutte le volte che un’azione ci provoca piacere si attiva un meccanismo che porta alla produzione di dopamina, la quale, attraverso il nucleo accumbens, il centro del piacere, attiva l’amigdala, in cui si elaborano le emozioni, e l’ippocampo, in cui si formano i ricordi.
In questo modo l’esperienza piacevole ci emoziona e nello stesso tempo viene fissata nelle aree della memoria. Negli animali questo meccanismo è sufficiente per spingerli a ripetere l’esperienza. In noi umani, che non possiamo lasciare i comportamenti solamente all’istinto, in questo gioco tra piacere, desiderio e sopravvivenza, la dopamina agisce anche sulla corteccia prefrontale, il centro della razionalità, in modo che sia la nostra mente (e non solo il nostro istinto!) a voler ripetere l’esperienza che si è rivelata piacevole.
Ma perché tutto questo meccanismo si metta in moto, è necessario che ci sia un’emozione, che l’esperienza vissuta sia coinvolgente, che ci stupisca.
GLI STIMOLI
Solo così, l’improvviso innalzamento dei livelli di dopamina nel sistema del desiderio, induce il cervello (e quindi anche la mente) a valutare la situazione come positiva e quindi a programmarla verso la ripetizione.
Tutto quanto è stato descritto avviene non solo per gli stimoli naturali ma anche per le droghe, le amfetamine, la cocaina, l’alcol, la cannabis. E, sfortunatamente, le droghe generano un segnale in grado di provocare rilasci tali di dopamina da disturbare anche la corteccia prefrontale, la quale, invece di proteggerci e controllare la correttezza dei nostri comportamenti, va in tilt, attiva lo sballo, e genera la dipendenza. Queste complesse funzioni non sono state concepite dall’evoluzione in funzione delle droghe; sono state organizzate per una droga naturale che si chiama passione.
Da un certo punto di vista, anche l’amore è come una droga, e dà dipendenza. Ma vi è una grande differenza tra una passione naturale e le droghe: la passione non danneggia il nostro cervello, mentre le droghe e l’alcol sì.