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 2021  novembre 10 Mercoledì calendario

C’è chi vuole cancellare Sarah Jessica Parker da Sex&TheCity perché è troppo vecchia

Anche i miti invecchiano, e se il mito è donna invecchia tra i veleni. Per quanto Carrie, la maestra di stile del gruppo di amiche di Sex and the City, porti i segni del tempo sulla pelle e sui capelli con irresistibile charme – lo stesso con cui portava a passeggio per New York tacchi 12 e borsette griffate – nessuno le perdona l’età. Bugie, tradimenti, ingenuità, vigliaccheria: tutto può permettersi Carrie. Ma invecchiare no, come se fosse una colpa o uno sbaglio vivere. Nemmeno a una come lei è concesso di trascorrere in serenità il tempo grigio. E così, anche l’attrice Sarah Jessica Parker (l’indimenticabile Carrie), in pace con i suoi 56 anni, finisce per fare i conti con l’ultimo dei tabù, l’unica discriminazione tollerata e ignorata dalla legge: l’ageismo.
RIBELLIONE
«Non sarebbe mai accaduto con un uomo», sbotta l’attrice americana che in questi mesi sta girando a New York la miniserie And Just Like That, revival di Sex and the City. E ha ragione, chi ha mai notato se Daniel Craig – che di anni ne ha 53 – nell’ultimo Bond ha qualche ruga in più. Jessica non ci sta a sopportare quelle che definisce «chiacchiere misogine» e in un’intervista a Vogue replica a chi sui social le ha detto, nell’ordine: «troppo vecchia», «un frutto avvizzito», «pelle flaccida», «sembra una strega». Bene fa a ribellarsi e ad esibire i segni degli anni, dovremmo seguire tutti il modello Carrie. «Chi non accetta di invecchiare, invecchia prima», avverte il presidente dei geriatri italiani, Francesco Landi.
Attacca, Sarah Jessica Parker, rispondendo agli haters: «Ognuno deve dire qualcosa: ha troppe rughe, non ha troppe rughe. Sembra quasi che le persone non vogliano che ci sentiamo apposto dove siamo, sembra quasi che provino gusto a vederci in pena per chi siamo oggi. Sia che scegliamo di invecchiare in modo naturale e di non sembrare perfette o se fai qualcosa che si fa sentire meglio». Fai i ritocchini, che «mostro». Lasci che gli anni facciano il loro corso, che «mostro». Ma insomma. Carrie, pensaci tu.
«So come appaio – commenta l’attrice protagonista della serie che andrà in onda su Hbo Max – non ho scelta, cosa posso farci? Smettere di invecchiare? Scomparire?».
Quante non hanno avuto scelta, donne dello spettacolo costrette ad eclissarsi perché «tutte quelle rughe». Ci vogliono il carisma e gli Oscar (tre, e 21 nomination) di Meryl Streep per tener testa agli attacchi e osare «amo le mie rughe, le adoro tutte. Ho sempre amato le donne di una certa età, prime fra tutte, mia nonna». O il coraggio di Anna Magnani, «lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. C’ho messo una vita a farmele venire». O la provocazione di Andie MacDowell che ha stupito tutti sul red carpet di Cannes con la sua chioma sale e pepe, «se lo fa George Clooney, perché non io?». Da Helen Mirren a Jane Fonda, da Jamie Lee Curtis alla principessa Carolina di Monaco, avanza il movimento del grey power, teniamoci felici questo grigio tra i capelli e chi se ne frega delle critiche.
Age-pride, orgoglio dell’età. Ancora siamo lontani. La maggioranza soffre in silenzio, di ageismo ci si ammala e si muore. Colpisce due ultra50enni su tre (il 65%) secondo una ricerca dell’università del Michigan. Due su 5 ne sperimentano quotidianamente varie forme, la percentuale sale tra le donne (43 contro 38). E sono le persone più bersagliate da atti di discriminazione legati all’età a stare peggio in salute: vivono in media 7 anni e mezzo in meno, secondo uno studio della Società francese di Gerontologia e Geriatria. Le donne, prime vittime degli stereotipi sull’età. «A un uomo nessuno direbbe che è appassito, loro non sono vegetali come noi. Una donna scade, come lo yogurt», la scrittrice Lidia Ravera ha fatto della lotta all’ageismo la sua ultima battaglia. Qualcosa dovrà cambiare, perché la società è sempre più anziana, nel 2050 gli ultra60enni nel mondo saranno due miliardi.
I CONSIGLI
«Chi non accetta di invecchiare, invecchia prima perché va incontro a depressione e frustrazione». Francesco Landi, professore del Gemelli, è il presidente della società italiana di Geriatria e Gerontologia e mette in guardia dai rischi che corrono quanti vorrebbero fermare il tempo. «L’invecchiamento riguarda tutti, è il processo più democratico che c’è. Bisogna saperlo assecondare, come ha dimostrato di riuscire a fare l’attrice Sarah Jessica Parker. Dobbiamo accettare i cambiamenti dell’età, come singoli e come collettività».
E invece siamo bombardati dai messaggi anti-aging, tutti i prodotti ormai combattono l’età. «Ma la fonte della giovinezza non esiste – prosegue il professore – e se ci si guarda allo specchio inevitabilmente si vedono i segni del passare del tempo. Oggi ci sono tanti strumenti per rallentare il processo, la tecnologia può aiutare. Ma non si può pensare di congelare il nostro aspetto esteriore». E quindi, sin da giovani bisogna cominciare a imparare l’arte di invecchiare bene, suggerisce il geriatra. «Mettendo in pratica le strategie di prevenzione e uno stile di vita che fanno star meglio e proteggono la salute: non fumare, non abusare dell’alcol, non esporsi alle sostanze inquinanti».
LA BELLEZZA
Qualche suggerimento per vivere meglio con gli anni che passano. «Ogni età ha la sua bellezza, bisogna scoprirla e valorizzarla. Suggerirei, dunque, di non focalizzarsi sui cambiamenti del corpo», tanto la freschezza dei trent’anni per quante creme e punturine possiamo fare, non ce la restituisce nessuno. «Meglio concentrarsi sulle performance fisiche e cognitive che possiamo avere a qualunque età. È vero che invecchiando abbiamo una minore velocità di calcolo, ma è anche vero che con gli anni migliora la capacità critica. Basta pensare ai grandi artisti che hanno creato le loro migliori opere non da giovani ma nella maturità. Anche le performance fisiche possono migliorare con l’allenamento, il movimento è un’arma importantissima per vivere meglio con l’avanzare dell’età. Non si invecchia infine quando si hanno obiettivi e sfide nuove». Vai Carrie, sei tutte noi.