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 2021  novembre 10 Mercoledì calendario

La pulizie di fine anno delle Banche

Pulire i bilanci prima della fine dell’anno. Se nelle case vanno più di moda le pulizie di primavera, nel mondo bancario sono quelle autunnali ad andare per la maggiore: molte banche italiane stanno infatti lavorando per liberare nuovamente i bilanci dai crediti deteriorati in vista della chiusura dei bilanci 2021. Secondo le indiscrezioni raccolte dal Sole 24 Ore sul mercato, sebbene tutte le banche siano trincerate dietro un «no comment», sono infatti in arrivo almeno sei cartolarizzazioni di crediti in sofferenza (Npl) per un importo complessivo che potrebbe arrivare non lontano ai 10 miliardi di euro. Da Intesa Sanpaolo a UniCredit, da Credit Agricole Italia a Iccrea, da Cassa Centrale Banca all’unione delle banche popolari Luzzatti: tanti istituti sono infatti pronti ad approfittare della proroga delle garanzie statali (Gacs) per liberare ulteriormente i bilanci e chiudere l’anno con maggiore leggerezza.
Le operazioni in arrivo
Le modalità operative sono le stesse per tutte: cedere pacchetti di crediti in sofferenza usando la collaudata tecnica della cartolarizzazione supportata dalla garanzia statale. Tra le operazioni di maggiore importo in arrivo, secondo le indiscrezioni, c’è quella di Intesa Sanpaolo: il gruppo ha in cantiere una cartolarizzazione di Npl da 2,5-3 miliardi di euro. Settimana scorsa era stato lo stesso amministratore delegato Carlo Messina a porre l’accento sulla riduzione dei crediti deteriorati dal bilancio: il suo obiettivo è di partire con il nuovo piano industriale, che sarà presentato a febbraio, «con zero problemi legati al costo del rischio e ai crediti deteriorati». La prima cessione è dunque in arrivo. Detto, fatto.
UniCredit ha obiettivi sostanzialmente analoghi: l’istituto di piazza Gae Aulenti è infatti al lavoro su una cartolarizzazione di Npl assistita da garanzie statali per un importo superiore a 1,5 miliardi di euro. Sul mercato si ipotizzano 1,7 miliardi. Si tratta di un’operazione importante, alla quale ne seguiranno altre (ma senza usare le Gacs): il gruppo ha infatti già ufficialmente dichiarato di voler azzerare la divisione «non core» (una sorta di bad bank interna) entro fine anno. Insomma: anche in Piazza Gae Aulenti pulizia totale da qui a dicembre.
Anche Credit Agricole Italia punta a chiudere un’operazione entro fine anno: secondo le indiscrezioni di mercato la banca è pronta a realizzare una cartolarizzazione di Npl, come tutte le altre garantita da Gacs, per un valore lordo che potrebbe aggirarsi intorno ai 2,5 miliardi.
In lista d’attesa ci sono poi anche Cassa Centrale Banca, Luzzatti e Iccrea. La prima entro fine anno ha in programma di realizzare una cartolarizzazione (sempre con garanzia pubblica) per un importo tra i 550 e i 600 milioni di euro. Luzzatti, cioè il consorzio che raggruppa 19 banche popolari di piccole e medie dimensioni (incluse Bari e Sondrio), ha invece promosso una cartolarizzazione di crediti in sofferenza garantita da Gacs per un importo intorno a 800 milioni di euro. All’operazione parteciperanno circa 10 banche del consorzio (non tutte dunque), ma anche qualche istituto esterno. Infine Iccrea ha in programma di concludere tra fine novembre e dicembre un’operazione per un importo intorno al miliardo di euro. Ma la lista potrebbe allungarsi, dato che alcuni operatori del settore parlano di un totale di 8 operazioni in arrivo.
La garanzia statale
Le garanzie statali (le cosiddette Gacs) si rivelano dunque ancora strumenti utili e importanti per aiutare le banche a cedere i crediti deteriorati. Avere bilanci “puliti” dagli Npl è infatti fondamentale per poter erogare credito a imprese e famiglie senza problemi: condizione, questa, necessaria per sostenere la ripresa economica italiana. Se dunque le Gacs confermano la loro utilità sistemica, è anche vero che le deludenti performance delle cartolarizzazioni del passato fanno temere agli addetti ai lavori che prima o poi lo Stato possa essere costretto a mettere mano al portafoglio per onorare almeno una parte di quelle garanzie.
Non solo a causa del Covid, infatti, delle 26 cartolarizzazioni con garanzie statali realizzate negli anni passati e censite da Scope Ratings, ben 17 hanno performance peggiori rispetto a quanto previsto nei Business Plan originari. Alcune sono sotto anche più del 50%. Questo significa che l’attività di recupero-crediti, effettuata da società specializzate (i cosiddetti Servicer), in troppi casi sta dando risultati più che deludenti. E se i recuperi vanno male, prima o poi lo Stato potrebbe essere chiamato a onorare le tranche senior delle cartolarizzazioni. Rischio che non ha però cambiato il supporto del Tesoro alle banche: così oggi altre 6-8 cessioni di Npl garantite dalle Gacs sono pronte al decollo. A sostegno delle banche e, dunque, del Paese.