ItaliaOggi, 10 novembre 2021
Prescrivere una visita al museo per guarire dalla depressione. Lo fanno i medici di Bruxelles
Sei depresso? Il dottore ti prescrive una visita agli Uffizi due volte alla settimana. Sei anoressica? Dovresti ammirare la Vucciria di Guttuso, il quadro sul quasi scomparso mercato di Palermo, dovrebbe ristabilire un equilibrato rapporto con il cibo. Hai attacchi di panico? Come cura omeopatica sono consigliati i quadri di Van Gogh o di Munch. A Bruxelles i medici prescrivono il «Museo su ricetta», e il paziente potrà visitare gratis uno dei musei cittadini, solo o accompagnato da amici o parenti.
È un’idea di Delphine Houba, 36 anni, assessore alla cultura della capitale belga, che riconosce onestamente di essersi ispirata a un’iniziativa canadese di alcuni anni fa. «Ma il nostro progetto va oltre, ed è il primo in Europa», ha precisato. In molte opere d’arte si avvertono i disagi, le sofferenze, i disturbi psichici degli artisti, ha spiegato, e i loro quadri potrebbero avere un influsso positivo su chi li guarda. Lo psicologo ungherese Géza Révész (1878-1955) nel suo saggio Talento e Genio, pubblicato da Garzanti, aveva già smentito il pregiudizio che il talento fosse legato a disturbi mentali. Non sempre, come si ostinano a credere ancora molti. Semplicemente pittori e scrittori riescono a esprimere sofferenze e timori di noi tutti. E le loro opere ci possono aiutare.
Edvar Munch dipinse L’urlo, e scrisse: «In quel periodo la pittura era per me una malattia di cui non mi volevo liberare, una droga di cui avevo bisogno». Era stato profondamente traumatizzato dalla morte della madre e della sorella. Veniva preso da improvvise paure, che si riflettevano in opere come Melanconia o Disperazione.
«Le mie sofferenze», scriveva, «sono una parte di me stesso e della mia arte». Per Van Gogh la pittura era una fuga dai suoi tomenti psichici, e scrisse alla sorella: «Solo davanti al cavalletto mentre dipingo avverto un po’ di vita».
«I quadri sono una finestra sull’anima degli artisti», ha detto Delphine Houba, «che effetto ha sui pazienti dare una sbirciata all’interno?». Le opere dei pittori belgi Paul Delvaux e René Magritte o di Giorgio De Chirico mostrano una realtà parallela, quasi di sogno. Un mondo metafisico che potrebbe avere un effetto positivo su chi non si trova a suo agio nella propria realtà quotidiana.
Bruxelles ha avviato il progetto pilota della durata di tre mesi, dopo si analizzeranno i risultati su quanti soffrono di stress, di burn-out, di depressione e sono attualmente in cura all’ospedale Brugmann, e si spera di allargare l’iniziativa a altri ospedali nel paese. Il costo sarà quasi pari a zero, i musei avranno qualche visitatore in più, organizzeranno tour particolari per i pazienti, e dovranno sensibilizzare il personale. All’iniziativa partecipano il museo Central per l’arte contemporanea,il Kanal Museum, il Museo della moda, e il Museo statale di Bruxelles.
I disturbi psichici sono notevolmente aumentati in questi due anni di pandemia, osserva Delphine Houba, e molti sono caduti in depressione, si sono rinchiusi in se stessi, non escono più di casa. Già il fatto di uscire per andare ad ammirare i quadri sarà un gran passo e avrà un effetto benefico. E alcuni, per la prima volta, nella loro vita entreranno in un museo. L’arte su ricetta non è in alternativa alle normali terapie, ma sarà un sopporto.
Tra il 2009 e il 2012, al Brugmann, vennero organizzati Kunstkursen, corsi di pittura o di scrittura, e i pazienti imparavano a creare oggetti in terracotta. Dopo sei mesi di pratica, le visite dagli specialisti diminuirono del 37% e le terapie in ospedale del 27%. I belgi stanno attenti all’aspetto economico, e calcolarono che il servizio sanitario risparmiò circa 200 euro a paziente.
Il «Museo su ricetta» è un’iniziativa che non richiede l’organizzazione di corsi, e la collaborazione di artisti o di professori di storia dell’arte. Basterà rilasciare un buono al paziente, se lo desidera, e al suo accompagnatore. Delphine Houba ha consigliato di andare al museo o nelle gallerie d’arte accompagnati in modo da aiutare i contatti sociali. Ognuno potrà scegliere il museo preferito, andare ad ammirare i maestri antichi o l’arte moderna.