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 2021  novembre 09 Martedì calendario

IO PENSO SIEROPOSITIVO PERCHÉ SON VIVO - MAGIC JOHNSON HA CELEBRATO SU TWITTER I 30 ANNI DI CONVIVENZA CON L'HIV: "DIO MI HA DAVVERO BENEDETTO!" (PIÙ CHE ALTRO LA SCIENZA, VISTE LE MEGA CURE A CUI SI È SOTTOPOSTO) - IL 7 NOVEMBRE 1991 LA STAR DEL BASKET AMERICANO SCOPRÌ DI AVERE "LA MALATTIA DEL XX SECOLO" E SPINSE MOLTI GIOVANI A FARSI IL TEST, DIMOSTRANDO CHE SI POTEVA VIVERE LO STESSO - CERTO, LE SUPER TERAPIE A CUI HA AVUTO ACCESSO SONO NEGATE AI COMUNI MORTALI… -

«Dio mi ha davvero benedetto!». Le lodi al Signore questa volta non vengono da un tradizionale luogo di culto e di preghiera, piuttosto si tratta di una lettura su Twitter sotto il profilo di Earvin Magic Johnson. La super star del basket americano ha infatti compiuto 30 anni di convivenza con l’Hiv.

«Ringrazio il Signore per avermi tenuto, dandomi forza e guidandomi per 62 anni ma soprattutto gli ultimi 30», scrive Johnson nel suo cinguettio di ringraziamento. Il 7 novembre del 1991 l’atleta, uno dei più famosi al mondo, si presentò alle telecamere del Forum Club e annunciò di aver contratto il virus che causa l'Aids e che pertanto si sarebbe ritirato.

L’evento fu vissuto dal Paese e non solo come una tragedia, ma il mago della pallacanestro a stelle e strisce ha dimostrato che, con il trattamento, c'è vita dopo l'Hiv. Ha giocato di nuovo a basket, prima nel “Dream Team” olimpico del 1992 e poi con i Lakers. Gli stessi che, sino ai 32 anni aveva preso per mano portandoli a vincere cinque campionati Nba e conquistando lui tre premi Nba Most Valuable Player.

Johnson è stato la prima scelta nel draft del 1979 e si è affermato subito come uno dei migliori giocatori della lega. Sino a quando è arrivata la notizia che era risultato positivo.

Il 29 ottobre 1991, il portavoce dei Lakers John Blackspiega che Johnson soffriva di «disidratazione e affaticamento causati da un virus influenzale». Lo stesso Magic ammette di sentirsi debole: «Le tue gambe sono le prime cose che cedono».

A poco serve il lavoro con il fisioterapista e anche il suo peso stava diminuendo: «Non mi sono pesato - ammette - ho paura di farlo». Dieci giorni dopo arriva l’annuncio arriva che conferma le indiscrezioni trapelate dalla Cnn. Johnson si mostra forte: «Vivrò ancora a lungo e potrò godermi lati diversi della vita».

Difficile da credere a quei tempi in cui l’Aids era ancora un flagello, peraltro considerato la malattia solo di omosessuali e tossicodipendenti. Magic Johnson però non usava droghe ed era eterosessuale, si era sposato da poco con Cookie ed era in attesa di un figlio.

Forse nemmeno lui credeva veramente a quelle parole, ma ha creduto nella possibilità di fermare la malattia e di lottare per farlo, anche grazie alla possibilità di sottoporsi a terapie molto importanti. Ha vinto e col suo ritorno in campo, in quell’All Star Game del febbraio 1992, mostrò subito la possibilità di una vita normale anche con l’Hiv.

L’ex numero 32 appare oggi un uomo solido e felice, è stato allenatore e presidente dei Lakers, ed è titolare di Magic Johnson Enterprises, un'attività di investimento da miliardi di dollari, oltre ad essere comproprietario dei Los Angeles Dodgers e dei Los Angeles Sparks della Wnba (la lega di basket Usa femminile).

La sua storia ha contribuito molto a cambiare la percezione generale del male del secolo ventesimo. Il suo contributo alla lotta all’Aids è stato una sorta di guida: appena nota la sua sieropositività, decine di migliaia di giovani corsero a fare il test anti-Hiv, e la sua lotta vittoria contro il virus (grazie a cure e controlli costanti e costosi) ha dato speranza a tutti i contagiati.

Eppure, come accade nei dibattiti sui social c’è chi obietta quel cinguettio postato in occasione del trentesimo anniversario: «Perché Dio dovrebbe benedire te ma non i milioni di altri che sono morti per malattie? Dio sceglie e chi? Non ho capito bene», scrive un utente. Mentre c’è chi afferma che nel Ventunesimo secolo quelle cure che hanno permesso a Johnson di vivere la sua vita dovrebbero essere accessibili a tutti.