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 2021  novembre 09 Martedì calendario

Xi Jinping, fine incarico mai


Come sarà la vita dei cinesi nei prossimi vent’anni lo si decide, a porte rigorosamente chiuse, nella sessione plenaria del Comitato centrale del Partito comunista cinese (Pcc) che si è aperta a Pechino e durerà quattro giorni. Il segretario del Pcc, nonché presidente della Repubblica Popolare, Xi Jinping, in carica dal 2012, getterà le basi per il terzo mandato mentre i 200 membri del Comitato Centrale che partecipano al plenum tremano per il timore di venire epurati. Xi si presenta con una bozza di risoluzione sui “grandi risultati e l’esperienza storica” del partito che è stata di fatto già approvata grazie alla potenza dell’estensore. Si tratta della terza dichiarazione del partito sui suoi 100 anni di storia, e rafforzerà ulteriormente lo status di Xi innalzandolo al livello del fondatore della Repubblica popolare cinese Mao Tse Tung e del suo successore Deng Xiaoping. La Cina ha rimosso i limiti di mandato alla presidenza nel 2018, il che consentirebbe a Xi di rimanere in carica a vita.
Un decennio dopo aver assunto la leadership, Xi non sembra infatti avere rivali all’interno del partito. È stato il segretario-presidente ad aver aumentato e consolidato il potere della Cina, ormai superpotenza al pari degli Stati Uniti, mantenendo stabile l’economia, mettendo a punto una politica estera assertiva, imponendo il potenziamento delle forze armate e incentivando la repressione della corruzione. Allo stesso tempo, i gruppi religiosi e gli attivisti per i diritti umani sono stati duramente repressi. La stretta contro l’autonomia delle minoranze etniche è aumentata e, oltre ai tibetani, ne stanno pagando le conseguenze almeno un milione di uiguri – la minoranza etnica turcofona di religione islamica – sottoposti a detenzioni di massa e indottrinamento politico. Ma è a Hong Kong dove il resto del mondo ha visto alzarsi definitivamente il velo dietro cui si celano i metodi dittatoriali del Pcc incrementati da “zio Xi”, come i cinesi chiamano il 69enne leader dall’espressione imperturbabile. Nella ex colonia britannica l’opposizione politica è stata azzerata e la maggior parte dei giovani manifestanti incarcerati. Da un paio di mesi la Cina inoltre sta minacciando l’autogoverno di Taiwan protetto dagli Stati Uniti. Secondo la nomenclatura cinese tutte queste misure sono necessarie per salvaguardare la stabilità e la sovranità nazionale. “La risoluzione sulla storia del partito di Xi non dovrebbe produrre sorprese”, ha affermato Yang Yang, professore alla Scuola di Scienze Politiche e Pubblica amministrazione dell’università cinese di Giurisprudenza.
Il documento riassumerà essenzialmente l’emergere della Cina dalla dominazione straniera, la sua scalata economica e l’ascesa come potenza mondiale. “La risoluzione darà il via a una nuova era per il governo del Partito comunista sotto la guida di Xi e farà in modo che lui possa continuare a governare per il prossimo mandato”, ha aggiunto Yang. Il sinologo Francesco Sisci ha sottolineato all’Adnkronos che “questo documento sarà estremamente importante perché prepara il Congresso dell’autunno del prossimo anno e, in teoria, i dieci, venti anni futuri di governo diretto o indiretto di Xi Jinping”. Secondo il docente, i prossimi 20 anni saranno dominati da Xi in base ai risultati di questo plenum dato che il riconoscimento del suo ruolo storico significa conferirgli i pieni poteri. E i quattro giorni di lavori a Pechino gettano anche “le basi per il potere dei quadri che saranno promossi da Xi, marginalizzando tutte quelle forze che finora hanno ostacolato”.
Se Mao ha rimesso in piedi la Cina – un contributo testimoniato nel 1949 con la fondazione della Repubblica popolare cinese – e Deng l’ha messa sul cammino della ricchezza, che cosa offrirà alla prossima generazione di cinesi Xi lo si capirà a partire da questa terza risoluzione che sarà il viatico per il Congresso che si terrà tra un anno. Intanto l’agenzia Xinhua sta divulgando articoli sul ruolo di Xi capace di portare benessere dalle città alle campagne, in ogni strato della società e in grado di sconfiggere la corruzione e far trionfare l’etica.
Peccato che nessuno possa sostenere un’altra versione, pena il carcere, come testimonia la vicenda della blogger che aveva raccontato con video e post la negligenza del regime a Wuhan. La giovane Zhang Zhan, in sciopero della fame da tempo, è ormai in fin di vita dietro le sbarre. Zio Xi non perdona.