La Stampa, 9 novembre 2021
La svolta arcobaleno dei supereroi
Nel gennaio del 1940, Superman stava per essere rifiutato perché sembrava «troppo gay, con quel bel sedere tornito». Nel 2021 non passa mese senza il coming out di un supereroe. Non è una rivoluzione e neanche il tentativo di essere inclusivi a tutti i costi, è un ritorno alle origini di tanti personaggi nati per essere queer o per essere percepiti come tali: è un riallineamento.
Il film più visto nell’ultimo fine settimana, Eternals è anche il primo firmato Marvel che abbia un protagonista dichiaratamente omosessuale. Phastos sa manipolare l’energia, dettagli, ma soprattutto ha marito e figlio, è appagato, realizzato, aperto e tutto ciò nelle vignette non si era mai visto. La Marvel si è tenuta nel regolamento il divieto «No Gays», fino agli Anni Ottanta. Nei Novanta, i numeri anche solo vagamente ammiccanti all’idea che i protagonisti potessero non essere etero venivano vietati ai minori di 18 anni. Alpha Flight nasce gay nel 1979 e si può comportare come tale solo nel 1992. Per una battuta o giù di lì, istanti di ambiguità.
Questi rigidi codici vanno dai già citati dubbi su Superman, in tempi in cui nemmeno si usava la parola gay (nella lettera spedita al disegnatore Jerry Siegel c’è l’assurdo slang d’epoca «lah-de-dah che sta per affettato»), ai Duemila. Eppure eroi ed eroine sono da sempre stati icone della comunità Lgbtq+. Robin si porta dietro interpretazioni sulla sua sessualità dalla prima apparizione, «brusio di sottofondo» lo chiamerebbe l’ex ministro dello sport Spadafora che si è dichiarato in tv giusto due giorni fa. Nel 2021 esce allo scoperto pure l’amico di Batman: organizza una cena con un ragazzo che gli piace e si ritrova a sentire i commenti della serata quando ha la mascherina in faccia e quindi, secondo l’immaginario, non può essere riconosciuto.
Il travestimento è di per sé un richiamo alla diversità, di qualsiasi genere. È l’accento su una stranezza che proprio nei fumetti si trasforma in fascino. Wonder Woman nasce dalla creatività di un uomo innamorato del sadomaso e interessato alla poligamia eppure diventa immediatamente simbolo gay.
Gli sceneggiatori contemporanei si ritrovano a mescolare gli orientamenti sessuali come canoni narrativi, ma se non ha alcun senso ipotizzare un passato non binario per 007, ha molta logica tratteggiare così il figlio di Superman, farlo vibrare per il bacio con il seducente reporter Jay Nakamura. Un passato fluido non sarebbe stato compatibile con la storia di una spia sciupafemmine e autoreferenziale quindi è giusto che le battute di Skyfall in cui Bond avrebbe svelato storie al maschile siano state tagliate, invece l’universo dei supereroi si presenta senza etichette.
In una sola stagione abbiamo visto il coming out di Superman junior, Robin, Capitan America (in una versione adolescente), Green Lantern e Batwoman oltre allo stile asessuato con cui hanno aggiornato Flash per concedergli assoluta libertà di azione e dare a chi lo segue una totale possibilità di immedesimazione. E poi c’è Dreamer, il debutto di un profilo transgender nella scuderia Marvel, il disegno e il lancio sono del 2018, l’uscita del 2021.
Eternals. diretto da Chloé Zhao, premio Oscar per Nomadlands, è stato bloccato in molti paesi del Medio Oriente. Kuwait, Arabia Saudita ed Emirati non sanno come comportarsi davanti a un bacio tra uomini, forse anche loro pensano che il sedere di Phastos sia «troppo tornito» e inventeranno qualche strano nomignolo per censurare lui e la sua famiglia. Ma il supereroe esiste per rappresentare tutti, per essere autoironico, risolutivo, per esprimere il meglio di sé e l’alternativo che ha grazie a un costume. Non sventolano l’arcobaleno per moda e nemmeno correggono il tiro dopo decenni di visione monotematica perché quell’universo è splendidamente queer per natura. Non serve il 2021 per sapere che Robin è gay, serve il 2021 per dirlo. E resta una buona notizia nonostante tutti i «lah-de-dah» che ci sono dietro.