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 2021  novembre 09 Martedì calendario

Una portaerei Usa nel deserto come bersaglio cinese

Nel giorno in cui i vertici del Partito comunista cinese si raduna per il Plenum che segnerà i prossimi anni della Cina e garantirà un’estensione al potere di Xi Jinping, Washington smaschera le mire cinesi: secondo quando documentato da immagini satellitari citate dallo Us Naval Institute, l’esercito cinese sta utilizzando una copia di una portaerei statunitense e di due cacciatorpedinieri per il test di missili balistici in un’area desertica del vasto Paese asiatico. Sono immagini che danno la misura delle mire di Pechino di innalzare i propri sistemi di Difesa, prendendo specificamente come obiettivo la Marina Usa.
Le repliche di una portaerei e di almeno due cacciatorpedinieri di classe Arleigh-Burke usati come bersaglio sono state rilevate nel deserto del Taklamakan – nella regione autonoma nord-occidentale dello Xinjiang – un’area che viene usata per testare i missili balistici da parte di Pechino.
L’Esercito Popolare di Liberazione cinese ha diversi programmi anti-missile e ha condotto la prima esercitazione con missili anti-nave a fuoco vero nel Mare Cinese Meridionale nel luglio 2019; lo scorso anno, sempre nella stessa area, avrebbe invece usato missili balistici anti-nave contro bersagli in movimento per la prima volta, ma senza darne notizia. Entrambe le riproduzioni di unità navali Usa usate per l’esercitazione sono tra quelle dispiegate alla Settima Flotta Usa nel Pacifico occidentale, tra cui le acque che circondano Taiwan.
Lo scorso anno, in un’esercitazione nello Stretto di Hormuz, anche i pasdaran iraniani utilizzarono come bersaglio una finta portaerei. Sempre nel 2020, la Cina effettuò nel Mar Cinese Meridionale il primo test del missile balistico anti nave DF-21. In questo contesto di scontro con gli Stati Uniti, Xi rilancia le mire espansionistiche cinesi e le sue ambizioni. Lo fa al Plenum. Che Xi voglia restare al potere non è un segreto dopo l’abolizione dei limiti al mandato presidenziale del 2018, ma il documento atteso l’11 novembre getterà le basi per qualcosa di diverso. Solo Mao Zedong e Deng Xiaoping hanno pubblicato una cosiddetta «risoluzione storica» ed entrambi hanno usato le loro dottrine sulla storia cinese per dominare il Partito comunista fino alla loro morte. Nel 1945, Mao eliminò gli oppositori alla sua visione politica quattro anni prima della fondazione della Repubblica popolare; nel 1981, Deng spianò la strada alle politiche di apertura e riforme della nuova Cina con un giudizio sull’operato del Grande Timoniere, valutato «per il 70% giusto e per il 30% sbagliato». Fare in modo che i funzionari sostengano la sua azione nei quattro giorni di clausura in un albergo militare sarà l’obiettivo: Xi getterà le basi del XX congresso del Pcc di fine 2022 che gli affiderà il terzo mandato e la leadership più potente dai tempi di Mao.