8 novembre 2021
Tutti i politici che hanno fatto coming out
L’ultimo a dichiarare la sua omosessualità perché “è importante volersi bene e rispettarsi” è stato Vincenzo Spadafora, ex ministro delle Politiche giovanili e dello Sport in quota M5S. Il suo coming out è arrivato durante la trasmissione Che tempo che fa, su Raitre, a pochi giorni dalla bocciatura al Senato del disegno di legge Zan. E così il suo nome si è aggiunto alla lista di altri politici, italiani e stranieri, che negli anni hanno deciso di non volersi nascondere più. Lo scorso anno è stata la vicepresidente della regione Emilia-Romagna, Elly Schlein, a raccontarsi, anche lei in tv. Dall’ex governatore pugliese Nichi Vendola a Ivan Scalfarotto di Italia viva, a Barbara Masini, senatrice di Forza Italia. Fino al dem Alessandro Zan (e primo firmatario del disegno di legge contro l’omotransfobia) che, a settembre scorso, in una intervista a Repubblica parlando del suo libro “Senza paura” disse: “Oggi tra Camera e Senato, ci sono 945 parlamentari. Quelli apertamente gay e lesbiche sono quattro: Ivan Scalfarotto, Tommaso Cerno, Barbara Masini e io. È statisticamente impossibile che siamo solo noi quattro e io so per certo che ci sono parlamentari gay in Forza Italia e in Fratelli d’Italia. In vacanza a Mykonos ho incontrato un deputato della Lega, del quale mi ricordo cartelli particolarmente aggressivi contro la legge Zan. Stava baciando un uomo”.
Uno tra i primi politici italiani ad aver dichiarato la sua omosessualità è stato Franco Grillini, attualmente presidente onorario dell’Arcigay. Alle spalle un lungo curriculum: protagonista del movimento studentesco bolognese negli anni settanta, poi passato al Partito comunista. Viene eletto alla Camera dei deputati nel 2001 nella lista dei Democratici di Sinistra, un breve passaggio a Sinistra democratica fino alla sua candidatura a sindaco di Roma nel 2008 appoggiato dal nascente Partito Socialista. Che lascia l’anno seguente per aderire all’Italia dei valori di Antonio Di Pietro: una parentesi durata tre anni per poi aderire (per poco tempo) al movimento Diritti e Libertà. Nel 2000, anno del Giubileo e del World Pride, Alfonso Pecoraro Scanio si dichiara “ministro bisex: non sono né eterosessuale, né omosessuale. Scelgo l’assoluta libertà sessuale”. E nello stesso anno a fare coming out è stata anche Paola Concia, che ha esordito nel Partito comunista, passata poi ai Democratici di Sinistra per approdare infine nel Pd. Poi Nichi Vendola, ex governatore pugliese, diventato papà di Tobia Antonio con il compagno Ed Testa (padre biologico del bimbo avuto con la maternità surrogata in California). Una notizia che ha scatenato reazioni e polemiche, tra messaggi di sostegno e critiche. Tra queste non era mancata quella di Matteo Salvini che aveva definito la scelta di Vendola “disgustoso egoismo”. Senza dimenticare Vladimir Luxuria, deputata del governo Prodi II, diventata la prima persona transgender a essere eletta al parlamento di uno Stato europeo. Vendola ha poi sposato il suo compagno a Rivalta nel 2017. Ed aver fatto “il grande passo” è stata anche Titti De Simone, giornalista, politica e attivista Lgbt, prima presidente di ArciLesbica dal 1996 al 2002. Due volte deputata per Rifondazione Comunista e dal 2015 consigliera politica del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per l’Attuazione del programma, nel luglio del 2019 si è unita civilmente a Francesca Vitucci, dopo 15 anni di convivenza. E nello stesso anno, un altro matrimonio: Imma Battaglia ha detto sì all’attrice Eva Grimaldi con una cerimonia celebrata da Monica Cirinnà, prima firmataria della legge sulle unioni civili. Battaglia, una delle principali leader del movimento Lgbt in Italia, nel 2013 è diventata consigliera comunale a Roma nelle liste di Sel mentre quest’anno, in rappresentanza di Liberare Roma, si è candidata alle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato sindaco arrivando quarta con il 6,34% dei voti. A meno di un mese dal suo matrimonio con Grimaldi, organizzato dal noto wedding planner Enzo Miccio, Battaglia parlando delle sue nozze aveva lanciato un messaggio ai “politici ipocriti. Questo è il governo più gay di sempre, ma nessuno lo dice”. L’esecutivo a cui si riferiva era quello giallo-verde di M5S e Lega, guidato da Giuseppe Conte. Che ha avuto come portavoce, Rocco Casalino, che si è dichiarato gay dopo la sua partecipazione nella casa del Grande Fratello. Era il 2000.
E ieri Spadafora, ex ministro alle politiche giovanili e lo sport ma nel Governo Conte II (quello giallo-rosso), ha deciso di fare coming out. E come lui, in Parlamento, già altri avevano deciso di dichiarare il proprio orientamente sessuale, come la forzista Barbara Masini che più volte si è schierata a favore del disegno di legge contro l’omotransfobia affossato in Senato lo scorso 27 ottobre per 23 voti, che porta il nome del suo primo firmatario: Alessandro Zan.
E all’estero? Anche qui, nel tempo, l’elenco di personaggi del mondo della politica si è allungato. Il ministro Nicholas Yatromanolakis, 44 anni, è il primo uomo di governo gay in Grecia. Nel 2018, Eitan Ginzburg, è diventato il primo sindaco gay di Ra’anana, in Israele, fidanzato e padre di due gemelli. E un altro papà di due gemelli, il ministro gay americano dei Trasporti Pete Buttigieg, dopo l’adozione con il compagno è entrato in congedo parentale. La sua scelta è diventata un caso politico, attaccato dall’opposizione e bersaglio di critiche a cui ha risposto: “Siamo fortunati ad avere politiche per la famiglia che l’amministrazione Biden sta cercando di estendere a tutto il Paese”. Il ministro francese per gli Affari europei, Clement Beaune, lo scorso anno durante un’intervista si è lasciato andare: “Sono gay e non lo nascondo”. Una confessione per mostrare che il suo orientamento sessuale non è stato un ostacolo nella sua carriera da politico.
Nel 2008 l’Austria fu sconvolta dalla morte di Joerg Haider, rifondatore dell’estrema destra austriaca, che andò a schiantarsi su un pilone di cemento dopo aver trascorso la nottata in un club gay. E così la scoperta della sua doppia vita: padre di famiglia e amante del suo vice di partito, Stefan Petzner. Una verità tenuta nascosta fino all’ultimo e svelata dal suo compagno segreto: “È stata una relazione che andava oltre l’amicizia, Joerg e io eravamo legati da una relazione che aveva qualcosa di davvero speciale, lui era l’uomo della mia vita”.