Il Messaggero, 7 novembre 2021
Cibo gourmet per cani, un business da 2,5 milioni
L’ultima novità è il pasto ordinato via mail e creato su misura dal nutrizionista. In pochi mesi la Petter Food del milanese Giacomo Biagi ha consegnato 120 mila piatti pronti. Altra start up col vento in poppa, la romana Lovbau, fondata da Luigi Bizzarri, che utilizza per il delivery la società Glovo, partner di ristoranti e pizzerie. Ma attenzione non stiamo parlando di pranzi e cene gourmet, ma delle pappe degli amici a quattro zampe. Il cibo per gli animali da compagnia e gli oggetti per la loro cura sono infatti un mercato che durante la pandemia Covid-19 è ulteriormente cresciuto (+8%) raggiungendo un giro d’affari record di 2,41 miliardi di euro l’anno.
Un milione sono le famiglie che per la prima volta tra luglio del 2020 e il giugno del 2021 hanno acquistato prodotti per animali domestici, a dimostrazione della voglia di coccole con gli animali durante il lockdown. Euromonitor stima la presenza di oltre 62 milioni di animali nelle case italiane: quasi 30 milioni di pesci, più di 16 milioni di cani e gatti, circa 13 milioni di uccelli e oltre 3 milioni e mezzo tra piccoli mammiferi e rettili. «Ormai sono parte integrante delle famiglie in cui vivono afferma Gianmarco Ferrari, presidente di Assalco, l’associazione degli imprenditori del settore – e questo si riflette anche nell’andamento positivo del mercato».
LE OPPORTUNITÀ
Grande, di conseguenza, l’interesse del mondo della finanza che individua le opportunità di sviluppo. A livello mondiale gli Usa sono i maggiori produttori di cibo per animali, con una sola azienda europea (spagnola) nella top 10 di PetFoodIndustry 2021.
La prima italiana è la piemontese Monge, al 23esimo posto in classifica: oltre 350 milioni di dollari di ricavi, +23% rispetto al 2019, da pochi mesi nell’azionariato di Mediobanca con l’1,003%. Italiana potrebbe però essere presto la maggiore catena europea specializzata.
È infatti ormai in dirittura d’arrivo la fusione in un’unica azienda del leader italiano Arcaplanet (nata a Genova nel 1995, ricavi per 400 milioni, 380 punti vendita) e di MaxiZoo Italia, proprietà tedesca, terza catena con 130 negozi e 124 milioni di fatturato. Protagonisti dell’operazione sono i fondi private equity internazionali Cinven e gli attuali proprietari di Arcaplanet Permina e Winch Capital Partners. Assieme stanno per acquisire MaxiZoo Italia dalla tedesca Fressnapf, per dare poi vita a un gruppo da un miliardo di euro. Il closing è previsto per la primavera.
Insomma, grandissima vivacità del settore che da mercoledì (fino al 12) sarà in mostra a BolognaFiere col salone b2b Zoomark International. Il rapporto annuale elaborato da IRI Information Resources indica la presenza in Italia di 4.857 negozi specializzati che fatturano 653,6 milioni di euro, a fronte dei 312 milioni delle catene petshop cresciute del 19,7%. La performance migliore spinta dall’emergenza sanitaria come in tutti gli altri campi è stata dell’e-commerce (49 milioni, +104%). Il canale Grocery (i prodotti confezionati nella mdiustribuzione) assorbe il 56,5% del fatturato complessivo per 1.373 milioni di euro. Per l’alimentazione degli amici a quattro zampe, gli italiani spendono un po’ di più (circa il 7%) per i gatti che per i cani. Le due voci assieme valgono secondo i dati Iri – 1,37 miliardi e coprono il 75,9% della spesa totale. Solo 12 milioni di euro (+1,9% nell’anno) per i piccoli animali da compagnia: il segmento principale è quello dei prodotti per gli uccelli ornamentali, che copre il 42,9% di questo mercato. Seguono gli alimenti per roditori (31,4% del fatturato), dei pesci e delle tartarughe (rispettivamente il 12,6% e l’11,8%).
GLI ACCESSORI
In crescita, anche i prodotti pet cure (collari, guinzagli, gabbie, lettiere, toletta). Iri calcola un giro d’affari di 75,1 milioni di euro (+4,1%). Nella categoria i segmenti più dinamici sono stati i prodotti per l’igiene (tappetini assorbenti igienici, salviette, shampoo, spazzole, deodoranti), in crescita del 7,1%, e i giochi (+14,6%). Le lettiere per gatto, rilevate separatamente, hanno sviluppato nel solo canale della grande distribuzione un fatturato di oltre 78,3 milioni di euro, in aumento del 4,6% a valore.