Il Sole 24 Ore, 7 novembre 2021
Usa, approvato il piano infrastutture da oltre mille miliardi
Joe Biden ha strappato il passaggio di un capitolo centrale della sua agenda economica e politica, investimenti infrastrutturali per oltre mille miliardi di dollari. La Camera americana ha conferito l’approvazione finale al pacchetto già votato dal Senato, inviandolo sulla scrivania del presidente per la firma, grazie a un compromesso in extremis nel partito democratico tra moderati e progressisti. Con questi ultimi che hanno accettato di votare per l’Infrastructure Investment and Jobs Act nonostante un rinvio del secondo, grande pilastro del programma della Casa Bianca – i 1.850 miliardi di spesa sociale e ambientale di Build Back Better – dietro la promessa che verrà approvato a settimane.Biden ha rivendicato il successo di quello che ha definito un «investimento generazionale» nelle infrastrutture: da strade a ferrovie e trasporto pubblico, da reti elettriche a acquedotti, da porti e aeroporti a misure per abbattere le emissioni da effetto serra. «Abbiamo compiuto un passo monumentale come nazione», ha assicurato parlando dalla Casa Bianca assieme al vicepresidente Kamala Harris dopo un voto arrivato nella notte al termine di una tesa maratona negoziale che lo aveva visto protagonista di forti pressioni sui deputati. «Per le future generazioni questo sarà il momento nel quale l’America ha vinto la competizione economica per il XXI secolo”.
Il presidente ha sottolineato come gli investimenti creeranno impieghi che «in gran parte non richiedono la laurea», definendoli un piano blue collar, per i lavoratori, «per la ricostruzione dell’America», oggi fuori dalle classifiche dei primi dieci Paesi sviluppati per qualità delle infrastrutture e afflitta da profonde diseguaglianze. Biden ha previsto 1,5 milioni di posti di lavoro l’anno dalla combinazione da 3mila miliardi di dollari che scaturirà dai suoi piani infrastrutturali e socio-ambientali.
Degli oltre mille miliardi destinati all’ossatura economica del Paese, 550 sono nuovi fondi nell’arco di almeno cinque anni, con il resto frutto di periodiche autorizzazioni di risorse per la rete stradale. Abbastanza comunque per rappresentare la maggior scommessa federale in questo ambito da più di un decennio. Particolarmente rilevanti i fondi per le ferrovie Amtrak, 66 miliardi, un record dalla loro nascita nel 1971, e decine di miliardi per voci quali internet ad alta velocità, modernizzazione della rete elettrica e protezione delle infrastrutture da clima estremo e assalti di pirati informatici. Con 7,5 miliardi saranno create stazioni di ricarica per veicoli elettrici.
Il piano verrà finanziato con una miscela di interventi, dallo storno di aiuti anti-Covid non utilizzati alla lotta all’evasione, fino alle strette fiscali sulle criptovalute.
L’ufficio studi del Congresso, il Cbo, ha calcolato che nonostante ciò il deficit federale aumenterà di 256 miliardi in dieci anni. Ma l’impatto su crescita e lavoro è considerato positivo, anche se modesto, da numerosi analisti. Moody’s ha stimato un miglioramento annuale della produttività di 0,03 punti entro il 2031 e una crescita del Pil al passo dell’1,93% anzichè dell’1,9 per cento. Al picco di efficacia, darà al Pil mezzo punto in più nel 2026 e avrà creato 556mila impieghi cumulativi, anche se spesso temporanei.
La sfida forse più difficile, per Biden e i Democratici, comincia però adesso. In gioco resta l’approvazione di Build Back Better. Se il piano infrastrutturale ha potuto contare su qualche sostegno bipartisan, con 226 voti contro 206 alla Camera (13 Repubblicani e favore e sei Democratici contrari), la spesa socio-ambientale si scontra con la ferrea opposizione conservatrice e la necessità di unità tra i Democratici. Biden, preoccupato dalle recenti sconfitte elettorali locali dei Democratici e dai sondaggi in calo per critiche di inefficacia del governo, ha invocato una prima approvazione nella settimana del 15 novembre.
Un gruppo di cinque deputati moderati, restii a una spesa che considerano eccessiva, si è impegnato a votare a favore una volta ricevuta un’analisi dell’impatto economico da parte del Cbo. In caso di costi superiori al previsto – la Casa Bianca stima il progetto coperto da imposte su grandi aziende e super-ricchi e da risparmi – si dice disposto a trovare soluzioni. Un voto alla Camera dovrà tuttavia essere seguito dall’approvazione al Senato, dove la maggioranza democratica è ancora più tenue e potrebbero scattare nuove modifiche e rinvii.