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 2021  novembre 06 Sabato calendario

Cambiare geni alle zanzare



Per colpa delle patologie che trasmettono con le loro punture, nelle zone più povere del mondo ogni anno muoiono circa 800.000 persone. Tra queste (sono i dati Oms del 2019) 400.000 per malaria. Il resto per febbre gialla e dengue. Parliamo delle zanzare, odiate, molto pericolose.
Eppure, volendo, «in cinque anni» la trasmissione di queste malattie parassitarie potrebbe essere azzerata: questo grazie al «gene drive» o controllo genetico. Se ne è discusso ieri a «Il Tempo della Salute», a Milano, con il suo inventore Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università degli Studi di Padova, e con Carlo Alberto Redi, Accademico dei Lincei e presidente del Comitato Etico di Fondazione Umberto Veronesi.
Intervenire in maniera così definitiva sul futuro di una specie ha risvolti bioetici non da poco. Crisanti ha premesso: «Non è che vogliamo eliminare tutte le zanzare. Delle 3.500 specie solo poche trasmettono le malattie». Se il contrasto alla malaria condotto con gli insetticidi ha rivelato pericoli, per le colossali bonifiche dei territori paludosi «servono risorse e continuità politica». Ciò che manca nei Paesi dell’Africa subsahariana e altre zone a rischio.
Problemi che il «gene drive» risolverebbe creando zanzare che non si riproducono o che non trasmettono l’infezione. Per Crisanti è «la “selezione innaturale” che interferisce con i meccanismi dell’ereditarietà. In poche generazioni la popolazione diminuirebbe: la sterilità degli insetti femmina ne stoppa la propagazione». Ma abbiamo il diritto di farlo? «Forse anche il dovere» ha risposto Redi ricordando «che dei 400 mila morti di malaria, 274 mila sono bimbi».
Ieri si è parlato anche della «forza della mente», decisiva per vincere nello sport. Uno come Jannik Sinner, il ventenne azzurro numero 9 al mondo, quando «perde una gara non si focalizza su quello che è andato male – ha raccontato il suo allenatore Riccardo Piatti – ma pensa subito A migliorarsi». Una capacità che Riccardo Ceccarelli, medico dello Sport, fondatore di Formula Medicine, che affianca i piloti di Formula 1, chiama «economia mentale», ovvero il sapersi «liberare da paure e ansie. Per migliorare bisogna guardarsi con pregi e difetti aumentando l’adattabilità».
Su Corriere.it (anche on demand e sui social), può essere seguito il resto della giornata di ieri, con i convegni «sull’altruismo interessato»nei vaccini, gli esami per il Covid, le terapie domiciliari, il reflusso gastroesofageo, le vene varicose e i tumori nel sangue.