Il Messaggero, 5 novembre 2021
Viaggio tra i falsi all’Agenzia delle dogane
La linea è sinuosa, gli pneumatici sono larghi. L’assetto è ribassato. Il muso è aggressivo. Due posti secchi, da supersportiva. Sul cofano il cavallino rampante. Sembrano tre bellissime Ferrari. Gli assomigliano, sono praticamente uguali. Invece sono dei fake. Una 196 Sp gialla, una 250 Berlinetta passo corto grigia e una F430 spider bianca. Repliche spacciate per vere, bolidi che farebbero girare la testa a qualsiasi appassionato. Sono esposte all’ingresso della sede dell’Adm, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, a Roma a piazza Mastai. I passanti si fermano ad ammirarle pensando siano dei pezzi pregiati, sono invece l’esempio di come, agli esperti delle dogane, non sfugga nulla. Alle spalle delle supercar c’è un campionario di altri prodotti bloccati al confine. Sequestrati prima che invadessero il mercato italiano. La contraffazione non conosce limiti: profumi, bevande, giocattoli, cibo, farmaci, vestiti, preservativi, telefonini, accessori per cellulari e anche carburanti.
I SEQUESTRI
L’Adm è una diga che blocca l’ingresso nel Paese di prodotti cancerogeni, dannosi per la salute. La contraffazione, da queste parti, è un sinonimo di pericoloso. Il settore alimentare è quello maggiormente colpito. Basti pensare all’olio extra vergine d’oliva: sono stati spesso bloccati container con olio di semi trattato con la clorofilla. Sul fronte farmaceutico è stata sequestrata una partita di finto viagra, il caratteristico colore blu era dato dalla vernice impiegata per delimitare le strisce dei parcheggi. Oppure i carburanti, la benzina allungata con degli additivi distruttiva anche per i motori più resistenti come quelli dei trattori o dei pescherecci. Ci sono anche le bottiglie di champagne con dentro altre tipologie di vino frizzante.
I DATI
I dati dell’Agenzia delle dogane fotografano una realtà complessa. Nel 2020 sono stati quasi 13 milioni le merci contraffatte sequestrate ai confini per un valore che supera i sette milioni di euro. Tra queste anche una partita di carne di iena o di castoro fermata all’aeroporto di Fiumicino ad agosto del 2020 e, per tornare ai motori, 71 bellissime Piaggio Vespa elettriche. Questa volta, tutta la merce, è stata intercettata a Livorno il 28 settembre scorso. Erano delle riproduzioni delle originali. Prezzo di vendita 3.000 euro a scooter, sulla parte frontale della moto uno stemma con il tricolore. Insomma niente made in Italy ma in China.
L’ASIA
Ed è proprio dal Dragone che provengono la maggior parte delle merci illegali, come emerge da un report di Adm. «I prodotti contraffatti rappresentano il 6,8% delle importazioni dell’Unione europea per un valore di 121 miliardi di euro all’anno e il materiale proviene in gran parte da Pechino e Hong Kong». «Ad aumentare durante la pandemia – secondo il rapporto – sono stati anche i medicinali contraffatti». Infine il dato sulle persone truffate: «Quasi un europeo su 10 ha affermato di avere acquistato merci contraffate a causa di indicazioni fuorvianti». Nel corso del 2019 le dogane hanno sequestrato 56,8 milioni di chili di carni (4.297 pezzi); 305,6 milioni di pesci e crostacei, molluschi e altri invertebrati acquatici (51.396 pezzi), 19,9 milioni di prodotti derivati dal latte (3.280 pezzi). Gli alimenti trovati nei bagagli dei passeggeri vengono sequestrati, gettati in sacchi di plastica rigida, sigillati, e poi portati in celle frigo che si trovano a bordo pista in attesa dello smaltimento/distruzione.
LE MERCI
La lista della merce che un italiano può portarsi a casa è lunghissima. Così come il rischio che corre. Il prezzo competitivo e le informazioni ingannevoli sono l’esca utilizzata dai professionisti del fake. Le creme abbronzanti e sbiancanti ne sono un esempio. L’Adm ne ha bloccato una partita che conteneva come principio attivo l’idrochinone. Si tratta di una sostanza cancerogena, responsabile della formazione di alcuni tumori e dermatosi cutanei molto gravi, tanto che in Italia dal 2000 ne è vietato l’uso nei cosmetici per la pelle e dal 2005 anche nelle tinture per capelli, in ogni percentuale di concentrazione. Anche il miele è oggetto di truffa, anche se non si tratta di contraffazioni. A Savona, nel giugno del 2020, è stata bloccata una partita perché conservata male, con valori di idrossimetilfurfurale superiore al consentito. C’è poi il capitolo dell’uva, del vino, dei pomodori e della melagrana spacciati per italiani. Etichettati con il tricolore, con indicazioni come Dop, tutto riportato con dovizia di particolari per sottolinearne l’origine. E invece erano prodotti che provenivano dalla Tunisia, dall’Egitto. Qui i sequestri effettuati tra giugno e dicembre 2020 non si contano nell’ordine dei chili ma delle tonnellate.