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 2021  novembre 04 Giovedì calendario

Ritratto di Eric Adams


NEW YORK – Sul podio, dietro a Eric Adams, 61 anni, nuovo sindaco afroamericano di New York, c’erano una donna pachistana col turbante, un’elegante signora coreana vestita di rosso, una sorridente, voluminosa ispano-americana; due donne nere, due uomini bianchi e due Hassidim molto seri, con la palandrana scura, giunti dal profondo dei quartieri ebraici di Brooklyn per celebrare la vittoria. È in quest’immagine da crogiuolo razziale che si racchiude la speranza non solo per la città ma per il futuro del partito democratico, in seria difficoltà dopo le varie elezioni di martedì. Ci sono state la sconfitta per la poltrona da governatore in Virginia, difficoltà inattese per quella in New Jersey e la vittoria in Ohio per il Congresso di Mike Carey, ex lobbista del carbone, un repubblicano appoggiato da Donald Trump che rispunta con forza. Il messaggio implicito è chiaro: a novembre 2022 difficilmente Biden manterrà la maggioranza in Parlamento.
A confronto di queste difficoltà, Eric Adams ha fatto un prodigio, ha vinto – seppure a New York – con il 40% di maggioranza sul suo avversario. Un distacco non casuale: Adams è stato da sempre, fin dal lontano 1992, uomo dalle alleanze trasversali. È controverso, popolare, controcorrente rispetto agli eccessi della correttezza politica e della cancel culture; favorevole alla relazione della città con il mondo degli affari; determinato contro il crimine. Ha dimostrato insomma la forza di un messaggio centrista. Soprattutto piace, ha un sorriso contagioso, è pieno di energia e di voglia di fare. Visto il momento per la città nel post covid, il New York Times lo ha definito il sindaco più importante negli ultimi 50 anni. Anche quello più potente proprio per le sue straordinarie ramificazioni nella politica locale, un vantaggio per affrontate dal primo gennaio la doppia missione storica come sindaco della città. La prima: rimettere in piedi New York, in declino palese, evidente per le strade della città, con criminalità dilagante e miliardari in fuga, eredità lasciate dal sindaco Bill De Blasio; la seconda: offrire una prospettiva di centro al suo partito, travolto e confuso da estremismi spesso minoritari ma molto apparenti ad esempio con Alexandria Ocasio-Cortez. Bret Stephens, editorialista di destra del New York Times è convinto che Adams potrà diventare materiale presidenziale. È anche un ottimista, nello spirito di quella vecchia immagine americana positiva, contestata da attivisti della sinistra che negano agli Usa il ruolo di terra delle opportunità e puntano a un revisionismo storico. «Sono qui perché ho realizzato un sogno – ha detto commosso la notte della vittoria – il sogno americano: sono diventato sindaco».
Che Adams avesse nelle carte della sua infanzia la probabilità di diventare sindaco sembrava impossibile. I genitori, emigrano a New York dall’Alabama segregata degli anni Cinquanta. Il padre, alcolizzato lavora in una macelleria, la madre, terza elementare, donna delle pulizie tutta d’un pezzo, finisce con il crescere i sei figli da sola a Bushwick, Brooklyn, in una casa popolare infestata dai topi. La madre risparmia, riesce a comprare una casa e si trasferisce a Queens a South Jamaica. Non ci sono i topi, ma ci sono le gang e a 14 anni Eric si unisce ai 7-Crowns, una delle gang locali. Un anno dopo viene arrestato per aver rubato un televisore da Micki, una prostituta alla quale, con il fratello, aveva offerto protezione. Lo arrestano, viene picchiato duramente dalla polizia. L’esperienza è traumatica. Crescendo fa di tutto, dal meccanico al lavavetri d’auto ai semafori. Grazie all’attivismo della madre studia, prende un Master alla Marist University. Lavora con il reverendo Daughtry, un attivista nero che incoraggia i discepoli a entrare nella polizia per cambiarla da dentro. Eric segue il consiglio. Nel 1984 si arruola e comincia un’attività sindacale in parallelo al suo lavoro di pattuglia. La potente Patrolman Benevolent Association gli è contro. Ma ha molta visibilità. Nel 2006 ormai capitano, lascia dopo 22 anni la polizia, corre per un seggio del senato statale e vince. Ma si avvicina anche a personaggi dubbi come Clarence Norman, deputato al parlamento statale finito in prigione per estorsione su giudici locali. Adams lavora su un progetto di riforma con Hakeem Jeffries, eletto con lui all’assemblea statale che presto approda a Washington. Oggi è il quinto nella gerarchia del partito democratico e un possibile successore di Nancy Pelosi alla Presidenza della Camera ma non approva il comportamento accomodante di Adams. Durante le primarie esplode uno scandalo su presunte omissioni fiscali nell’affitto di un appartamento. La cosa viene chiarita. Ma Jeffries alle primarie appoggia Maya Wiley, candidata della sinistra. Adams, un figlio di 26 anni e una compagna, Tracey Collins, capisce che per vincere deve corteggiare il centro e rassicurare: si fa vedere con le sorelle Kardashian o con Anthony Scaramucci ( ex consigliere di Trump) o con Paolo Zampolli, il proprietario dell’Agenzia di modelle che presentò Melania a Donald Trump. Promette anche riforme della polizia, ma vuole reintrodurre le perquisizioni per la ricerca di armi, misura odiata dalla sinistra: «Avete tempo fino a dicembre per rimettervi in riga – ha detto sempre all’alba di ieri, dopo la vittoria, rivolgendosi ai giovani delle gang moderne – perché di una cosa potete essere certi: dal primo gennaio la festa è finita».