Il Messaggero, 4 novembre 2021
Biografia di Ornella Segnalini
Tutti i ministri che al dicastero delle Infrastrutture hanno avuto a che fare con lei, raccontano che «è molto gioviale, sempre alla mano. Ma quando c’è da chiudere un dossier, programmare un intervento, scrivere un bando di gara, allora Ornella Segnalini non si fa remore a lavorare tutta la notte. E a far lavorare i suoi collaboratori con gli stessi ritmi». La genesi per la poltrona di assessore ai Lavori pubblici, quella dove da ieri siede Segnalini, è stata alquanto tormentata. E non meno complessa è stata la vita dei cronisti del Campidoglio per scoprire chi avrebbe occupato quella casella, che nella Capitale vuol dire soprattutto sistemare i 6mila chilometri di manto stradale in una città dove ogni 2 minuti un automobilista o un motociclista sobbalza per le buche. Dossier, le buche, sul quale Roberto Gualtieri vuole investire almeno 200 milioni all’anno in più rispetto ai suoi predecessori. Anche per questo il neosindaco ha tenuto nascosto fino all’ultimo secondo (compresi i membri del suo staff) il nome di Ornella Segnalini per l’assessorato ai Lavori pubblici. Bocciati tutti i nomi proposti, poi finalmente si è imbattuto in quello che cercava. Cioè «in qualcuno – raccontano dalla maggioranza – esperto del settore, in grado di progettare le opere e capire quali mancano a Roma, capace di dialogare con il Mit». Anche perché al ministero di Porta Pia questa architetta di 67 anni è ricordata da tutti, con affetto, come la signora delle strade. Ha guidato come direttore generale con piglio deciso il dipartimento per il coordinamento territoriale, quello per le infrastrutture stradali – con il compito di programmare vigilanza sui cantieri dell’Anas – la commissione per le Gallerie, eppoi la direzione per le dighe, lanciando un piano straordinario per mettere in sicurezza gli invasi esistenti o potenziare quelli nei quadranti con maggiore siccità. I vari ministri che si sono succeduti al Mit, poi, le hanno chiesto di occuparsi dei dossier più scottanti: il terremoto di Umbria e Marche nel 1997 con le necessarie attività di soccorso alle popolazioni colpite dal sisma, l’adeguamento delle tariffe autostradali, la guida della V sezione del Consiglio superiore dei lavori pubblici fino, nelle vesti di commissario straordinario, al completamento della diga di Pietrarossa in Sicilia.
IL BATTESIMOIeri, alla presentazione della nuova giunta in Campidoglio, era vicina a Gualtieri nella foto opportunity. Timidamente si è concessa ai fotografi quando le hanno chiesto il primo piano di rito. Quasi impossibile strapparle una dichiarazione: «Certo che mi sono occupata di Roma quando ero al ministero». Nel 1993, per esempio, ha collaborato all’istruttoria per le nuove sedi delle amministrazioni pubbliche di Roma Capitale, l’anno prima era per il Mit nella conferenza di servizi che ha dato il via alla nuova sede del liceo Chateaubriand. Conclude sempre un ex ministro che l’ha incrociata a Porta Pia: «Dove passa, lascia sempre una grande eredità. E non mi riferisco soltanto alle opere che ha progettato o fatto partire: nelle direzioni che ha guidato, ha formato tecnici bravissimi, che hanno saputo continuare il suo lavoro».