Il Messaggero, 4 novembre 2021
Intervista a Anya Taylor-Joy (la regina degli scacchi)
Il mondo intero l’ha conosciuta con i capelli rossi e gli abitini geometrici ultra-glam di Beth, la problematica quanto imbattibile protagonista della serie La Regina degli Scacchi, grande successo su Netflix. Nella vita Anya Taylor-Joy, 25 anni e bellezza non convenzionale dominata dagli occhi grandi, è invece biondissima, magrissima e pienamente consapevole di essere l’attrice del momento: identità spanglish (la madre anglo-spagnola viene dallo Zambia, il padre è un argentino di origini scozzesi), infanzia a Buenos Aires e adolescenza vissuta tra Londra e New York, dopo il successo della serie ha girato sei film senza fermarsi. Uno è L’ultima notte a Soho di Edgar Wright (in sala da oggi), un thriller psicologico con colpo di scena horror: Anya, capelli cotonati e fascino enigmatico, interpreta Sandie, una giovane cantante che cerca di sfondare nella Swinging London degli Anni ’60 dove brillano mille luci ma i sogni di una ragazza rischiano di scontrarsi con pericoli enormi.
Le somiglia?
«Sì, perché ha una grande passione, vuole assolutamente far parte dello spettacolo proprio come lo volevo io da ragazzina. Ma Sandie non è solo ambiziosa, è anche arrabbiata e sola. Io la ammiro perché non chiede scusa per lo spazio che occupa: è una lezione importante per tutte le donne. Gli Anni Sessanta hanno fascino, ma io preferisco vivere oggi. Per noi ragazze è un periodo di grandi cambiamenti in cui succedono molte cose».
Soprattutto per lei, ormai lanciata nello star system: ha combattuto molto per sfondare?
«Per forza. Prima di trovare il mio posto nel mondo ho affrontato difficoltà e ostacoli. Come tutti, del resto. Quando da Buenos Aires ci trasferimmo a Londra avevo 6 anni e fino agli 8 mi sono rifiutata di parlare inglese. A scuola venivo bullizzata. Ma per fortuna ho sentito molto presto la chiamata, cioè il desiderio insopprimibile di recitare».
È vero che per fare l’attrice ha abbandonato la scuola?
«Proprio così. A 16 anni capii che lo studio non faceva per me e scrissi una lunga lettera per spiegarlo ai miei genitori. Per fortuna hanno capito che se mi avessero impedito di inseguire i miei sogni sarei stata infelice e con molta intelligenza hanno deciso di sostenermi. Oggi sono i miei principali fan».
Cominciando a lavorare giovanissima, ha incontrato dei pericoli, subito avance?
«Sono cresciuta in mezzo ai maschi, pensando di essere come loro. Non vedevo nessuna differenza. Così ho provato uno shock quando, crescendo, mi sono resa conto di essere guardata come un oggetto sessuale solo perché avevo un corpo diverso. È un disagio che qualunque donna ha provato e potrebbe raccontare. Non solo nel cinema».
Si aspettava il successo planetario di La Regina degli Scacchi?
«A dire la verità, no. Per anni mi ero sentita dire che per sfondare dovevo essere nel posto giusto al momento giusto. Bella lotta, dal momento che all’inizio non conoscevo nessuno nel cinema... poi la serie è esplosa durante il lockdown. E quando uscivo per fare le spesa rimanevo senza parole, confusa, perché venivo riconosciuta dalla gente. Non mi era mai successo prima».
Qual è stata la sfida più difficile nell’interpretare Beth, la regina degli scacchi?
«Risultare credibile in ogni momento della storia. Beth ha avuto una vita durissima: cresciuta in orfanotrofio, è dipendente da alcol e psicofarmaci e vive per giocare a scacchi proprio come io vivo per recitare. Ho provato a entrare nella sua testa, è il metodo che applico per interpretare qualunque personaggio. E mi permetto di dire che sono soddisfatta del risultato».
Pensa di essere cambiata oggi che è una star?
«No, sono rimasta la stessa Anya che adora fare l’attrice, cerca sempre di migliorare, si alza felice alle 5 del mattino per andare sul set e ha lo fortuna di fare le cose che ama con persone eccezionali. Mi considero molto fortunata e grata perché mi viene permesso tutto questo».
Tra i film che ha girato ultimamente ci sono anche Furiosa, il nuovo capito della saga Mad Max, e The Northman in cui recita accanto a Nicole Kidman: che effetto le ha fatto trovarsi sul set con la diva?
«Ero terrorizzata. Ma lei mi ha messa a mio agio».
Che consiglio darebbe a una ragazza che vuole sfondare come attrice?
«Le direi di guardare più film possibili e cercare di capire come funziona il cinema. Prima o poi s’imbatterà nella storia giusta al momento giusto».