Moreno Pisto per www.mowmag.com, 3 novembre 2021
“SUBURRA? SUBURRA SONO IO” - LA BOMBASTICA INTERVISTA DI “MOW” AD ALGERO CORRETINI, IN ARTE 1727WRLDSTR: “PAURA DELLA MORTE? E CHE NE SO COM’È, NON L’HO MAI VISTA. NON ESISTONO PER ME LE REGOLE. HO SEMPRE VISSUTO SENZA” - “DI LAVORO PULIVO LE PALESTRE. POI A GENNAIO 2020 MI SONO LICENZIATO. SE SGARRAVO UN ALTRO MESE LA BANCA MI CONTESTAVA IL MUTUO. MA LÌ HO SVOLTATO” - GLI STEROIDI, I TATUAGGI, PASOLINI E LA FRASE CULT “HO PRESO IL MURO FRATELLÌ”: “QUEL GIORNO MI È…” - VIDEO -
Immondizia, puttane zingare negli spiazzi, erbacce che entrano nella carreggiata, un divano sudicio, vecchio, unto, di sicuro la sala d'attesa per qualche cliente d’occasione, macchine sfondate, una discoteca chiusa e abbandonata con la scritta spenta: Palacio de la Salsa, aziende di materiali edili, scavatori parcheggiati, terreni sterrati o pieni di buche.
Ecco cosa vedi lungo la strada per arrivare a Piana del Sole. La casa di Algero Corretini, cioè 1727wrldstar, è davanti a uno sfascia carrozze. Davanti allo sfascia carrozze c’è una Smart bianca, la sua Smart. Al secondo piano di un palazzo bianco c’è una signora che mette a posto il balcone.
Algero scende con i nuovi tappetini dell’auto in mano, le mani dentro guanti di lattice, i tatuaggi sulle braccia, sulla faccia, poi il piercing al naso, le Nike Jordan, i pantaloni della tuta, la t-shirt, il Rolex al polso, il marsupio e gli occhiali da sole con la montatura spessa. Giudicatelo. Attaccatelo. Offendetelo. Ma tant’è. E a lui non gliene fregherà granché.
Pasolini, su Algero, avrebbe scritto un romanzo. Perché anche negli anni 70, quelli come lui, la buona società li additava. Come succede anche adesso, ma oggi c’è Instagram, ci sono i follower, le views delle storie e uno come 1727 può restare in strada e uscirne nello stesso momento. Redimendosi a colpi di like e di commenti.
1727 è figlio della Muratella, quartieraccio romano, disperazione e umanità, vittima di un contesto che ti porta giù e di una voglia di sfangarla che passa davanti a tutto, che ti fa provare tutto e ti instilla il pensiero che non c’è speranza, non c’è salvezza e che non puoi che cavartela da solo, a ogni costo.
Non mi fa salire su da lui, Algero. Dice che sta ristrutturando casa e che la sua donna, Simona Vergaro, sta ancora dormendo. Quando scende la seconda volta in mano ha un pennellino.
“Devo mette’ il grasso ai binari della capotta. L’ho ripresa ieri dal meccanico c’ho fatto cambiare il volante. So’ un maniaco, io”. Aveva una Chevrolet Aveo, prima, quella che ha picchiato in diretta su Instagram e da cui è partito il tormentone di “ho preso er muro fratelli”.
“A Roma una Smart la metti dappertutto e poi i suoi 160 li fa”. Ci montiamo. Guida con calma, capotta abbassata, sigaretta accesa. Chiedo: come ti trovi qua in questa zona? Guardandosi intorno risponde: “Ma non lo vedi com’è? Qua fai come te pare e chi ti dice niente, le guardie non ce stanno, con quelli dell’unica caserma che c’era ci ho litigato”.
Perché? Perché mi hanno arrestato insieme a mi madre, io ci so rimasto male per quello.
Perché vi hanno arrestato? Mi hanno accollato un furto.
Ma era vero? Poteva esse pure vero ma non ce stava, non avevano nessuna prova.
Furto di cosa? Uno scooter rubato, mi hanno fermato e avevo dei pezzi di un motorino in machina, ma lo scooter era fermo lì da tempo, pure altri andavano a prende pezzi. Ma il furto non ce stava.
Quanto ci tieni a tua madre? Tantissimo. La mia famiglia è la cosa più importante. Mio padre, mia madre, mi sorella e la mia donna.
Tuo padre. M’ha insegnato tutto. Giuseppe detto Pino. Si è messo insieme a mia madre, che è della Repubblica Ceca, lasciando la famiglia che aveva prima. La sua ex moglie l’ha rovinato, ha lasciato la ditta di cui era socio e c’è tornato a lavora’ da dipendente, a fa’ i peggio lavori in carrozzeria.
È dovuto ripartire da zero. Infatti ho due fratelli più grandi, ma per me sono degli sconosciuti perché non hanno mai accettato mi madre. Io sono così, se tradisci la mia fiducia è finita. Un errore basta a esse eliminato. Non ho indulgenza. È per questo che non ho amici, forse l’unico è il mio tatuatore, quando l’ho chiamato c’è sempre stato.
Il primo ricordo? Io c’ho sta immagine, che a 3 anni cammino con una canna in bocca con mio cugino seduto sul divano che si fuma la cocaina cotta dentro una bottiglia vuota di whisky. Siamo sempre stati una famiglia un po’ estrema, qualche cazzata l’abbiamo sempre fatta.
Le tue? La prima volta a 13 anni. Un furto di un motorino, quello sì, tra l’altro proprio a un carabiniere che mi ha trovato a mettere la catena al suo mezzo senza targa lungo la strada. Mi hanno caricato in pattuglia ma non mi potevano manda’ in carcere, mi ricordo che mi portarono in una stanza e mi hanno interrogato. Ne sono rimasto scioccato, è stato brutto. Probabilmente volevano che non commettessi più reati, cosa che non è stata.
Studi? Me so diplomato. Ho cambiato quattro licei, il tecnico industriale in zona San Paolo, poi tre scientifici. M’hanno bocciato du volte, sempre per motivi comportamentali, mi incazzavo coi professori. Poi sono andato a lavorare.
A pulire le palestre. Ne facevo due, 7 giorni su 7, dalle 23 alle 5 del mattino. Uno schifo totale. Sala, docce, bagni. Ti rendi conto di quanto la gente sia zozza.
Tipo? Chi pisciava ovunque, chi a spregio cagava di fuori, oppure le donne che lasciavano gli assorbenti sporchi attaccati al muro. Ho fatto sta vita per 3 anni, dai 19 ai 22. Non ce la facevo più, ero stressato, demotivato.
Mi pagavano 1.000 euro una palestra e 900 un’altra. Poi a gennaio 2020 mi sono licenziato. A febbraio e marzo non ce l’ho fatta a pagare il mutuo, se sgarravo un altro mese la banca me lo contestava, ma proprio quel mese ho svoltato. Pensa che culo, io dico sempre: doveva anna’ così.
Parcheggiamo fuori da un centro commerciale. Prima di entrare una guardia giurata ci spara in fronte per misurarci la temperatura. La guardia giurata riconosce 1727 e lo saluta. Dentro ci saranno sì e no dieci persone, ci fermiamo a un bancomat, lui preleva. Poi ricomincio: com’è che hai svoltato?
"Ho sempre usato Instagram per provocare, ma durante il lockdown mi stavo tatuando, ho fatto una diretta e a un certo punto ho visto che uno mi aveva chiesto di collegarsi, l’ho accettato e questo qua ha cominciato a offendermi. Io sono uno dal vaffanculo facile, se vuoi litigare con me vai a nozze, e ho risposto. A guardare me che mi tatuavo c’erano 100 persone, più litigavamo e più vedevo che salivano, fino ad arrivare a 8mila. Da lì ogni diretta litigavo con qualcuno. La sera alle 22 era un appuntamento fisso, c’era tutta Italia c’era. E da 4mila follower adesso sono a 330mila".
C’è stata gente che ha sniffato in diretta, hai fatto sesso con la tua ragazza… Ma quelle son provocazioni, è uno show. La mia vita è uno show, siamo tutti su un palcoscenico. Quello che faccio su Instagram non è la mia vita reale. C’è stato pure chi è venuto a cercarmi a casa. E io che ho fatto? Ho cliccato sull’icona di Instagram e ho fatto partire la diretta. Che vuoi fa’? Si fa così.
E i tuoi genitori che dicono? I miei adesso son separati. Mi madre tornerà a vivere in Repubblica Ceca. Ma sono contenti perché dal niente ho creato un lavoro che mi fa guadagnare 20 volte quello che guadagnavo prima.
Chi è stato il primo che ti ha pagato? Un negozio di abbigliamento della mia zona.
Quanto? 200 euro. Ha visto che le magliette di cui parlavo ne vendeva un botto ed è tornato. Poi sono arrivati altri.
E hai adeguato i prezzi. È chiaro.
E adesso quanto fai? Più o meno 5mila a settimana. So’ tutto pieno, da qui a febbraio ho tutto prenotato.
Ci fermiamo a un bar, prendiamo un caffè e una spremuta di arancia. Un signore con i capelli brizzolati si alza dal tavolo, viene da noi e gli chiede un selfie. Da queste parti 1727 è diventato un simbolo, un Big Gym dai valori sballati, che ha saputo volgere a proprio favore - in modo discutibile e criticabile quanto volete, ma sicuramente personale - il niente che aveva intorno e il disagio da cui proviene.
Cosa sono i soldi per te? Tutto. Senza i soldi non fai niente. Me so tatuato Cash pure sopra la bocca così ogni volta che parlo se muovono.
Come li spendi? E che ne so… Non me capacito. Prima o poi comincerò a metterli da parte ma fino a mo’ non ce l’ho fatta. Sto mese l’acquisto grosso che ho fatto è stata la Smart, 4mila euro, e su Amazon ho speso 7mila euro.
7 mila euro? Non me capacito. Non mi chiedere come ho fatto. Ho comprato tutte le cose per la machina, il laser per togliere i peli alla mia donna, la luce pulsata, che ogni tanto uso anche io perché se non stai attento con gli steroidi ti vengono dei peli che pari una scimmia, gli occhiali. Li ho visti in una storia di Dwayne Johnson, sono del brand Dita, e sono andato a prenderli, 750 euro.
I lavori che fai li fatturi? Se vogliono che li fatturi un modo ce l’ho. Se no posso pure fare senza.
E le tasse? E le regole? Lo Stato? Lo Stato? E chi l’ha mai visto? Dov’era quando ero in strada, facevo la fama, cosa mi ha dato? E le regole? Non esistono per me le regole. Ho sempre vissuto senza. Da quando sono bambino, mi è sempre andata bene. Quando qualcuno mi dice che non riesce a fare qualcosa perché non si può fare io mi metto a ride perché per me non ha mai funzionato così, ho sempre potuto fa quello che mi pareva.
La tua ragazza, Simona, lavora? Ma che deve lavora’ a fa’, le dico sempre: se ti servono i sordi te li do io te li do.
Con lei come è nata? Mi ha contattato su Instagram. Mi ha provocato, ma il messaggio l’ho perso perché era su un account che mi hanno chiuso. Mi ha scritto prima che crescessi tanto con l’ultimo profilo. È venuta a trovarmi qualche volta da Lecce, da due mesi viviamo insieme. Lei è più grande, ha 26 anni.
Fisso il suo volto, completamente ricoperto di tatuaggi. Gliene chiedo conto. “Avevo cominciato con qualcosa, mi facevo delle remore, poi quando ho svoltato ho detto: ma sì, ma che me frega. Mi riempio”.
Cosa significa 1727? Allora il 17 è sempre stato un numero che mi ha attratto, mentre il 27 rappresenta il giorno in cui sono nato, a dicembre, gli anni che aveva mi madre quando mi ha partorito, l’anno di nascita di mio nonno, il giorno di morte di mia nonna e gli anni che aveva sempre mia nonna quando ha partorito mi madre.
Poi hai scritto: rispetto, lealtà, verità. I miei valori.
Hai il 666... Ho pure Satana sul braccia, ma anche angeli e una croce.
Credi in Dio? No.
E in cosa credi? In ciò che vedo. Io mi fido solo dei miei occhi.
Quante volte fai l’amore con la tua ragazza? Eh, due, tre volte al giorno.
Hai delle perversioni strane? Io? No. Sono normalissimo, dolcissimo.
Sei geloso di tua sorella? Guarda l’ultima volta che ho menato uno è stato per lei. Mi volevano querelare per violazione di domicilio. Sapevo che lei era a dormire a casa di uno, sono entrato in casa, l’ho presa di peso e l’ho portata fuori. Al padre del ragazzo che la ospitava ho tirato una pizza in faccia che se la ricorda.
Ma perché, tua sorella non può fare come fai tu, come le pare? Ha 16 anni, lo può fare, ma innanzitutto me dici dove vai e con chi vai e poi me lo fai conoscere, io a questo qua gli devo fa’ il discorsetto e gli devo dì che se sbaglia poi lo gonfio.
Al posto del sopracciglio sinistro hai la scritta: mamma perdona. È per averla fatta arresta’ per il furto.
Quanti sono i tatuaggi? Ho perso il conto.
Il primo? Questa scritta sul braccio: il tuo presente è conseguenza delle tue scelte passate. Io dico sempre: doveva anna’ così. Le cose vanno come vanno e quello che vivi non capita a caso, anche le cose brutte, c’è sempre un risvolto positivo, qualcosa che puoi girare a tuo favore, come la storia di ho preso er muro fratellì.
Quel giorno ho picchiato la macchina contro un muretto mentre ero in diretta e mi è uscita fuori questa frase, che significa tante cose, ha un’anima, è mia. Tutti si chiamano bro, fra… Fratellì invece è mio e mi pone nella posizione del fratello maggiore. È una frase che rimane in testa. Doveva anna’ così.
Qual è la tua giornata tipo? Vado a letto alle 4, ora più ora meno, mi sveglio a mezzogiorno, all’uno alle due, e ogni giorno vado in palestra, 45 minuti di pesi, ma non sollevo tanto, però devo gonfia’ i muscoli, ci sono sere che torno a casa che sono enorme.
Nel servizio che ti ha fatto Piazza Pulita ti facevi di steroidi. Sì lo so, possono venire a cercarmi per ricettazione, ma non è venuto nessuno, e poi se vieni a casa mia mica le trovi quelle robe.
Ma dove le compri? Se trova tutto se trova, se cerchi. Però mi informo, mi so' fatto una cultura, so come farmele, prendo il testosterone e tutti gli altri anabolizzanti che ci stanno in commercio, tutti proprio, trenbolone, boldenone, nandrolone, winstrol, stanozololo, so cosa prendere per evitare danni ai testicoli e per mantenere la fertilità.
Ti inietti sostanze vietate, guidi mettendo a rischio te stesso e gli altri. Se consapevole di essere un esempio negativo? Vedi, è proprio sbagliata la prospettiva da cui me guardi. Io non sono proprio un esempio, né positivo né negativo. Io so’ io. Se qualcun altro facesse le cose che faccio io finirebbe male, a me va bene. Doveva anna’ così.
Tu hai fatto parlare di te stesso anche perché sei diventato famoso su Instagram utilizzando l’immaginario della musica trap senza aver mai fatto musica trap. Io a casa ho il mio studio di registrazione, anche molto figo, ho fatto delle canzoni ma ora è un po’ che non le faccio. Adesso metto musica ad alto volume, anche di notte, non me ne frega un cazzo.
Ripenso alla vicina che ho visto affacciata sul balcone del tuo palazzo, poverina. Ma chi vive lì non si lamenta? Qualcuno c’ha provato ma l’ho fatto smettere subito e adesso tutti si sono abituati. Devo dire però che lo studio è in una zona della casa che non confina con nessuno, più riparato.
Ma un figlio? Me piacerebbe.
Come ti vedi tra dieci anni? Non so nemmeno cosa farò domani.
Hai detto che vorresti fare cinema. Già lo faccio. Il cinema sono io, il cinema del futuro. Lo faccio tutti i giorni su Instagram.
Serie tv ne guardi? Me le fa guardare la mia ragazza. Tutte robe da donne, che palle.
Suburra? Suburra? Suburra sono io.
Torniamo verso la Smart. Mentre camminiamo dei ragazzi ci vengono incontro. Uno di loro è lo stesso che era stato intervistato dal giornalista di Piazza Pulita e che diceva che 1727 era un esempio da odiare.
Si stringono le mani, si parlano faccia a faccia, si abbracciano. Alla faccia del Covid. “Hai visto? Quello lì aveva detto che mi odiava. Era tutto uno show”. E le distanze sociali? “So’ tutte fregnacce”. Gli chiedo se con la droga è vero che ha chiuso: “Sì, ho chiuso. C’avevo dell’erba durante il lockdown, l’ho buttata via”. Si fuma l’ultima sigaretta prima di riportarmi alla mia, di auto.
Se ti dico Sfera e basta? Non me piace. Mi piace Vasco, la musica melodica. Ora sto ascoltando Nek, pensa un po’.
Salvini. L'unica volta che sono andato a votare ho votato lui, ma boh, votare non serve a niente.
Virginia Raggi. Ahahahah. Ahahahahah.
Vivresti in un posto che non è Roma? Mai. Roma è casa mia, la mia città, mi sento a disagio ogni volta che me ne vado. Sai dove sono stato pure bene? In Sardegna, ma perché anche lì sono stato da solo. Io sto sempre da solo. Non ho amici.
Ma il nome Algero che nome é? Il padre di mi nonno morì in Algeria e mi nonno lo chiamarono Algero. Mio padre mi ha chiamato come mi nonno insomma.
Pasolini lo conosci? Me ne parla sempre mio padre, ma non l’ho mai letto.
Di cosa hai paura? De niente.
A che età morirai? Forse a 27. Ci sta. Me mancano 4 anni.
E della morte non hai paura? E che ne so com’è, io non l’ho mai vista.
E quando arriverà lo sai cosa dirai? Sì che lo so, che doveva anna’ così.