ItaliaOggi, 3 novembre 2021
Il nuovo logo della Coca-Cola si ispira all’abbraccio
Coca-Cola e America sono quasi sinonimi, e il nuovo millennio non è stato generoso né con una né con l’altra. Le vendite dell’estesissima linea di bibite del popolare marchio si sono appiattite dall’inizio del Duemila. Secondo la rivista del settore Beverage Digest, il consumo negli Usa del prodotto chiave, la Coca-Cola classica, si sarebbe ridotto del 22% tra il 2000 e il 2010, anche se in parte è stato possibile recuperare con altri prodotti di secondo livello. Poi, quando sembrava che il peggio fosse passato grazie ad alcuni lanci innovativi, è arrivata la pandemia a sopprimere le occasioni di consumo. In un solo trimestre il fatturato globale della società è crollato del 28%.
L’azienda ha reagito con lo sfoltimento dell’offerta che ha dimezzato i prodotti dai 400 a qualcosa attorno ai 200, «ammazzando» tra l’altro alcuni articoli dall’enorme successo ormai tramontato, come «Tab», cola dietetica, prima del genere, introdotta nel 1963 e abbandonata nel 2020. Ora la Coca-Cola rilancia con un rifacimento del logotipo base, mantenendo fedelmente la grafica tradizionale, ma «avvolgendola» attorno a una bottiglia invisibile, quella classica della Coca. È una concettualizzazione che il marketing aziendale chiama «the hug», l’abbraccio, condita con gli ammiccamenti verso i temi dell’inclusività e dell’ambiguità di genere che caratterizzano la società americana di oggi. L’esecuzione, della Wieden+Kennedy London, è notevole, ma il tema di fondo, l’abbraccio, è rischioso. La pandemia volge al termine? Potremo davvero tornare ad abbracciarci? Speriamo abbiano ragione.