il Fatto Quotidiano, 3 novembre 2021
Gianni Letta si fa il mausoleo ad Avezzano
C’è chi dice che Berlusconi sia di nuovo ringiovanito a dispetto degli anni che sono ormai 85. E che per il Quirinale abbia un piano, anzi due o tre pronti a esser calati al tavolo da gioco dal più bravo di tutti: l’eterna eminenza azzurra, Gianni Letta, che di anni ne ha 86 suonati, ma non li dimostra. È accreditato di essere al contempo il gran suggeritore dell’inquilino di Palazzo Chigi, Mario Draghi, senza aver mai dismesso i panni di gran visir dell’ex Cav. che punta alla gloria eterna già che ora è riabilitato pure a sinistra. Ma per la verità Letta, detto “Zolletta” o “presidente emerito della repubblica dei velluti” (il copyright è di Pino Corrias), pure lui punta alla gloria eterna ché non sta al Colle, ma ad Avezzano: il 24 settembre ha fatto richiesta per vedersi assegnare un pezzo di terra ove realizzare la sua dimora eterna, una cappella gentilizia nel cimitero monumentale della città che gli ha dato i natali. E, se per questo, pure la cittadinanza onoraria che gli è stata assegnata nel 2015 per aver servito la madre patria marsicana che oggi gli serve come grimaldello per ottenere l’ambita concessione funeraria. “Ritenuto che questa onorificenza evidentemente non pone limiti temporali e che tale assegnazione e tale casistica non trova nemmeno limiti nel vigente regolamento di polizia mortuaria, tra le aree è stato individuato il lotto n. 273” ha spiegato l’assessore avezzanese Loreta Ruscio a ridosso della Festa dei Santi e della celebrazioni dei morti prima che il consiglio comunale all’unanimità approvasse la sua proposta di omaggiare con un’area di 15 metri quadri il concittadino più illustre: il dottor Letta che “per la sua straordinaria levatura morale ed intellettuale ha saputo distinguersi in numerose attività di interesse nazionale e internazionale, specialmente attraverso un riconosciuto impegno al servizio dello Stato quale figura di eccellenza delle istituzioni repubblicane, offrendo anche per tale via notevole lustro alla sua città natale Avezzano e alla Marsica tutta”. Dunque delibera con immediata esecutività senza nemmeno l’incomodo dei pareri di regolarità tecnica e contabile: si tratterà di sbrigare qualche scartoffia, ma il più è fatto e con tutti gli onori.
Letta, insomma, si è messo in pari con Berlusconi che il suo mausoleo l’ha già bell’e pronto da quel dì: se l’è fatto costruire ad Arcore, dal grande Pietro Cascella, che per lui ha modellato statue e 12 colonne, sfere e pure una squadretta massonica a decorar 7 metri e spicci di fregi in giardino. Ma il grosso è sottoterra, nelle auguste catacombe degne di Tutankhamon che son leggenda: raccontano le cronache che l’ex Cav. abbia tentato, quando era ministro il suo Pietro Lunardi, di far approvare la solita legge ad personam pur di sanare il sacrario stile assiro-milanese che comprende anche un gruppo elettrogeno tanto poderoso che potrebbe servire giusto a chi intenda ibernarsi. E pure un dormitorium destinato a ospitare 36 fedelissimi, la gens berlusconiana: Dell’Utri, Confalonieri e pochi altri avrebbero già un posto assegnato per l’eternità. Altri lo hanno perso perché hanno tradito come Sandro Bondi o perché hanno rifiutato la profferta di entrare nel club. Come Indro Montanelli che declinò la lusinga di B. con un “Domine, non sum dignus”. Berlusconi ci ha provato pure con Vittorio Feltri che è invece ricorso agli scongiuri, tanto per non rischiare: mano sui pantaloni e tanti saluti al mausoleo. Apotropaico.