Maurizio Stefanini per “Libero quotidiano”, 2 novembre 2021
DEMOLITION CHINA! - IL GOVERNO DI PECHINO HA DICHIARATO GUERRA AI GRATTACIELI: NELLE CITTA' SOTTO I TRE MILIONI DI ABITANTI SARANNO VIETATE LE COSTRUZIONI OLTRE I 250 METRI, NELLE ALTRE SARA' POSSIBILE MA CON SEVERE RESTRIZIONI - AD AGOSTO ERANO STATI FATTI GIA' SALTARE 15 EDIFICI, RIMASTI DISABITATI PER TROPPO TEMPO - LE AUTORITA' HANNO RIDOTTO IN POLVERE ANCHE 154 MILIONI DI DOLLARI IN INVESTIMENTI IN 45 SECONDI... -
Il governo cinese dichiara guerra ai grattacieli. Secondo le nuove disposizioni del ministero dell'Edilizia Abitativa e dello Sviluppo Urbano-Rurale, nelle città sotto i tre milioni di abitanti saranno completamente vietate le costruzioni oltre i 250 metri, mentre tra i 150 e i 250 ci saranno severe restrizioni. Oltre i tre milioni di abitanti sarà invece possibile superare i 250 metri, ma anche lì con severe restrizioni.
Già da luglio era arrivato il divieto per tutte le costruzioni oltre i 500 metri. Verranno lasciati gli edifici più alti già esistenti, tra cui cinque oltre i 500 metri che si trovano nella top ten mondiale. Tra essi la Shanghai Tower, che con i suoi 632 metri è il secondo edificio più alto al mondo dopo il Burj Khalifa di Dubai (828 metri).
15 grattacieli meno alti erano però già stati fatti saltare lo scorso 27 agosto. Erano rimasti disabitati per troppo tempo, in base a quello stesso tipo di decisioni sbagliate che hanno portato alla crisi di Evergrande, dopo aver costruito città rimaste deserte. «Progetti di vanità che sprecano risorse» sono stati definiti, dimenticando di quando era lo stesso regime a pomparli per gonfiare le statistiche di crescita.
Nella stessa logica, anche la distruzione di investimenti pari a 154 milioni di dollari in 45 secondi è stata trasformata in spettacolo in diretta tv. Situati su 500.000 metri quadrati della "Città a Stella" di Liyang nello Changzhou, a ovest di Shangai sono stati ridotti in macerie con 4,6 tonnellate di esplosivo piazzato su 85.000 punti. Prima ancora a maggio a Shenzhen, città nella provincia meridionale cinese del Guangdong, la torre SEG Plaza, alta 291 metri, aveva iniziato ad oscillare con dentro 15.000 persone, che sono state evacuate in 90 minuti. Oltre a non verificare la ricettività del mercato, la febbre dei grattacieli in Cina non verificava neanche troppo la solidità, cose su cui pure Xi Jinping dice ora di volere mettere un freno, con nuove norme anti-sismiche e di sicurezza.