Corriere della Sera, 2 novembre 2021
Ryanair lascia la Borsa di Londra, meglio Dublino
Ryanair, la principale compagnia aerea d’Europa e la seconda low cost nel mondo, si prepara a lasciare la Borsa di Londra per la Brexit. L’ipotesi – che il board del vettore irlandese sta valutando da diverse settimane – spunta a pagina 3 della nota societaria di presentazione dei primi sei mesi del suo esercizio fiscale 2022 (che finisce il 31 marzo dell’anno prossimo). Nessuna decisione è stata ancora presa, ma il Cda sta «valutando gli effetti del ritiro dal London Stock Exchange». «Penso che l’uscita potrebbe avvenire nei prossimi sei mesi», ha detto l’amministratore delegato Michael O’Leary.
A suggerire l’abbandono sarebbe la «consistente riduzione degli scambi durante il 2021» in linea con una «tendenza generale delle contrattazioni sulle azioni di società comunitarie» dopo l’uscita del Regno Unito dall’Ue. Questo ha comportato, secondo la low cost, una sensibile diminuzione degli acquisti sui titoli di aziende comunitarie che risulterebbe «potenzialmente più acuta per Ryanair a seguito dell’estensione ai britannici del divieto per i cittadini extra-Ue di acquistarne le azioni per effetto della Brexit». Secondo i calcoli di Reuters gli scambi azionari mensili nel periodo gennaio-ottobre sono stati 20,5 milioni, il 68% in meno dello stesso periodo del 2020.
«La quotazione primaria nel mercato regolamentato di Euronext Dublino – si legge ancora nel documento – offre agli azionisti il grado di protezione più elevato, incluso il rispetto del codice di corporate governance del Regno Unito».
Se nel 2017 il Regno Unito era il principale Paese di Ryanair per posti in vendita (assieme all’Italia) con il 19% della sua offerta commerciale, nei primi dieci mesi del 2021 si trova al terzo gradino con il 12%, stando ai calcoli del Corriere sui numeri forniti dai database specializzati.
Il gruppo low cost – che include anche Malta Air, Lauda e Buzz – ha comunicato che nel primo semestre del suo esercizio fiscale (1° aprile-31 ottobre 2021) ha ridotto la perdita a 47,6 milioni di euro (era -410,5 milioni nei sei mesi dell’anno precedente). Nel trimestre estivo la società ha chiuso con 225 milioni di euro di profitti, mentre nel medesimo periodo del 2020 (luglio-settembre) aveva registrato -225,5 milioni.
I risultati sono dovuti alla ripresa del traffico grazie alle vaccinazioni, all’allentamento delle restrizioni tra i Paesi e all’introduzione del green pass: Ryanair vola in Europa e nel bacino del Mediterraneo e quindi non è esposta ai blocchi sulle tratte intercontinentali come Lufthansa, Air France, Klm, British Airways, Iberia, Ita Airways. I passeggeri nel semestre sono stati 39,1 milioni, quasi tutti concentrati tra luglio e settembre (31 milioni) e i ricavi 2,15 miliardi di euro (di cui 1,78 miliardi nel trimestre estivo). La tariffa base, in media, è stata di 32,6 euro a passeggero (-29% sull’anno passato), mentre resistono i ricavi derivanti dai servizi extra – come la scelta del posto o l’imbarco prioritario – pari a 22,55 euro a cliente.