Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  novembre 02 Martedì calendario

L’appello di Paolo Portoghesi per salvare Casa Papanice

«Casa Papanice purtroppo è stata spogliata dalla proprietà, l’Ambasciata di Giordania, di dettagli fondamentali, come quei tubi che alla maniera di un organo coronavano l’ultimo piano o le ringhiere dei balconi di diverse forme. E hanno anche modificato l’interno che era stato immortalato dal grande cinema che l’aveva considerato uno scenario ideale, come nel Dramma della gelosia di Scola interpretato da Monica Vitti». Paolo Portoghesi, uno degli architetti e storici dell’architettura italiani più famosi nel mondo, compirà novant’anni oggi. E per l’occasione, oltre a programmi di Rai Storia, una messa cantata di Benevoli a San Carlo alle Quattro Fontane e una mostra dall’11 nel borgo di Calcata, un frammento del film con la Vitti, che compirà anche lei i novant’anni domani, 3 novembre, affacciata al balcone di Casa Papanice, sarà proiettato al Maxxi e in diversi Istituti Italiani di Cultura nel mondo, un evento organizzato da Edmondo Papanice, il nipote del committente.
Architetto forse per lei il più bel regalo di compleanno sarebbe la promessa di un restauro integrale di Casa Papanice, celebrata dalle riviste di architettura internazionali come un capolavoro dell’architettura postmoderna.
«Certamente. Tra l’altro con un atto arbitrario hanno anche distrutto una delle scale che portava al piano nobile. Uno scempio».
Che rapporti ha avuto con l’ambasciata?
«Dopo che sono usciti i primi articoli e mi sono trovato davanti quel disastro, ho telefonato. In un primo momento mi hanno detto avrebbero gradito una proposta di restauro, che non comporterebbe grandi spese. Ho dichiarato la mia disponibilità ma poi non li ho più sentiti. E dopo mi hanno richiamato solo per lamentarsi di alcune dichiarazioni che avevo fatto alla stampa».
Anche la Soprintendenza ha avviato da tempo una pratica ma ancora non ha imposto alcun vincolo.
«La Moschea, Casa Baldi e Casa Papanice dovrebbero essere dichiarate opere di interesse culturale e vincolate, cosa che non è stata ancora fatta».
Lei progettò Casa Papanice al Nomentano nel 1966. Quali sono
le ragioni del suo valore architettonico?
«La progettai da giovane come un primo elemento di una città futura aperta alla natura. Ed è uno degli edifici prodotto dalla cultura italiana più presi in considerazione».
Un capolavoro postmoderno.
«Credo di sì, perché sono riuscito a esprimere il desiderio di contatto con la natura, con i colori, il verde come le foglie, l’azzurro come il cielo. È una casa che punta sulla luce».
Soprattutto dalle maioliche colorate sulla facciata, anche esse abbandonate al degrado.
«Le ho pensate come una musica secondo una combinazione matematica dei colori che traduce anche in termini grafici le prime note della Primavera di Vivaldi».