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 2021  novembre 02 Martedì calendario

Periscopio

Essendo autodidatta, sono l’ignorante più colto che abbia mai conosciuto, supero anche Celentano. Diego Abatantuono, attore (Stefania Ulivi), Corsera.


Hanno accusato di neofascismo Giorgia Meloni e Matteo Salvini proprio coloro che hanno avuto almeno due volte avuto la possibilità di fare quello che chiedono oggi. Ma non hanno avuto quel coraggio: su Forza Nuova hanno preso in giro tutti e continuano allegramente a farlo. Franco Bechis. Il Tempo.


«Al momento, l’elezione di Draghi al Quirinale ha più oppositori che fautori. Soprattutto a sinistra». Giorgetti non sarà una fonte neutra, ma non c’è dubbio che dalla sua postazione nel governo disponga di una visuale privilegiata. E la confidenza del ministro leghista ad un amico consente di allungare lo sguardo oltre il centrodestra, che in questa fase di difficoltà è un libro aperto. Federico Verderami. Corsera.


Se nei confronti di Giorgia Meloni, Berlusconi ha sempre dimostrato un sentimento paterno, se non vogliamo dire perfino da nonno comprensivo, l’antico comunista padano Salvini non gli è mai andato giù. Preferiva la canottiera con sigaro di Umberto Bossi, confinato territorialmente, incapace delle percentuali salviniane, pronto all’inarrivabile patto delle sardine prodromico del ribaltone che mandò a catafascio il Berlusconi I. Si fidava di più, lo sentiva amico. Marco Bertoncini. (ItaliaOggi).




Tornerò in Parlamento: ce la faccio a portare una pattuglia mia. L’1% a livello nazionale, significa il 4% al Sud. Io ho preso 105mila voti in Campania, Matteo Renzi 60mila in Toscana. Io a 400 mila almeno, anche di più, ci arrivo. Sapesse quanti mi chiamano, mi cercano. I moderati ci sono. Clemente Mastella, sindaco di Benevento. (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.


Usando i medesimi sistemi per affermare nel mercato un formaggino, Publitalia piazzò il prodotto Berlusconi nel mercato della politica, definendo i suoi messaggi sulla base dei desideri dell’elettorato. Con grande sorpresa e scorno di Achille Occhetto che, con la sua gioiosa macchina da guerra, aveva immaginato di trionfare nelle elezioni del 1994, godendo anche della tabula rasa conseguente a Tangentopoli, Berlusconi ebbe successo e riuscì addirittura a mettere insieme l’ex-Movimento sociale e la Lega in un’operazione nazionale più volte ripetuta. Domenico Cacopardo. ItaliaOggi.




La Royal Opera House a Londra era gremita per la prima mondiale dello spettacolo dedicato a Dante Alighieri nel settecentesimo anniversario della morte. Bene, nessuno indossava la mascherina. E così in ogni teatro, cinema, discoteca, ristorante, locale di qualunque tipo. Morale: nell’ultima settimana nel Regno Unito c’è stata una media di 40mila contagi e di 120 morti al giorno. Vogliamo tornare a quei livelli? Bruno Vespa. QN.


Resta l’incapacità del centrodestra non solo di restare unito ma anche di sembrarlo. La Meloni e Salvini paiono davvero i capponi dei Promessi Sposi che, come scrive il Manzoni, «s’ingegnavano a beccarsi l’un l’altro, come accade troppo sovente tra compagni di sventura». Giorgia dà l’impressione di aver pensato solo al sorpasso sul Capitano. Salvini, da par sua, anziché indire dei congressi per riaffermare leadership e amalgamare Lega del Nord con Lega del Sud, si è messo a punzecchiare Draghi, peraltro molto amato dalla sua gente, forse in ottica anti Meloni ma senza rendersi conto che così spinge il Premier nelle braccia del Pd. Luigi Bisignani. Il Tempo.




Tre anni fa accettai la candidatura al Senato pensando di contribuire alla costruzione di un centrodestra credibile come alternativa di governo. Beh, l’obiettivo è ancora lontano. Vedo un Salvini che si preoccupa solo del “fatturato” della bottega leghista, facendo anche male i calcoli, ma non ha alcuna considerazione del centrodestra come coalizione. Sembra non aver capito che col governo Draghi, che pure ha meritoriamente contribuito a far nascere, e con la normalizzazione dei 5stelle, è cambiato il mondo. Sono cambiati gli equilibri di potere, i rapporti con l’Ue, il sentimento prevalente nella pubblica opinione. E’ il momento della serietà, del realismo e della competenza. Non a caso tutti gli uomini di governo della Lega, da Giorgetti ai governatori, glielo chiedono. Andrea Cangini, senatore di FI (Carlo Valentini) ItaliaOggi.


Bobo Craxi, Pd, ha firmato i referendum sulla giustizia e sull’eutanasia, è a favore del green pass. E’ stato deputato dal 2001 al 2006 (eletto nella lista Casa delle libertà) e sottosegretario agli Esteri nel governo Prodi. Ha 57 anni. Il suo vero nome è Vittorio Michele ma da sempre è chiamato Bobo. La sorella, Stefania, è senatrice di Forza Italia. I due figli di Bettino Craxi si ritrovano quindi su fronti politici opposti. Carlo Valentini. ItaliaOggi.


Come ha scritto Achille Mbembe, «bisogna innanzitutto lasciarsi alle spalle i discorsi neomalthusiani spesso infarciti di fantasmagorie razziste che non cessano di diffondersi». Come quelli che alimentano il mito della corsa degli africani in Europa: su una popolazione di 420 milioni di abitanti in Europa, infatti, solo l’1% proviene dall’Africa subsahariana. E tra gli 1,3 miliardi di africani solo 29,3 milioni vivono all’estero e il 70% non ha scelto l’Europa. Simone Casalini. Corriere veneto.


“ICI ON NOIE LES ALGÉRIENS”. Cioé: qui anneghiamo gli algerini. Tutto in maiuscolo, in vernice rossa, lettere alte un metro. Ma che cosa c’era di vero? Il graffito spuntò una mattina, all’inizio di novembre del 1961, a Parigi, su un parapetto lungo la Senna, subito prima di Pont St.Michel, il ponte che collega la “rive gauche”, la riva sinistra della Senna, all’Île de la Cité, l’isola che ospita la cattedrale di Notre Dame e la Prefettura della polizia. La scritta ci mise poche ore a sparire, cancellata dagli imbianchini comunali. Ma due fotografi, Jean Texier e Claude Angeli, fecero in tempo a immortalarlo in uno scatto. Se ne accorsero per caso, mentre passavano da lì: capirono al volo che “era una notizia”. Dovettero fare la foto di corsa, inseguiti dai “flics”, i poliziotti, che erano di guardia. Una fuga tutto sommato inutile: nessun giornale comprò l’immagine. Nessuno voleva sentire di quella cazzata degli algerini affogati. Questa foto ha impiegato 24 anni per essere pubblicata. E’ la storia di un massacro dimenticato, di una rimozione di massa, di uno dei capitoli più dolorosi della storia della Francia contemporanea, di un silenzio di Stato che è durato mezzo secolo e che ancora divide e crea tensione. Maurizio Pilotti. Libertà.


L’intellettuale italiano ama la protesta, ma più ancora ama il potere di chi la provoca. Roberto Gervaso, scrittore.