Il Messaggero, 2 novembre 2021
Marilyn Manson ora prega sul palco
Una scena surreale. Più surreale di quella dell’episodio di The New Pope di Paolo Sorrentino in cui, interpretando sé stesso, incontrava in Vaticano il Papa, interpretato da John Malkovich. Nel giro di un anno la realtà ha superato la fantasia, verrebbe da dire. E così domenica scorsa Marilyn Manson, tutto vestito di bianco, ha pregato Dio e lo ha ringraziato per la bellezza del creato. Sì, proprio quel Marilyn Manson che Anton LaVey, fondatore della Chiesa di Satana, nominò nel ’96 nel pieno del suo successo Reverendo della stessa. Quello che in uno spot del ’99, vestito da Papa, invitava a non credere in Dio ma nel demonio. Quello che con i versi delle sue canzoni, i videoclip, le copertine dei suoi dischi (per quella di Holy Wood nel 2000, si fece ritrarre crocifisso), e le sue uscite pubbliche non ha mai smesso di scandalizzare e di far arrabbiare la chiesa cattolica, da quasi trent’anni a questa parte: «Non saremo più oppressi da quel fascismo chiamato Cristianesimo», disse sul palco degli MTV Video Music Awards, nel 97.
L’EX RAGAZZINO RIBELLE
Dietro la clamorosa svolta della star dello shock rock, finita all’inizio dell’anno al centro di una tempesta mediatica in seguito alle accuse di molestie mosse nei suoi confronti dall’attrice Evan Rachel Wood e poi anche da altre donne, c’è l’amico Kanye West. Manson vero nome Brian Warner, 52 anni ha partecipato domenica al Sunday Service del rapper, vera e propria messa cantata che West organizza periodicamente da ormai due anni a questa parte. Riscopertosi fervente cristiano nel 2019, tanto da incidere un disco intitolato Jesus is King e arrivare a dichiarare di voler creare una versione cristiana di TikTok, Kanye West che ha recentemente fatto sapere di aver cambiato il proprio nome in Ye ha invitato Marilyn Manson a partecipare alla preghiera collettiva che si è svolta nel ranch nel Wyoming di sua proprietà da 1800 ettari, appena messo in vendita per 11 milioni di dollari: lo show è stato trasmesso in streaming sulle piattaforme Triller e Fit TV. E subito hanno cominciato a circolare sui social le immagini di Manson raccolto in preghiera insieme allo stesso Kanye West e a Justin Bieber, ex ragazzino ribelle del pop che dopo bravate e abusi si è avvicinato alla fede cristiana, dedicando a Dio canzoni, dischi e pure post sui social. West è riuscito pure nell’impresa di riuscire a riportare la pace tra la rockstar e Bieber: «Vola basso, mi arrivi ai genitali», disse Manson al cantante canadese quando nel 2017 rivendicò di aver contribuito a rendere di nuovo popolare tra i giovanissimi il Reverendo per aver indossato delle t-shirt con il suo volto.
LO STADIO
Il rapper aveva preso Manson sotto la sua ala protettiva già quest’estate, dopo che la sua etichetta, la Loma Vista, aveva deciso di scaricare la rockstar: con lui ha inciso Jail, pt. 2, una canzone contenuta nel suo ultimo album Donda, ospitandolo pure allo stadio Soldier Field di Chicago quando a fine agosto fece ascoltare il disco in anteprima ai fan, una mossa che l’opinione pubblica americana non gli aveva perdonato.
LA BIBBIA
Nel 2001 Manson che pur non condividendo certe etichette che gli sono state affibbiate negli anni ha comunque giocato con un certo immaginario finì in manette dopo essersi esibito sulle note della sua Valentine’s Day vestito da cardinale, a Marino, vicino Roma: accusato di blasfemia, venne rilasciato poche ore dopo. Nel 2015 bruciò la Bibbia sul palco di un suo show a Firenze, nel 2017 contro la sua ospitata al programma Music di Paolo Bonolis su Canale 5 si mobilitarono i Papaboys e gli esorcisti, a Bologna e a Verona organizzarono messe di riparazione dopo i suoi concerti. Oggi quei tempi sembrano lontanissimi. Non è mai troppo tardi per pentirsi. Neppure per Marilyn Manson.