Corriere della Sera, 1 novembre 2021
Parla il teologo gesuita di Biden
«Non mi stupisce che papa Francesco, che è “pro-vita” e un convinto oppositore dell’aborto, abbia anche detto che non è d’accordo con l’approccio di privare i politici del sacramento della Comunione soltanto per via della loro posizione sull’aborto». Parla James Martin, 60 anni, reverendo di Manhattan, direttore della rivista gesuita America, autore di bestseller, ospite di programmi tv, consulente di Martin Scorsese per «Silence» (e comparsa in «The Irishman»). Il reverendo è uno degli esponenti della Chiesa americana più aperti anche verso la comunità Lgbt e di questi temi ha parlato con il Papa in un incontro privato in Vaticano nel 2019.
Qual è il motivo di questa differenza tra il Papa e i vescovi americani sull’aborto?
«Per i vescovi americani l’aborto è la questione “preminente” sulla vita; il Santo Padre invece ha scritto in Gaudete et Exsultate che «ugualmente sacre» sono le vite di coloro che sono già nati, inclusi i poveri, i migranti, i rifugiati e le altre persone vulnerabili. Perciò concentrarsi in modo quasi esclusivo su una questione sola per decidere se qualcuno possa o meno ricevere la Comunione non è un approccio con cui il Papa è d’accordo. Inoltre, probabilmente il Papa non vuole interferire con la decisione del vescovo locale, il cardinale Wilton Gregory, che ha detto che al presidente Biden non dovrebbe essere negata la Comunione a Washington Dc».
Ci spiega la questione dell’Eucarestia e di Biden, secondo presidente cattolico degli Stati Uniti, sollevata dai vescovi americani?
«All’ultima conferenza episcopale i vescovi americani hanno deciso che avrebbero scritto un documento sull’Eucarestia per aiutare a far capire il Sacramento e chi può e chi non può riceverla. Da una parte, alcuni di loro hanno detto che non ha niente a che fare con Joe Biden. Dall’altra parte però, vescovo dopo vescovo ha ripetuto quanto sia terribile che Biden riceva la comunione. Allora è difficile non vederla come una cosa motivata politicamente. Ed è su questo che concentrano la loro attenzione dopo una pandemia mondiale? Sul fatto che Biden possa ricevere la Comunione oppure no?».
Com’è il rapporto tra Biden e la Chiesa in America?
«Dipende da come definite la Chiesa. Se la definite come il popolo di Dio molti cattolici hanno votato per lui. Se parliamo invece della gerarchia, molti sono contro di lui, sfortunatamente perché pensano ad una sola questione, l’aborto, rispetto a tutte le altre. I vescovi non hanno sollevato problemi quando l’ex ministro della Giustizia William Barr ha velocizzato diverse esecuzioni della pena capitale, il che va pure contro gli insegnamenti della Chiesa».
Sui vaccini invece la maggior parte dei vescovi va nella stessa direzione del Papa, che ha definito vaccinarsi un atto d’amore, giusto?
«Il Papa ha detto che vaccinarsi è una cosa che fai per te e anche per gli altri. Molti vescovi stanno cercando di aiutare i fedeli a capire che i vaccini sono accettabili e che non dovrebbero chiedere un esonero su base religiosa. Comunque c’è stato chi ha cercato di sollevare l’obiezione che i vaccini sono stati creati attraverso ricerche che includevano cellule fetali; ma nessun teologo morale lo ha individuato come un problema».
Su quale base alcuni cattolici chiedono l’esenzione religiosa?
«Ci sono alcuni preti di estrema destra che si oppongono al vaccino, e anche pochi vescovi e cardinali, come il cardinale Burke, che poi ha preso il Covid ed è stato ricoverato, ma sono voci molto minoritarie. Ed è diventato qualcosa di politico perché tanti conservatori credono alle teorie cospirazioniste sui vaccini. Alcuni sposano le loro obiezioni politiche con il desiderio di trovare una ragione religiosa che permetta loro di evitare di vaccinarsi. I cattolici non sono un gruppo monolitico. E queste idee hanno più a che fare con l’orientamento politico che con la religione».